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Home » La Sangemini ritrova un suo simbolo: tornerà la bottiglia verde

La Sangemini ritrova un suo simbolo: tornerà la bottiglia verde

di Simone Francioli
17 Dicembre 2021
in Dal territorio, Economia, Imprese
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di F.L.

Tornerà in commercio uno dei simboli della Sangemini, la classica bottiglia verde che per decenni, fino a qualche anno fa, ha contraddistinto lo storico marchio di acqua minerale. È questa almeno la volontà dell’azienda, secondo quanto annunciato nel corso di un incontro, che si è svolto venerdì, tra i vertici di Ami, le organizzazioni sindacali di Fai Flai Uila e le rsu, alla presenza di Confindustria.

Il tavolo e le scelte

Un appuntamento giunto a 24 ore dalla ratifica dell’omologa del concordato al quale ha avuto accesso Ami, che sarà comunque ufficializzata da un decreto del tribunale di Milano probabilmente ormai ad anno nuovo. Presenti per conto del gruppo l’ad Antonio Paganini e il direttore generale Alessandro Frondella. La proposta aziendale è dunque quella di ridare slancio e credibilità al marchio recuperando la bottiglia verde, segno di riconoscimento dell’acqua Sangemini, abbandonata per quella più anonima trasparente – per motivi di restyling – da un precedente management. Scelta rispetto alla quale, allora, si erano fortemente opposte le rsu e che effettivamente ha portato ad un calo delle vendite. Ora si tenterà il dietrofront, sicuramente gradito agli amanti del marchio, proprio con la speranza di riaggredire il mercato.

Le prossime tappe

Oltre al commerciale, energia, efficientamento linee, risparmio grammatura plastica e organizzazione del lavoro sono altri temi di cui si è parlato nel corso del tavolo. «L’incontro – spiega Riccardo Liti, rsu della Flai Cgil – è servito ad aprire e costruire un percorso di confronto con l’azienda per pianificare la gestione della fabbrica nel breve e nel lungo periodo, da qui ai prossimi tre e quattro anni. Siamo consapevoli che i lavoratori saranno chiamati a fare qualche sacrificio, ma il lavoro sarà garantito a tutti. E se ci saranno uscite dallo stabilimento saranno solo volontarie e incentivate». La richiesta di organizzazioni sindacali e rsu è quella di entrare una volta per tutte nel merito del piano per poi dare una valutazione insieme ai lavoratori.

Il ruolo della Regione

Il professor Paganini – al quale da più parti viene dato atto di aver salvato il gruppo che ha nella Sangemini la sua punta di diamante – si è detto disponibile al percorso di confronto, nel quale avrà un ruolo importante anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, che ha garantito aiuti e strumenti a disposizione della Regione per andare incontro ad azienda e lavoratori. «Auspichiamo che il percorso, attraverso altri incontri calendarizzati dopo le festività, possa andare a buon fine» conclude Liti. Sul tema della cassa integrazione straordinaria già attiva, l’azienda sta verificando la reale scadenza della stessa, che potrebbe essere il 31 marzo (si è chiesto il ricalcolo a verifica in sede ministeriale). I sindacati hanno ribadito la «necessaria e corretta» gestione della stessa per un minore impatto sui redditi dei lavoratori. Intanto il 7 gennaio sarà una giornata di ferie volontaria, come previsto dalle rsu, mentre il 14-21-28 saranno giorni di cassa a chiusura del mese di gennaio.

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