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Home » La terra trema ancora: «Dio ci mette a prova»

La terra trema ancora: «Dio ci mette a prova»

di Lucina Paternesi
19 Gennaio 2017
in Attualità, Dal territorio, In evidenza, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Un’emergenza sull’emergenza. Dopo la neve torna a tremare tutto il centro Italia e non c’è pace per le popolazioni colpite dal sisma sin dalla scorsa estate.

Viabilità Mentre sono ancora a lavoro i mezzi del Genio dell’esercito, impegnati tra Norcia e Cascia, per cercare di sgomberare tutte le strade dalla neve, in particolar modo le frazioni di Frascaro e San Pellegrino, la principale necessità delle persone, impaurite dopo le ultime scosse, è di poter avere strade libere per potersi allontanare in caso di necessità. Per questo tra Umbria e Marche sono a lavoro anche numerose squadre di alpini che pattugliano senza sosta le principali arterie e che mantengono anche il presidio fisso a Castelluccio di Norcia, ormai disabitato.

La neve ha ricoperto anche la merce stipata nei capannoni industriali
La neve ha ricoperto anche la merce stipata nei capannoni industriali

La paura Ma a Norcia invece, dove la giornata era iniziata con gli inconvenienti e i disagi provocati dalla neve, oggi si è fatto di nuovo i conti con la paura. «Pensavamo di dover avere solo un problema da risolvere – racconta Emanuele – cioè quello di tenere al riparo dal gelo e dalla neve quel poco che il terremoto non ci aveva ancora portato via. E invece il rischio è qualcosa crolli ancora». Con le nuove scosse si riaprono ferite ancora mai rimarginate del tutto.

In tenda C’è poi la storia di Sergio Nardi, imprenditore edile di 60 anni e papà di quattro bambini che racconta che la prima scossa lo ha sorpreso mentre era in tenda, mentre sua moglie era tornata nella casa, lesionata, assieme al figlio più piccolo di appena dieci anni. Sono fuggiti immediatamente e ora tutta la famiglia è tornata a stare nella tenda, ormai sepolta sotto svariati centimetri di neve. La sua azienda è ferma, ha dovuto licenziare gli operai, ma di abbandonare la Valnerina non ci pensa proprio.

Norcia sotto la neve
Norcia sotto la neve

I monaci A rimanere isolati sotto alla neve sono stati anche i monaci benedettini di Norcia. Padre Benedetto, di ritorno da una riunione a Cassino, afferma: «Sembra che Dio voglia metterci alla prova con la nostra pazienza, dobbiamo imparare ad averne tanta». Dopo il crollo della basilica di San Benedetto i frati hanno trovato riparo in alcuni container sulla montagna, a due chilometri dal centro abitato. E mercoledì, per far rientro, padre Benedetto ha dovuto proseguire la strada a piedi e abbandonare l’auto a fondo valle. «Non lascio i miei monaci da soli – ha ribadito – la nostra preghiera non verrà mai meno per tutta questa gente.

Coldiretti E proprio come neanche tre mesi fa, a lanciare l’allarme per la situazione in cui versano gli allevamenti del centro Italia è la Coldiretti che parla di «una lista che si allunga tra animali morti e feriti per il crollo di stalle rese più fragili dal peso della neve». Se la situazione, in Umbria, sembra meno grave che in altre zone delle Marche e del Lazio o dell’Abruzzo, le cifre sono destinate a salire. «Da giorni la cisterna non passa a ritirare il latte perché le strade sono ancora bloccate dalla neve – dicono da Coldiretti –  ed è dunque importante l’intervento annunciato dell’esercito per garantire la circolazione». «La situazione – conclude Coldiretti – è insostenibile per gli uomini e gli animali. Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori».

L’assessorato regionale Nel frattempo l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, durante la riunione del tavolo verde, ha fatto sapere che tutte le richieste di soluzioni abitative e ricoveri per il bestiame presentate dopo il sisma del 24 agosto sono state soddisfatte. «Un lavoro importante – ha rimarcato – è quello svolto dalle squadre dell’Agenzia regionale per la forestazione sia per l’allestimento delle piazzole dove collocare i moduli abitativi sia per la realizzazione di tettoie, recinzioni, stalle per cavalli. Un lavoro che è proseguito e prosegue, nonostante le condizioni climatiche che rendono tutto più difficile». «Ad oggi – ha reso noto l’assessore – sono stati consegnati circa il 70 per cento dei moduli abitativi, 39 su 55, richiesti da allevatori e agricoltori, mentre si procede con il montaggio delle strutture per ospitare bovini e ovicaprini. Priorità alle abitazioni e alle stalle, ma allo stesso tempo il nostro impegno è volto al rilancio della zootecnia umbra, avvalendoci delle risorse messe a disposizione dal Governo per le quattro regioni colpite dal sisma. Di questo parleremo più approfonditamente – ha spiegato Fernanda Cecchini – nelle prossime settimane con il ministro all’Agricoltura Maurizio Martina».

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