L’amore oltre il Covid: «Al ‘sì’ non rinunciamo»

La storia dei neosposi Maria Elena, medico del ‘Santa Maria’ di Terni, e Massimiliano: «Il nostro matrimonio ristretto, ma senza ansie»

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di Federica Liberotti

Sedici anni di fidanzamento e sei di convivenza, infine la scelta di coronare il loro amore nel 2020. Mesi di preparativi per progettare al meglio il giorno più bello e poi l’arrivo del coronavirus a spezzare via tutte le certezze. Ma la voglia di sposarsi è stata più forte della pandemia per Maria Elena Laurenti, medico anatomopatologo del Santa Maria di Terni, e Massimiliano Baldacchini, agente di commercio, entrambi di Castel Rigone: sabato si sono detti ‘sì’ a Passignano sul Trasimeno, una delle prime nozze in Umbria post lockdown. Originariamente doveva essere una grande festa, con 218 invitati, invece per via delle misure anticontagio ce n’erano poco più di una dozzina, tra testimoni, parenti e amici strettissimi. Ma per gli sposi «è stato bello ed emozionante anche così».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Massimiliano e Maria Elena

L’emergenza e la scelta 

Questa è la storia, simbolica, di chi – pandemia o no – al contrario di molte altre coppie nella stessa situazione non ha voluto rinviare ulteriormente un giorno atteso da tanto. «Il coronavirus ha stravolto un po’ tutto, lasciando tante cose ancora da definire» spiega Maria Elena, 33 anni, uno in meno del neomarito. «Massimiliano ha aspettato che terminassi il mio percorso di specializzazione e poi le mie tappe professionali, ero in attesa del concorso per tentare la stabilizzazione, e invece la pandemia ha bloccato anche quello. Quando si è iniziato a parlare del virus inizialmente eravamo fiduciosi di poter mantenere i programmi iniziali per il nostro matrimonio, poi abbiamo visto la mal parata e ci siamo chiesti cosa fare. Alla fine ci siamo detti che non potevano rimandare ancora, lo avevano programmato da marzo 2019». Inevitabile però cambiare le modalità organizzative. «Avevamo scelta la stessa location – continua la sposa -, la Villa di Passignano, per il rito simbolico e per il ricevimento, inizialmente volevamo una cosa in sordina, ma poi mano a mano che progettavamo si era trasformata in una grande festa. Nella realtà sabato, dopo la cerimonia in Comune, abbiamo organizzato una cena a casa, ovviamente solo con i congiunti». L’emozione e la felicità sono state comunque le stesse. «Tutto quello che doveva esserci c’era – prosegue Maria Elena -, è stato solo un matrimonio ‘distillato’ da tutte le parti volatili. Un matrimonio senza ansia, perché lo stress per i preparativi e le angosce per la riuscita dell’evento non ci sono state». Per quelle, sperando che la pandemia lo possa permettere, ci sarà tempo il 10 ottobre, la nuova data individuata dagli sposi per ripetere il matrimonio così come era stato pensato. Con tutti i parenti e gli amici, la musica, le bomboniere e gli abiti già scelti. «Il mio l’avevo fermato due giorni prima l’inizio del lockdown» spiega Maria Elena, che sabato era comunque elegantissima in una tuta bianca e la mascherina abbinata. «Tutti i fornitori sono stati gentilissimi e ci sono venuti incontro non facendoci pagare nulla per ora. L’unica spesa andata persa è stata quella delle partecipazioni». La speranza è anche quella di partire prima o poi per quel viaggio di nozze in Thailandia rimasto per ora solo sulla carta. Intanto Maria Elena e Massimiliano hanno iniziato il viaggio più importante, quello della vita. Che neanche il coronavirus ha potuto fermare.

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