Lavoro in Umbria, crollo ‘indeterminati’

Poco oltre 7 mila le assunzioni tra gennaio e luglio, -44.8% rispetto al 2015. Bravi (Ires): «Errori strutturali nelle politiche del lavoro»

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Giù il lavoro a tempo indeterminato del 44.8% – la media italiana è del -33.7% – rispetto allo stesso periodo del 2015. Questo l’ultimo dato aggiornato in riferimento all’andamento del mercato del lavoro in Umbria che, nell’osservatorio nazionale sul precariato dell’Inps, risulta essere la regione con il calo più drastico nel panorama nazionale.

IL RAPPORTO INPS GENNAIO-LUGLIO 2016

Da gennaio a luglio in Umbria si sono registrate 7 mila e 72 assunzioni a tempo indeterminato, meno di un 1/3 rispetto di quelle a termine (25 mila e 443); i contratti di apprendistato sono stati 2 mila e 671, gli stagionali 1976.

Le cessazioni a tempo indeterminato sono 10 mila e 247 sulle 30 mila e 252 totali: «La differenza tra cessazioni – il commento di Mario Bravi, presidente dell’istituto ricerche economiche e sociali (Ires) della Cgil Umbria e attivazioni – (6 mila e 910 unità) è rappresentata sostanzialmente solo dall’aumento esponenziale dei voucher e dei contratti segnati da precarietà estrema. I voucher schizzano a quota 1 milione, 430 mila e 904, con un +71.4% rispetto al 2014».

I limiti «Questi dati – prosegue Bravi – evidenziano in maniera chiara tutti i limiti e gli errori strutturali delle politiche del lavoro messe in campo dal governo Renzi, il prevedibile fallimento del Jobs Act e la necessità jmprocrastinabile di scelte economiche alternative. L’Italia e l’Umbria hanno bisogno di un vero piano del lavoro, così come la Cgil, a livello nazionale e regionale, ha più volte proposto e rilanciato, anche recentemente, il 13 settembre scorso».

 

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