Le celebrazioni in Umbria per la festa della Liberazione

La presidente della Regione Tesei ha partecipato alla cerimonia organizzata a Perugia insieme al sindaco Romizi. Qualche polemica, invece, a Terni

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«Ci troviamo, per il secondo anno consecutivo, a dover vivere una data cruciale per il nostro Paese senza poterla celebrare tra le tante persone che avrebbero voluto partecipare alle manifestazioni che onorano i valori di democrazia e resistenza. Così come accaduto lo scorso anno, però, questo non può e non deve sminuire né il senso che il 25 aprile porta in sé, né il ricordo delle tante persone che hanno donato la vita per la Libertà. Oggi le istituzioni presenti alle celebrazioni rappresentano ogni singolo cittadino». È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che domenica mattina ha partecipato a Perugia alle cerimonie organizzate in occasione della festa della Liberazione, svolte nel rispetto dei provvedimenti legati all’emergenza sanitaria. «Auguro un buon 25 aprile a tutti gli umbri, nella speranza che i sacrifici a cui tutti noi siamo chiamati ormai da tempo ci permettano di superare quanto prima questa difficile fase della vita e che il prossimo annopotremo celebrale la festa della Liberazione con le consuete manifestazioni popolari».

A Perugia

La cerimonia a Perugia, come previsto, si è svolta in forma ristretta, statica e senza la presenza di pubblico né schieramenti e picchetti militari, nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del Covid-19. Il sindaco Andrea Romizi, il prefetto Armando Gradone, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e la consigliera Erika Borghesi in rappresentanza della Provincia di Perugia, insieme gli assessori comunali Varasano e Giottoli, al consigliere regionale Tommaso Bori, ad alcuni consiglieri comunali e rappresentanti di Anpi provinciale, si sono recati, dapprima, al cimitero civico, dove si è tenuta una breve cerimonia per la deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti. Non vi è stato, invece, il consueto giro all’interno del cimitero per omaggiare le tombe delle Medaglie d’Oro e dei caduti della Resistenza, su ciascuna delle quali è stato, in ogni caso, collocato un omaggio floreale. È seguita, quindi, la commemorazione in Borgo XX Giugno, con la tradizionale deposizione di una corona di alloro sulla lapide dinanzi al Poligono di tiro, in ricordo dei patrioti fucilati dai nazi-fascisti. Quindi, i rappresentanti delle istituzioni si sono spostati in via Masi per la deposizione della corona d’alloro all’Ara Pacis, in memoria di tutti i caduti di guerra. In Borgo XX Giugno non si è tenuto il consueto discorso del sindaco Romizi, che tuttavia ha tenuto a ricordare la figura di Francesco Innamorati, partigiano simbolo dell’impegno in favore della libertà e della democrazia, uomo delle istituzioni iscritto all’albo d’oro della città di Perugia, testimone di una stagione di coraggio e sacrificio, sempre presente ad ogni 25 Aprile. «Nonostante la sobrietà e le incolmabili mancanze – ha detto Romizi – la festa della Liberazione non perde la sua essenza, la sua cruciale importanza nel ricordarci e nel renderci corresponsabili del valore della libertà, del rifiuto dell’oppressione, del ripudio della guerra, del rispetto e della riconoscenza di chi si è sacrificato per noi. Il 25 aprile del 1945 ha segnato la ripartenza del nostro Paese per merito di tanti giovani di allora. In questo anno di pandemia abbiamo perso tanti di loro che rappresentavano il collegamento diretto con gli avvenimenti della guerra e della liberazione. Viene a mancare un patrimonio di memorie e di vissuti che ciascuno di noi ora ha il dovere di mantenere vivo affinché non venga ad affievolirsi il ricordo e il significato di quelle giornate. D’altra parte, non possiamo non riconoscere, che in qualche modo anche noi nel nostro presente ci apprestiamo a vivere da domani un percorso graduale di ripresa. Un percorso per il quale dobbiamo fare appello alla nostra più grande responsabilità perché, oggi come ieri, pur se in contesti radicalmente diversi, la riconquista di una piena libertà passa per le nostre azioni. Inizia un tempo nuovo. Un tempo che ha il sapore della rinascita».

A Terni

Per la festa del 25 aprile anche a Terni si è svolta una celebrazione ufficiale con la deposizione di una corona presso il Monumento ai Caduti in piazza Briccialdi alla presenza del sindaco Leonardo Latini. L’Anpi ha deposto corone in piazza della Repubblica e alla rotonda dei Partigiani, con la presenza del Gonfalone del Comune di Terni. Sulle finestre di palazzo Spada, per tutta la giornata, sono esposte le bandiere italiane. «C’è chi sottolinea come neanche quest’anno – scrive il consigliere comunale di Senso Civico Alessandro Gentiletti – il sindaco di Terni abbia diramato una nota o fatto un post per commemorare una giornata bella e importante come questa del 25 aprile. Come non abbia detto una parola che fosse significativa per la nostra città, che tanti giovani ha visto morire sui monti per la libertà e tanti ne vede fuggire per cercare lavoro e futuro. Dopo ormai tre anni penso anche io che un pò tutto questo dovrebbe imbarazzare (i suoi elettori in particolare) ma sinceramente penso anche un’altra cosa: il nostro dovere, oggi come allora, non è quello di lamentarci o farci dividere, ma immaginare insieme il futuro, che sia per tutti e di tutti, per restituire quanto prima alla nostra città la speranza che merita».

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