Cinquantanove milioni – nei prossimi tre anni – in Umbria per la lotta alla povertà e per le azioni di inclusione sociale grazie ad azioni congiunte di Governo e Regione. Ad annunciarlo è stato giovedì mattina il vice presidente e assessore alle politiche sociali Fabio Paparelli durante l’incontro tra il Ministero del lavoro, la Regione, i sindaci e i rappresentanti delle dodici zone sociale dell’Umbria.
Provvedimento centrale Papareli commenta «che è la prima risposta organica, integrata, organizzata e dunque seria nella lotta alla povertà che sta affliggendo il nostro Paese e la nostra Regione. Si tratta di uno dei provvedimenti centrali della nostra azione di governo in questa legislatura. L’azione che mettiamo in atto va ad integrare, coordinandosi con essa, la misura approvata dal Governo nazionale. Vogliamo insomma cogliere questa occasione per consentire l’inizio di un nuovo percorso lavorativo che dia prospettive di stabilità e di autonomia alle famiglie in difficoltà. Non un mero contributo assistenziale dunque, ma un sostegno concreto e speriamo efficace per aprire il mondo del lavoro a famiglie che non riescono ad entrarci e, per questo, abbiamo anche destinato notevoli risorse per le imprese che parteciperanno attivamente alla realizzazione di questi progetti. Grazie alla combinazione tra azioni nazionali e regionali potremo attivare progetti misure ‘passive’ e cioè di assistenza alle famiglie in difficoltà sia misure attive di sistema che comprenderanno la formazione, l’inserimento nel mondo del lavoro e la governance dell’intero sistema».
L’Umbria avrà a disposizione 31 milioni – nel triennio 2016-2018 – di euro per la ‘Sia passiva’, erogati dall’Inps attraverso le poste italiane (fondi del Ministero); 8 milioni per la ‘Sia attivo’ riguardanti azioni di sistema, borse lavoro, formazione e rafforzamento personale (Pon nazionale); 12,6 milioni di euro dalla Regione sempre per il ‘Sia attiva’, il sistema per l’inclusione attiva; 6,3 milioni dal fondo nazionale e regionale gestito dalle Regioni (fondi da bilancio regionale) e 1 milione circa Pon lavoro per il centro per l’impiego (fondo nazionale).
Pietro Tagliatesta Il Sia è stato illustrato dal coordinatore Pon inclusione del Ministero del lavoro e delle politiche sociale, che ha voluto sottolineare come «l’Umbria è quella che ha investito maggiormente, rispetto alle altre Regioni, in queste attività». Il Sia prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie con minori in condizioni di povertà con un indicatore Isee pari o inferiore a 3 mila euro. Il contributo economico, erogato attraverso una attività di profilazione effettuata da Inps, è calcolato in base una serie di indicatori economici e patrimoniali riferiti al nucleo famigliare. Il contributo, erogato per 12 mesi, viene quantificato su base di 80 euro mensili a componente del nucleo familiare e va da un minimo di 160 euro per un nucleo familiare formato da due componenti, fino a raggiungere un massimo di 400 euro mensili per un nucleo familiare formato da cinque o più membri. Alla Regione compete la governance dell’intervento, mentre Comuni e zone sociali sono i titolari della gestione del Sia.
In Umbria i nuclei familiari con figli minori ed un Isee pari o inferiore a 3 mila euro nell’anno 2015, sono stati 6 mila e 363 (dati Inps regionale Umbria). In base agli indicatori precedentemente descritti, alla Regione Umbria, potrebbero essere assegnate per l’anno 2016 risorse pari ad 8.373.875 euro, mentre per il 2017 le risorse – stima – aumenteranno a 11.018.230 euro. Il Ministero del lavoro prevede l’attivazione delle domande a partire da fine luglio, per poter così di erogare i primi benefici entro settembre. Le azioni regionali saranno rivolte ad una platea di destinatari finali in parte coincidenti con i nuclei familiari eligibili al Sia, ma per i quali le risorse nazionali non siano capienti per il target interessato; in parte potranno essere destinati a persone e nuclei diversi da quelli eligibili al Sia, ad esempio, persone adulte anche senza figli minori e comunque con Isee ricompreso nel limite previsto per il Sia ed eventualmente nuclei familiari e soggetti che abbiano un Isee superiore a quello previsto dal Sia. Tutto dipenderà dall’ammontare delle risorse disponibili ed al numero delle famiglie aventi diritto.
Le misure regionali di accompagnamento al Sia saranno due: sostegno all’occupazione di disoccupati-inoccupati per l’estensione del Sia e all’inclusione sociale e lotta alla povertà. Il disoccupato/inoccupato da almeno sei mesi con un Isee che evidenzia una condizione reddituale del nucleo familiare di basso livello, a seguito della fruizione dell’orientamento erogato dal centro per l’impiego competente, profilato e preso in carico, risulta assegnatario di una misura di tirocinio extra-curriculare (di durata di 6 mesi indennità complessiva di 3 mila e 600 euro), scelta tra le offerte disponibili nella apposita sezione del catalogo unico Regionale. Circa 1500 le persone coinvolte. Sono previste inoltre azioni per l’attivazione di tirocini ed uno stanziamento per gli incentivi a favore delle imprese che assumono soggetti deboli.
Inclusione e povertà La seconda misura invece sarà indirizzata all’inclusione sociale e lotta alla povertà: obiettivo è quello dell’incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili. Le azioni saranno rivolte al rafforzamento della capacità di inclusione attraverso il lavoro delle persone adulte maggiormente vulnerabili e a rischio discriminazione. La modalità prevalente dell’intervento è basata sulla definizione di azioni di presa in carico multi professionale ed è finalizzata all’inclusione sociale e lavorativa di quelle persone che non sono ricomprendibili nelle altre azioni. Nel periodo di riferimento 2016 – 2020, l’intervento specifico raggiungerà 1.172 persone in condizione di vulnerabilità: per loro saranno attivati servizi di orientamento, tutoraggio e accompagnamento al lavoro. Il percorso sarà supportato dall’attribuzione di tirocinio extra-curriculare della durata massima di 12 mesi. L’importo annuo della misura è pari nel massimo a 4 mila e 800 euro pro-capite, cifra comprensiva dell’attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro.
Sperimentazione La Regione disciplinerà inoltre le modalità con cui gli ambiti territoriali attuano i compiti loro assegnati per l’implementazione del sostegno per l’inclusione attiva: «In Umbria infine – ha concluso Paparelli – sperimenteremo anche un sistema, innovativo a livello nazionale, che prevede un’unica ‘porta di accesso’ al sistema (Pua). In ogni ambito sociale sarà messo a rete e coordinerà tutte le attività rivolte ai cittadini interessati, previste per i vari soggetti coinvolti (comuni, centro per l’impiego, asl, ecc.) nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit».