di L.P.
Il giorno dopo l’assegnazione delle prime casette ai terremotati di Norcia c’è chi è rimasto con l’amaro in bocca e chi, invece, non ci aveva creduto per niente.
Interrogazione Le notizie rimbalzano da una parte all’altra dell’Umbria, arrivano sul Trasimeno, dove stanno gran parte degli sfollati, ospiti delle strutture della zona, ma arrivano dritte dritte fino a Roma dove addirittura due parlamentari, Pippo Civati e Beatrice Brignone, di Possibile, hanno presentato un’interrogazione chiedendo anche un intervento in Parlamento del Commissario straordinario Vasco Errani. «Una estrazione che avviene, sottolineano, mentre nel frattempo la popolazione priva di moduli d’emergenza è costretta a ripararsi dal freddo nei container collettivi da 48 posti, con bagni e zona giorno in comune». Secondo i due deputati sarebbe stato più opportuno, nell’immediato, intervenire con soluzioni abitative alternative per tutti gli esclusi. Il metodo, poi, cioè l’estrazione a sorte, è sembrato inadeguato.
Nevi A difendere l’operato del sindaco di Norcia Nicola Alemanno, secondo il quale l’estrazione pubblica era il metodo più trasparente per non fare favoritismi, interviene anche il consigliere regionale di Forza Italia Raffaele Nevi. «Le polemiche sulla assegnazione delle case ai terremotati attraverso sorteggio sono assurde e vanno respinte nettamente ai mittenti. – ha scritto in una nota – esprimo la mia più sentita vicinanza al sindaco di Norcia Alemanno che sta subendo attacchi incredibili solo per aver applicato l’unico criterio possibile come quello del sorteggio tra chi ha gli stessi diritti. Ciò, fra l’altro, per accelerare le procedure di assegnazione attraverso l’unico modo possibile nel momento in cui non sono ancora disponibili il 100 per cento delle case. Ancora qualcuno non ha capito che non si specula sulle disgrazie e che occorre la massima collaborazione tra tutti i livelli istituzionali, tra Comuni e Regione, protezione civile, forze dell’ordine e vigili del fuoco che ringrazio a nome del gruppo di Forza Italia in Regione».
La Lega Polemica invece la Lega Nord: «Vista l’incapacità di fornire nell’immediato i moduli abitativi di emergenza sufficienti, la scelta di sorteggiare le 20 “casette” disponibili in una sorta di lotteria della disperazione, rappresenta l’ultima umiliante beffa sulla pelle delle famiglie colpite dal terremoto. Per questo oggi abbiamo voluto sollevare la questione anche a livello parlamentare. Tutti ricordiamo le promesse fatte dall’ex premier Renzi nel corso della campagna elettorale per il Referendum, ma la realtà è ben diversa e certifica la gestione fallimentare dell’emergenza da parte del Governo, dei vertici della Protezione Civile e del Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. Di fronte a questo, invece che prendere atto della situazione e fare una seria autocritica, si è preferito l’ennesima “spettacolarizzazione” e strumentalizzazione della vicenda, con tanto di messa in onda del sorteggio. Amministrare significa, prima di tutto, assumersi la responsabilità delle scelte (anche di quelle impopolari). Non entriamo nel merito dei criteri che sarebbe stato possibile adottare per l’assegnazione: dai tempi di presentazione della domanda alla presenza di minori e/o anziani all’interno dei nuclei familiari. Qualsiasi criterio sarebbe stato migliore di questa vera e propria “abdicazione” dal proprio ruolo. In questi mesi di costante presenza sul territorio, abbiamo toccato con mano il senso di abbandono da parte dello Stato che cittadini ed imprese continuano a vivere. Lentamente, l’incredulità e la rabbia di fronte ad una gestione dell’emergenza che ha dovuto poggiare in massima parte sulle iniziative spontanee di Enti, Associazioni e semplici cittadini, sta lasciando il posto ad una sorta di rassegnazione che, a Norcia come in altre località colpite dal sisma, fa sembrare normale ciò che in uno stato degno di questo nome normale non può essere: le Istituzioni devono garantire la dignità di tutti i cittadini, è il caso di dirlo..anche di quelli meno fortunati».
LE VOCI DI DUE SFOLLATE – IL VIDEO
Le ombre sull’estrazione, però, riguardano anche l’improvvisa comparsa, nell’elenco dei primi 89 aventi diritto alle casette, del nome di un ex dipendente comunale, Benedetto Silvestri. Ad affermare che non ci sono stati favoritismi, a riguardo, ci pensa l’assessore alla cultura del sindaco di Norcia, Giuseppina Perla, che, da giorni, risponde direttamente al telefono del sindaco. «Non c’è stata nessuna comparsa improvissa, i nomi non compaiono all’improvviso nelle liste. Per un errore materiale degli uffici non era stato inserito il nominativo del signor Silvestri nella lista ma aveva tutti i requisiti per esserci, avendo casa inagibile dal 24 agosto e con la classificazione dei danni di tipo E. Per questo, dopo le opportune verifiche, abbiamo sanato la sua posizione. E’ stato tutto fatto in modo trasparente, come gli stessi cittadini presenti hanno potuto constatare».
A San Feliciano, intanto, a commentare il giorno dell’estrazione ci pensano tutti gli ospiti della struttura Tre isole. «Noi siamo contenti che arrivano le prime casette, vogliamo che ci siano per tutti. Però non condividiamo le modalità con cui sono state fatte le estrazioni – racconta Benedetta Bianconi, una degli ospiti – perché forse si dovrebbero favorire quelle persone che ancora ce l’hanno un lavoro e che, invece, sono costrette a fare avanti e dietro dal Trasimeno a Norcia, a proprie spese, tutti i giorni. Che ci fa uno con la casetta a Norcia se non lavora più? Perché invece non aiutiamo chi può lavorare?».
Le estrazioni Sulla trasparenza delle operazioni di sorteggio garantisce anche la signora Maria Cristina Alemanno. L’unico problema, dice, è la comunicazione. «Qui le notizie non arrivano, noi non possiamo sapere nulla. Ho chiesto già al sindaco (di cui è cugina, ndr) – e al comune che venga istituito un servizio per cui per ogni struttura che ospita gli sfollati ci sia un computer con un responsabile che, ogni giorno, fa una sorta di rassegna stampa e diffonde le notizie a tutti gli ospiti. Qui siamo trattati bene, la gente è molto gentile e disponibile e tutta la comunità di Magione ci aiuta. Però ci sentiamo in esilio, tagliati fuori da quello che succede nella nostra terra. Questo ci fa sentire male, non possiamo sapere le cose solo attraverso il passaparola».
Negli alberghi «Certo, qui non stiamo male – commenta anche la signora Ermira Ameti, che ha riaperto il suo negozio di prodotti tipici qui a Magione – ma noi vogliamo tornare a casa. Quando vengono i politici, le istituzioni, tutti pronti a farsi fotografare a Norcia tra le macerie o nella piazza riaperta. Nessuno che si sia mai interessato a noi, a sapere dove siamo finiti e cosa stiamo facendo. Mi avevano chiamato per riaprire il negozio a corso Sertorio senza che siano stati fatti i sopralluoghi», racconta ancora. A più di 100 chilometri di distanza da quella che era la propria casa, le famiglie si sentono isolate e dimenticate, abbandonate. «Neanche una telefonata per Natale da parte del sindaco – dicono – nessuno che si fa vedere qui e capisce che cosa significa vivere in quattro o cinque, coi bambini piccoli, dentro una stanza da letto. Certo, siamo ancora vivi, ma questa ormai è solo sopravvivenza».