L’Umbria sul tetto del mondo in occasione dei 22° World Transplant Games in corso di svolgimento a Newcastle, nel Regno Unito. A far festa è la tennista di Todi Marta Nizzo, trionfatrice nel singolare femminile nella fascia 30-39 anni: battuta in finale l’irlandese Rachel Eagleton 4-2 4-2, mentre nel penultimo atto aveva eliminato l’iraniana Sharifi. Per lei non è una novita visto che aveva ottenuto la vittoria nel 2011 a Göteborg, in Svezia.

La commozione
«Sono rimasta commossa – le parole della Nizzo, protagonista ai mondiali trapiantati e dializzati – quando ho visto persino le nazioni rimaste a guardare la partita a fare il tifo per me. Riconfermarsi non è mai semplice ma in campo, come dico sempre, scendiamo in due, io e il mio donatore, a cui dedico tutto soprattutto queste gioie. Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini in questo periodo, perché il bello è proprio questo: la Mef Tennis Events e Dunlop Tennis che mi hanno supportato; il centro servizi sanità fisioterapia, che mi ha assistito prima della partenza; i miei istruttori dell’Anam, per la preparazione; ed infine, ma non in ultimo, l’Associazione nazionale emodializzati dialisi Onlus ed il Comitato italiano paralimpico che ci accompagnano». Da ricordare che la scorsa domenica Stefano Selva – è di Città della Pieve – aveva conquistato l’oro nell’arco olimpico nella categoria uomini 40-49 anni e sulla distanza dei 30 metri; sempre lui, lunedì, si è aggiudicato il bronzo con la squadra di calcio. I due umbri fanno parte della squadra azzurra trapiantati, composta da 49 atleti e guidata dall’Associazione nazionale emodializzati dialisi (Aned) Onlus e sostenuta dal Comitato Italiano Paralimpico (Cip). Per il presidente del Cip Umbria Gianluca Tassi «come immaginavo anche Marta ha confermato il suo oro nel tennis. Il suo risultato e quelli di Stefano Selva devono essere da esempio di vita per tutti. Questi due atleti dimostrano che tutto è possibile, anche quando la vita ci porta ad affrontare sfide difficili come, ad esempio, una malattia, la dialisi, il trapianto o, come nel mio caso, un incidente dove perdi l’uso degli arti inferiori».