Gli aggiornamenti
Sull’accaduto il sindacato di polizia Penitenziaria Sappe ha diffuso una nota in cui si legge che a Spoleto e Terni «si sono registrati violenti disordini da parte di alcuni detenuti, prevalentemente stranieri. La situazione – afferma il segretario umbro Fabrizio Bonino – è stata per ore molto grave. In entrambe le carceri umbre, sembra che i danni ai reparti coinvolti, tutti e due destinati alla Media Sicurezza, sono stati significativi: si pensi che persino alcuni familiari di detenuti ci hanno contattato per avere notizie sulla situazione». «Purtroppo – aggiunge Bonino – ancora una volta il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana e questo è inaccettabile».
In merito alla situazione di Spoleto, il segretario umbro del Sappe afferma che «detenuti stranieri, in prevalenza nordafricani, hanno devastato un intero piano del reparto giudiziario. La violenta rivolta è partita per motivi futili e pretestuosi, in questo caso la distribuzione del vitto. Hanno dapprima devastato suppellettili, porte, infissi, impianti elettrici, poi hanno scagliato bombolette di gas incendiate verso il personale di polizia Penitenziaria intervenuto. Gli agenti – prosegue Fabrizio Bonino – hanno dovuto usare gli idranti per spegnere gli incendi delle esplosioni e per respingere i facinorosi che lanciavano addosso agli intervenuti di tutto, dalle bombolette innescate alle assi di legno. Solo dopo più di un’ora si è riusciti a riportare l’ordine. La cosa più grave è che i responsabili sono nella quasi totalità detenuti assegnati dal Prap Toscana per ordine e sicurezza, e per molti dei quali era stato chiesto, invano, il trasferimento per comportamenti violenti».
Circa il fatto di Terni, invece, Bonino spiega che «la protesta è nata a seguito di un litigio durante una videoconferenza familiare di un detenuto, il quale, in preda alla disperazione, si è procurato un taglio alla gola. Un altro detenuto straniero, presente nei dintorni dello stesso reparto ha interpretato il gesto come una reazione a presunti maltrattamenti da parte del personale penitenziario anziché a motivi personali. Questa falsa convinzione – afferma il segretario del Sappe – ha innescato immediati disordini, rapidamente estesi a tutta la sezione di media sicurezza. I detenuti, in un atto di violenza indiscriminata, hanno distrutto telecamere, suppellettili, porte e impianti elettrici, appiccato incendi in diverse aree del reparto, aggredito il personale penitenziario intervenuto, ferendo un agente alla testa il quale ha necessitato di punti di sutura. Dopo ore di tensione gli agenti hanno ripreso il controllo dell’area isolando il reparto e utilizzando dispositivi di sicurezza per sedare la rivolta. Al momento – la nota del Sappe è della prima serata di lunedì – tutti i detenuti coinvolti sono stati divisi e trasferiti nei passeggi dell’istituto a gruppi, per una perquisizione generale. Il reparto è inagibile a causa dei danni strutturali e sarà necessaria una riallocazione provvisoria dei detenuti».
«La violenta rivolta nel carcere di Terni, che fa seguito a quella di Spoleto, è un segnale inequivocabile della ripresa della stagione delle rivolte che, dall’emergenza Covid, si ripete ogni anno, sia pure con modalità differenti». Ad affermarlo è il segretario generale del sindacato di polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo: «A pagarne le conseguenze, come sempre, è il personale penitenziario – aggiunge – che, come è già accaduto nella recente rivolta nel carcere di Genova, rischia la vita nell’assolvimento al dovere e per mettere fine alla violenza».
Nel pomeriggio di lunedì il carcere di Terni è stato visitato dal senatore del Pd Walter Verini, capogruppo in commissione Giustizia: «Abbiamo parlato con il direttore e con agenti di polizia Penitenziaria – afferma -. La rivolta poteva avere conseguenze drammatiche: un agente di polizia Penitenziaria è stato ferito, per fortuna in maniera non grave, e molti detenuti hanno dato vita a episodi che hanno comportato la distruzione di videocamere e colpito agenti. Insomma, poteva davvero essere una tragedia. In questo carcere – prosegue Verini – ci sono 600 detenuti, ne può tenere 422, 180 in più. Mancano agenti di polizia Penitenziaria nella ‘Media Sicurezza’ dove si è svolta questa rivolta, manca l’acqua e a Termi ci sono 40 gradi. Una cosa analoga per fortuna meno grave è successa stamattina al carcere di Spoleto, subito sedata per l’intervento della direttrice, della polizia Penitenziaria e del comandante, ma la situazione è insopportabile, insostenibile, il sovraffollamento, il caldo non garantiscono la benché minima sicurezza dei detenuti e degli agenti di polizia Penitenziaria che svolgono un lavoro difficile. Non sappiamo più come polemizzare con questo governo, con il ministro Nordio. Perché non va subito a visitare le carceri dove la situazione è più difficile, dove c’è bisogno di interventi urgenti, dove c’è bisogno di provvedimenti per colpire il sovraffollamento? È una preghiera più che una polemica – conclude il senatore del Pd -, lo faccia. Fatelo alla svelta, intervenite, la situazione è davvero una bomba e non può più essere tollerata».
La notizia
Una violenta protesta da parte di persone detenute nel carcere di Terni è scoppiata nel pomeriggio di lunedì. Secondo quanto appreso e riportato in prima battuta da Ansa Umbria, la parte della struttura di vocabolo Sabbione interessata dalla protesta riguarda le Sezioni H e G (Media Sicurezza). Sarebbero state danneggiate telecamere e suppellettili e sarebbe stato appiccato anche un incendio, la cui portata al momento non è nota. Almeno un agente penitenziario ha riportato lesioni ed è stato soccorso dagli operatori sanitari, ma il bilancio è in corso di aggiornamento. Sul posto opera il personale della polizia Penitenziaria. Contestualmente si apprende che poco prima di quella di Terni, un’altra protesta di detenuti era scoppiata nel carcere di Maiano (Spoleto). Protesta che al primo pomeriggio «sta rientrando», come afferma il garante dei detenuti per l’Umbria, avvocato Giuseppe Caforio.