di Gabriele Ripandelli
È iniziato il cammino da arcivescovo di Perugia e Città della Pieve Ivan Maffeis. Nativo di Pinzolo, 59 anni, giornalista e finora parroco di Rovereto. Questo il suo identikit. Domenica ha vissuto una giornata dal grande valore simbolico, lunedì nel giorno della festa della Madonna delle Grazie nella cattedrale di San Lorenzo presiederà la prima celebrazione eucaristica.
L’ingresso ad Umbertide
E’ arrivato a piedi, da «umile pellegrino», nel primo territorio diocesano che si incontra lungo il percorso che lo conduce alla cattedrale perugina. Ad accoglierlo il vescovo e amministratore diocesano Marco Salvi, il sindaco di Umbertide Luca Carizia, il parroco e rettore dell’abbazia di San Salvatore di Badia di Montecorona Renzo Piccioni Pignani, i dodici monaci di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine Maria e di san Bruno dell’Eremo di Montecorona, da alcuni ospiti del Villaggio Santa Caterina e da numerosi fedeli. Le prima parole di Maffeis dopo aver baciato il crocifisso ed essersi inginocchiato entrando in basilica: «Spero di essere all’altezza di quanto con generosità mi ha espresso, grazie per lo spirito di collaborazione. Fin da ora le assicuro che da parte mia e della Chiesa di Perugia-Città della Pieve ci sarà impegno per una piana corrispondenza»
L’incontro con i giovani
Numerosissimi i giovani che hanno riempito la chiesa di San Giovanni Paolo II dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia. Ad accogliere Maffeis nella sua seconda tappa il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile Don Luca Delunghi, il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e responsabile del Coordinamento Oratori Perugini Riccardo Pascolini, i parroci don Fabrizio Crocioni, don Antonio Paoletti, mons. Giuseppe Gioia, parroco emerito, e suor Roberta Vinerba, responsabile dell’Oratorio “GPII”. Il nuovo arcivescovo ha avuto parole di ringraziamento: «Quando sono entrato ho pensato: non arrivo a questa sera. Grazie per la vostra accoglienza, per questa bella primavera di Chiesa». Si è rivolto a una neo famiglia e ad una giovane lavoratrice, che hanno chiesto come affrontare le difficoltà della vita: «non accontentatevi, coltivate e ascoltate nel profondo i sogni che possono diventare progetto di vita nell’ambito familiare e in quello lavorativo. Così si possono costruire luoghi di relazione e di crescita». Poi ad una giovane disabile, che ha chiesto cosa è per lui la gioia: «La risposta più bella è il tuo esserci. Mi hai provocato a cercare una preghiera: non te lo dico ora, la cercherò, così ci incontreremo ancora». Un adolescente gli ha chiesto consigli per il bisogno di certezze e riferimenti. «Nella mia vita – ha risposto – sono stati fondamentali adulti significativi, che con il loro modo di stare e con il loro silenzio, sono stati importanti. Vi invito, quindi, a non avere paura di essere esigenti con noi adulti». L’ultima domanda gli è stata posta da uno studente su come essere presenti come cristiani in Università. «L’importante – ha detto – è riconoscersi e non avere paura della fede e così vi accorgerete che anche altre persone condividono le vostre scelte».
L’arrivo in cattedrale
Il suo cammino è terminato nella cattedrale di Perugia dove ha incontrato il suo predecessore Gualtiero Bassetti, la presidente della Regione Donatella Tesei e il sindaco di Perugia Andra Romizi. Diversi gli aneddoti raccontati: «Sono cresciuto all’interno di una famiglia numerosa: non smetterò mai di ringraziare il Signore per il dono dei miei fratelli e delle mie sorelle. Papà Santo e mamma Licia ci hanno trasmesso la fiducia nella Provvidenza e in quell’esperienza ecclesiale che ha preso corpo in parrocchia. Porto nel cuore il mio paese natale, Pinzolo: fra le sue case mi sono sempre sentito riconosciuto, accolto e accompagnato. Un pensiero riconoscente lo devo alla Comunità trentina: ringrazio, in particolare, il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, e tutte le Autorità istituzionali della mia terra, le persone amiche, comprese quelle che partecipano a distanza a questa nostra celebrazione, e il sindaco di Rovereto Francesco Valduga. La mia profonda gratitudine va all’intera Chiesa di Trento. Forte di queste radici, custodirò come memoria, compagnia e profezia il dono delle reliquie del Vescovo Vigilio e dei Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro. Il mondo della comunicazione, dall’Università Salesiana a quella del Laterano, mi ha fatto conoscere bellezze e fatiche che innervano i nostri territori e l’impegno di tanti nel raccontarle, con l’attenzione ad avvicinare alla comprensione degli eventi e alla costruzione del patrimonio culturale di una comunità».