LE FOTO
I sindacati confederali dei metalmeccanici, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, sono tornati a scioperare venerdì anche in Umbria, con il presidio principale di fronte alle acciaierie di Terni, per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore. Secondo i sindacati, l’adesione è stata “superiore al 90% in Ast, dell’85% nell’indotto e dell’80% in Faurecia. A Perugia – proseguono – segnaliamo l’adesione del 75% in Polplastic e dell’80% alla Terex. La media dei due territori provinciali è dell’80%”.
«Sono dieci mesi – afferma Simone Liti, segretario Fim Terni – che Federmeccanica tiene bloccata la trattativa per il rinnovo contrattuale. Tutto ciò non è possibile, soprattutto in un momento come questo in cui l’intero settore metalmeccanico è attraversato da una profonda transizione. Federmeccanica ha deciso di non prendere in considerazione la piattaforma di rivendicazione presentata nel maggio del 2024 da Fim, Fiom e Uilm. La loro contropiattaforma, per noi, non è accettabile ma non si può tenere bloccata una trattativa senza riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali. Oggi i lavoratori pagano di tasca propria queste 8 ore di sciopero, come quelle del mese scorso. Senza contratto non c’è futuro».
«Chiediamo un aumento di 280 euro e il rinnovo dei diritti dei lavoratori – afferma Alessandro Rampiconi, segretario Fiom Terni -, fra cui la riduzione dell’orario di lavoro sia per le aziende che vanno in transizione ecologica, sia per le realtà in crisi. Siderurgia e automotive rappresentano in pieno questi settori, fortemente presenti anche in Umbria. Sul contratto si gioca il futuro dei metalmeccanici e il futuro del Paese».
«È il terzo sciopero che facciamo, il secondo di 8 ore in Umbria – osserva Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni -. Protestiamo per tutelare salario, orario di lavoro, combattere la precarietà e tutelare i lavoratori delle ditte in appalto. La contropiattaforma di Federmeccanica è un affronto al modello contrattuale. La nostra proposta, votata dal 98% dei lavoratori, è l’unica su cui discutere. Il tavolo della trattativa va riaperto e se Federmeccanica non tornerà a negoziare, la lotta sindacale proseguirà».