Sono 15.844, stando ai dati riportati dal cruscotto statistico giornaliero del Ministero dell’interno, i migranti sbarcati sulle coste italiane da gennaio al 7 marzo 2017, il 70,20 per cento in più rispetto rispetto ai 9.309 dello scorso anno, e il 73,79 per cento in più rispetto allo steso periodo del 2015. Al 31 gennaio se ne registravano 4.504, il che vuol dire che in poco più di un mese ne sono arrivati 11.340. Il fenomeno è in aumento continuo e martedì il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha firmato il decreto di approvazione del nuovo schema di capitolato per la fornitura di beni e servizi relativi alla gestione e al finanziamento delle strutture di accoglienza dei migranti.
La situazione in Umbria I migranti accolti in Umbria sono in totale 3.024, il 2 per cento dei 174.798 ospitati in tutto lo stivale. Di quelli nella nostra regione, 2.636 sono accolti nelle strutture temporanee, mentre 388 sono quelli coinvolti nel Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, Sprar. Quest’ultimo dato però, diversamente dagli altri, non è aggiornato al 7 marzo, bensì al 27 febbraio 2017. Nonostante il grande numero di migranti arrivati dal 31 gennaio a martedì (pochi meno di 12 mila), nella nostra regione il numero di presenze è diminuito: da 3.162, si è passati a 3.024, cioè 138 migranti in meno. Per quanto sia abbastanza esiguo il numero delle presenze in Umbria, rispetto all’anno scorso, è quasi raddoppiato (erano, al 29 febbraio 2016, 1.840). In Umbria, come in Abruzzo e in Molise, il numero di residenti è abbastanza basso mentre notevolmente più alta è la percentuale in Lazio, Veneto, Piemonte, Campania, Sicilia (8 per cento). La regione in cui la percentuale è notevolmente più alta (13 per cento) è la Lombardia, mentre quella con in assoluto meno migranti è la Val d’Aosta che ospita 291 persone, cioè lo 0,2 per cento.
Il decreto Il documento è uno strumento innovativo per supportare l’operato dei prefetti e per assicurare l’uniformità delle procedure e la tutela dell’imparzialità e della trasparenza, in aderenza ai principi dell’economicità e della concorrenza. Recepisce tutte le indicazioni fornite dall’Anac, Autorità nazionale anticorruzione sulle procedure e i protocolli di affidamento delle gare di appalto sulla gestione dei centri di accoglienza.
Le novità L’atto contiene quattro novità fondamentali. Innanzitutto il superamento della figura del gestore unico e la suddivisione dell’appalto in quattro lotti prestazionali: servizi alla persona, comprensivi di mediazione culturale, assistenza sanitaria, sociale e psicologica, somministrazione di pasti e generi alimentari, servizio di pulizia e igiene ambientale e fornitura di beni. Tutti i servizi sono tracciabili con l’aggiudicazione dell’appalto all’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata secondo il miglior rapporto qualità/prezzo, premiando la componente qualitativa e scoraggiando gli eccessivi ribassi. È stata prevista, inoltre una clausola sociale finalizzata a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, creando una positiva correlazione con l’accoglienza dei migranti. Infine, il Ministero dell’interno ha rafforzato la sua attività di ispezione e di monitoraggio sugli standard qualitativi dei servizi resi.