Rifugiati: «Umbria, modello che funziona»

Accoglienza diffusa e dislocata sul territorio sia nei progetti Sprar che per gli sbarchi dell’emergenza. Numeri e dati sul fenomeno migratorio umbro nel nuovo portale dell’Anci

Condividi questo articolo su

L.P.

Undici progetti in 7 diversi comuni, 370 posti oltre quelli straordinari gestiti dalle Prefetture. C’è un vero e proprio ‘modello umbro’ in relazione al sistema di accoglienza e protezione per richiedenti asilo che, da Perugia fino a Terni passando per Todi, Marsciano, Spoleto e Foligno, si basa su strutture dislocate sul territorio e che, in base alle stime degli arrivi in situazioni di emergenza come quelle che sta vivendo il nostro Paese oggi, potrebbe diventare un vero e proprio modello esportabile in tutta Italia.

L’incontro Sono queste le considerazioni che sono state fatte martedì mattina in occasione della presentazione del primo portale umbro sui rifugiati in Umbria – www.rifugiati-anciumbria.it – promosso dall’Anci e rivolto a operatori del terzo settore e semplici cittadini. «Quello dell’accoglienza diffusa e condivisa – ha detto il sindaco di Panicale e coordinatore consulta immigrazione Anci Umbria Giulio Cherubini – garantisce i più alti livelli qualitativi per i richiedenti asilo. I territori, il comune di Perugia in prima linea sin dal 2001, si sono resi disponibili ad accogliere extracomunitari e questa sarà la linea portata avanti dall’Anci nei prossimi mesi».

sprarIl sito internet Grazie al portale, poi, sarà finalmente possibile fare chiarezza sui numeri e le presenze degli stranieri in Umbria, con dati e tabelle aggiornati e notizie demografiche e sociologiche circa i paesi di provenienza. «E’ bene subito precisare, per non fare confusione, che un conto sono i flussi straordinari, quelli cioè gestiti dalle Prefetture sul territorio e che individuano nuove strutture di accoglienza per far fronte ai massicci sbarchi sulle coste. Altra questione sono i progetti Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» spiega Floriana Lenti della cooperativa Perusia che ha lavorato al nuovo portale.

Sprar Sul fronte Sprar i progetti a tutt’oggi attivi sono 11, di cui 3 per minori non accompagnati e 2 per persone con disagio mentale o disabilità, dislocati tra i comuni di Perugia, Panicale, Foligno, Todi-Marsciano, Spoleto, Terni e Narni per 370 posti di accoglienza. Dal 2001, quando l’Umbria ha aderito al sistema di accoglienza nazionale, al 2015 sono state 1.291 le persone inserite in questi tipi di progetti e i posti finanziati sono passati dai 37 del 2001 ai 370 del 2015.

Demografia Più della metà dei richiedenti asilo hanno tra i 18 e i 27 anni, mentre il 21% ha tra i 28 e i 45 anni. I minori sono passati dall’1% al 15% dell’ultimo triennio mentre le donne accolte sono solo il 14%. Arrivano soprattutto dal Gambia, dalla Nigeria dal Mali e dal Pakistan e cercano soprattutto asilo, in calo invece chi è in cerca di protezione umanitaria e i rifugiati. Nelle strutture di destinazione, questi soggetti possono rimanere fino a sei mesi, nel caso di concessione della protezione umanitaria, o il tempo necessario per la conclusione della procedura d’asilo. Dopodiché escono dal sistema e solo nel 21,8% dei casi intraprendono un percorso di inserimento socioeconomico.

immigratiEmergenza sbarchi Ci sono poi i flussi straordinari, quelli della cosiddetta ‘emergenza’ e che vede ripartire, in conferenza Stato-Regioni, quote di migranti a ciascuna regione in base a determinate caratteristiche. All’Umbria in un primo momento sono stati assegnati 562 posti, 437 a Perugia e 125 a Terni. Dopo la circolare del gennaio 2014 con la quale il ministero dell’Interno invitava a individuare nuove strutture, sono quindi iniziati i primi bandi di gara per l’accoglienza dei migranti: il primo nel 2014 per 562 posti totali, un secondo nel 2015 per altri 671 migranti nella provincia di Perugia e 212 per quella di Terni e, per il 2016, è stato emesso un nuovo avviso di gara che mette a bando 1288 posti nella provincia di Perugia e 271 in quella di Terni. «Numeri eventualmente da incrementare del 20% in ragione del presumibile perdurare dei flussi migratori». Ad aggiudicarsi i bandi di gara un’associazione temporanea di scopo guidata dalla capogruppo Arcisolidarietà – che gestisce anche l’Ostello di Ponte Felcino in cui i residenti hanno fatto una raccolta firme e sono riusciti a far approvare un ordine del giorno in comune affinché sia rivista la destinazione della struttura.

Origine Se tentare di fare una somma complessiva è praticamente impossibile perché oltre agli arrivi gestiti dalla Prefettura ci sono i soggetti rientranti nell’accoglienza Sprar che entrano e escono dal progetto in base al loro status giuridico, è invece sempre possibile cercare di capire da dove arrivano i migranti. Anche tra i flussi straordinari, quindi, troviamo soprattutto Nigeriani e Gambiani, Pakistani, Senegalesi e Maliani sia nel capoluogo che a Terni. «Tutti richiedenti protezione internazionale in attesa di definire il proprio status giuridico attraverso la procedura di asilo» si legge nel rapporto Anci. Lo scorso anno, tra le 1159 istanze presentate, lo status di rifugiato è stato riconosciuto solo a 47 migranti, circa il 4%, mentre al 5% è stata accordata una protezione sussidiaria, mentre a oltre il 60% non è stata riconosciuta alcuna forma di protezione.

Politiche Di immigrati, soprattutto negli ultimi tempi, si parla sempre più male. Non solo perché qualcuno si macchia di piccoli o grandi reati ma, forse, soprattutto perché la loro gestione ha fatto gola a molti, a partire dall’inchiesta romana Mafia capitale. «Eppure dovremmo imparare a non considerare più questo fenomeno un problema e iniziare a conviverci» ha ricordato il vice prefetto Tiziana Tombesi, per cui in base alle stime sugli arrivi si possono mettere in campo politiche che non siano più emergenziali quanto, piuttosto, studiate in base alle esigenze dei territori. «Studiando questi dati – ha spiegato Tombesi – ora siamo in grado di adottare politiche in base ai trend di arrivo e quindi distribuire nei vari comuni gli arrivi in modo da evitare panico e notizie strumentalmente distorte».

Sotto stress Al momento, dunque, a Terni ci sono 407 immigrati e 193 soggetti inseriti nel progetto Sprar, a fronte dei 370 totali, mentre a Perugia le presenze sono 1.610, su una disponiblità totale di 1.617. «Alcuni comuni sono sotto stress – ha proseguito Tombesi – mentre in altri c’è più collaborazione. Se vogliamo uscire da questa logica di conflitto dobbiamo continuare con questo modello di accoglienza diffusa, dal momento che solo 28 comuni su 50 hanno messo a disposizione le proprie strutture e che in una regione piccola come l’Umbria basta comunicare e avere chiarezza sulle dinamiche dei fenomeni per evitare mistificazioni».

Progettualità Dello stesso avviso anche l’assessore comunale Edi Cicchi per cui «avere dati ci aiuta a orientare le politiche e a comunicare meglio. Tra le criticità rilevate in questo sistema – ha proseguito l’assessore – la mancanza di una progettualità sul dopo, nel momento in cui questi soggetti escono dal sistema. Bisogna conoscere i fenomeni per non cadere nell’errore di parlare per ‘sentito dire’ e non avere riverberi sulla quotidianità della vita in comunità».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli