di S.F.

Una rigenerazione dello spazio pubblico attualmente utilizzato per lo più come parcheggio per sviluppare un’area diversa. Con mantenimento degli alberi attuali e l’impiego di materiali a batto impatto visivo per «lasciare inalterate le visuali e non creare impatti ambientali e paesaggistici». Il progetto riguarda Montefranco ed in particolare piazza Enea Sbarretti: c’è il via libera della Regione per la non necessità di sottoporre a Vas – Valutazione ambientale strategica – del piano attuativo di iniziativa pubblica con l’ausilio dei fondi del Pnrr.

Chi si è occupato del progetto e lo stato di fatto
La ‘mano’ del progetto è dell’ingegnere Alessandro Lo Castro di Randazzo (Catania) e della Leonardo Progetti Engineering & Construction di Piombino Dese, in provincia di Padova. Il mirino è sulla piazzetta in pieno centro storico: «Allo stato di fatto – si legge nella relazione tecnica, uno dei tanti documenti inviati alla Regione per la verifica di assoggettabilità a Vas – la zona oggetto d’intervento sono assolutamente privi di ogni forma di allineamento con lo stato post opera, ovvero, la piazza non ha riscontro alcuno poiché attualmente è solamente un luogo destinato al parcheggio auto». I tre grandi alberi rimarranno.

Cosa sarà creato: scalinata in pietra
L’intenzione – il rendering è esaustivo per avere un’idea – è avere un basamento in cemento armato sul «quale si eleva una struttura in acciaio che sostiene una piastra che rappresenta la base di calpestio della piazza stessa ed il solaio del sottostante parcheggio. La piazza è costituita da una scalinata di accesso in pietra così come tutto il piano di calpestio ad esclusione della zona dei giochi per bambini in cui si utilizza un tappetino antinfortunistico/antitrauma in Epdm. La protezione laterale della piazza rispetto la sottostante quota – si legge – viene realizzata con una parte in aiuole di protezione in legno in cui si piantumeranno specie arboree autoctone mentre la restante parte sarà caratterizzata da ringhiera in vetro sorretta da opportuni elementi in acciaio. La scalinata di accesso alla piazza è confinata dalla parte conclusiva di una fontana ornamentale che anch’essa costituisce ornamento di tale opera. Nella piazza trovano collocazione delle panchine». Una zona sarà riservata «alla bambinopoli in cui piccoli giochi trovano spazio; per garantire l’accessibilità ai diversamente abili, viene collocato un elevatore in acciaio e vetro in modo da garantirne l’utilizzo senza l’impiego di personale addetto». Focus anche sulle specie arboree autoctone da inserire: lavanda, corbezzolo, rosmarino, erbe aromatiche e timo».

Le indicazioni: paesaggio e archeologia
In sede di valutazione Vas tuttavia sono arrivate – come di consueto in questi casi – delle indicazioni da seguire da parte dei vari enti coinvolti. Per quel che concerne l’aspetto paesaggistico ad esempio si raccomanda «particolare attenzione ai due alberi interessati dal progetto per i quali si chiede di fare in modo che la realizzazione della piazza non arrechi danni agli stessi, valutando un opportuno sistema di potatura che rispetti la forma attuale e che possano ricevere i necessari apporti irrigui». C’è poi un passaggio di altro tipo: «Trattandosi di opera pubblica e di pubblica utilità la cui realizzazione comporta lavorazioni di scavo per le fondazioni e modifica dello stato dei luoghi, si rammenta l’obbligo per la stazione appaltante di verificare l’assoggettabilità o meno dell’opera medesima alla procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico». L’atto è stato firmato lunedì dal dirigente regionale del servizio sostenibilità ambientale, valutazioni ed autorizzazioni ambientali Andrea Monsignori.
