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Home » Morte in strada: alcol e smartphone imputati. «Un sms fa guidare ‘al buio’ per 56 metri»

Morte in strada: alcol e smartphone imputati. «Un sms fa guidare ‘al buio’ per 56 metri»

di Fabio Toni
2 Dicembre 2021
in Ambiente e salute, Attualità
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di F.T.

Celebrata anche a Terni, con tanto di locandina e slogan ‘La vita trova sempre una via’, la giornata nazionale delle vittime della Strada. In campo la polizia Stradale di Terni – che ha allestito un ‘truck’ informativo in collaborazione con la Croce Rossa Italiana ed un punto per i cittadini in piazza della Repubblica – insieme a Comune e Provincia di Terni, questura e prefettura.

L’analisi

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la Bct, la dirigente della Stradale ternana, Luciana Giorgi, ha analizzato alcune delle prime cause degli incidenti stradali: «L’alcol e l’assunzione di droghe, che per l’ISS sono all’origine del 30% delle morti su strada, restano una delle prime cause. L’alcol, a cui bastano 30 minuti per raggiugere gli effetti massimi sul sistema nervoso centrale, limita la visione periferica e riduce pesantemente la sicurezza nel contesto di un’attività, come la guida, che è estremamente complessa sul piano psicomotorio». Poi c’è la piaga-smartphone: «Il tempo di lettura di un messaggio è di 2 secondi, nel corso dei quali un’auto che viaggia a 50 chilometri orari percorre 28 metri. Una distanza percorsa ‘al buio’ che diventa di 56 metri se aggiungiamo anche i tempi di reazione per rendersi conto che c’è un pericolo, ad esempio la presenza di un pedone, un ciclista o un ostacolo, spostare il piede dall’acceleratore, frenare. In tutto la stima è che occorrano 4 secondi, durante i quali può accadere di tutto prima di fermarsi». Il tema-smartphone, ha spiegato Luciana Giorgi, attiene anche alle dipendenze: «Si tratta di un fenomeno in costante aumento, con questi strumenti che permeano l’intera giornata di una persona. Tanto che questa patologia è sempre più valutata anche all’interno delle aule dei tribunali per decidere in merito ad eventuali infermità mentali. Il controllo spasmodico del proprio telefonino interessa, stando alle statistiche, 9 italiani su 10. Un fenomeno che interferisce con l’attività lavorativa, sociale, con casi come la ‘sindrome della vibrazione fantasma’ in cui le persone percepiscono una vibrazione del proprio smartphone, in realtà inesistente».

La testimonianza

Nel corso della mattina si sono susseguiti interventi istituzionali e testimonianze, come quella di Marcello Fiaschini, presidente dell’associazione vittime della strada, che nel 2009 perse il figlio 17enne Riccardo per la condotta di guida di un soggetto ubriaco, privo di patente e assicurazione: «Questa associazione raccoglie i familiari di persone che hanno perso la vita in incidenti stradali. Il profondo dolore lo abbiamo voluto trasformare in qualcosa di utile, specie per le giovani generazioni. Organizziamo eventi, collaboriamo con le istituzioni, siamo accanto a chi ha bisogno perché il fenomeno degli incidenti stradali ha ricadute psicologiche, economiche e sociali enormi. E diffondere valori e comportamenti corretti è la nostra missione».

L’alcol fa sentire invincibili

Il vice prefetto aggiunto Silvia Riccetti, oltre a rimarcare come nel 2019 la mortalità degli incidenti stradali in Umbria sia cresciuta del 6,3%, a fronte di un calo nazionale del 4,8%, ha spiegato che la maggior parte delle violazioni che giungono all’attenzione dell’Ufficio territoriale del Governo di Terni siano quelle relative al cosiddetto ‘186’, ovvero la guida in stato di alterazione alcolica e da droghe. «In tanti non si rendono conto delle proprie condizioni, quando guidano – ha detto -. Pensano di essere in grado di governare gli effetti dell’alcol quando invece non è così: questa superficialità è all’origine di troppi fatti gravi». La riduzione delle sospensioni di patenti per guida in stato di ebbrezza in relazione al numero degli incidenti stradali – 276 sospensioni con 58 sinistri nel 2019, 116 sospensioni e 50 sinistri nel 2020 – secondo Silvia Riccetti sta a significare che «la chiusura per la pandemia di discoteche e locali ha fatto venire meno quell’effetto ‘filtro’ dato dai controlli delle forze di polizia all’esterno degli esercizi. Un controllo preventivo che in molti casi ha consentito di arrestare sul nascere situazioni potenzialmente pericolose: c’è persino chi si lamenta – ‘eh, mi hanno fermato subito fuori dalla discoteca’ – senza rendersi conto che magari la polizia o i carabinieri gli hanno salvato la vita. Loro e di chi avrebbe avuto la sfortuna di incontrarli lungo la propria strada. Prima di compiere determinati gesti, sarebbe bene fermarsi a pensare alle cose che abbiamo davvero a cuore».

Un bel clima

Piena disponibilità e collaborazione da parte delle istituzioni, rappresentate dall’assessore comunale alla polizia Locale, Giovanna Scarcia, dal presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, dal vice questore vicario Luca Sarcoli e dal referente dell’ufficio scolastico regionale Mauro Esposito. Da tutti è giunto un messaggio di impegno, confermato dalle iniziative messe in campo nel tempo e da quelle programmate, per diffondere l’importanza di una guida sicura, specie fra i giovani. Prevenzione, prima della repressione delle condotte che violano il Codice della strada, con un’opera che – ha ribadito l’assessore Scarcia – riguarda tanto le condizioni delle strade del territorio, quanto il potenziamento degli organici delle forze di polizia, ma anche strumenti – è il caso del ‘Targa system’ – messi a disposizione di chi svolge controlli sul territorio.

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