Pugno duro del sindaco Andrea Romizi dopo gli assembramenti – con rissa in piazza Danti – registrati nella serata di venerdì a Perugia. Sabato è stata firmata l’ordinanza con la quale viene stabilita la chiusura anticipata dei locali del centro storico e a Fontivegge nel weekend, festivi e prefestivi fino al 7 giugno.
La premessa e l’ordinanza: stop dalle 21 alle 6
Nel documento viene ricordato che «nella serata del 22 maggio nell’area del centro storico sono stati riscontrati numerosi assembramenti, in particolare di giovani, che sono soliti riunirsi nei pressi dei bar e dei locali aperti in orario serale, dando luogo al fenomeno della movida». La conseguenza? Il primo cittadino ordina «ai titolari delle attività artigianali, delle attività commerciali in sede fissa e su aree pubbliche, delle attività di vendita a mezzo distributori automatici nonché dei pubblici esercizi, operanti nella zona del centro Storico e di Fontivegge di cui agli allegati elenchi vie – fatta eccezione per le attività di ristorazione tipologia A, e per le attività assimilabili alle predette, in possesso di autorizzazione o Scia per tipologia unica – la chiusura dalle ore 21.00 fino alle ore 06 del giorno successivo, dalla data odierna e per tutte le successive giornate di venerdì, sabato e domenica, nonché nei giorni festivi e prefestivi delle prossime settimane, fino al 7 giugno». Negli stessi orari inoltre è vietata «la vendita e il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche, nonché l’utilizzo di contenitori in vetro ed alluminio, nelle aree pubbliche o aperte al pubblico dalle ore 21 fino alle ore 06 del giorno successivo, dalla data odierna e per tutte le successive giornate di venerdì, sabato e domenica, nonché nei giorni festivi e prefestivi delle prossime settimane». Sempre fino al 7 giugno.
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La ristorazione
Il limite orario imposto non vale per gli esercizi legati alla ristorazione: «Devono osservare rigorosamente l’obbligo di servizio al tavolo onde assicurare il dovuto distanziamento tra utenti, salva la facoltà di consegna a domicilio». Vietata «la vendita di prodotti per asporto stante il consueto riversamento nelle piazze e nelle strade di coloro che consumano i prodotti acquistati».