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Home » Nestlé e R&R insieme: l’Umbria nell’affare

Nestlé e R&R insieme: l’Umbria nell’affare

di Marco Torricelli
7 Ottobre 2015
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Lo stabilimento della Perugina

Lo stabilimento della Perugina

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L’operazione sarebbe colossale. Perché si parla di una roba da tre miliardi di euro. E forse il condizionale si potrà togliere presto. Sarebbe infatti in dirittura d’arrivo la trattativa tra due giganti del settore – la Nestlé e la R&R (controllata dal fondo Pai Partners) – per la creazione di una joint venture con impatto prevalentemente in Europa e Africa.

L’Umbria E la cosa riguarda molto da vicino anche Perugia e Terni, visto che i due gruppi sono presenti – seppur con ‘pesi specifici’ diversi – in entrambe le realtà: la ex Perugina e la Eskigel. Ma, a livello globale, l’operazione coinvolgerebbe brand di primissimo piano come Toblerone, Milka, Oreo, Del Monte, Motta, Cremeria, Antica Gelateria del Corso.

Le conferme Ad annunciare «gli intensi colloqui» tra i due gruppi è stato il Ceo di R&R, Ibrahim Najafi: «Siamo soddisfatti delle consultazioni con Nestlé e dei nostri 14 anni di storia comune. Siamo entusiasti all’idea di fondere il talento delle risorse umane di R&R con quelle di Nestlé per crescere ancora in questo segmento. La vision alla base della proposta di joint venture è improntata allo sviluppo del business del gelato incentrato su consumatori e clienti unici, che serva tutti i canali, garantendo innovazione e gelati di alta qualità attraverso l’investimento nelle persone, nei processi e nei prodotti. L’obiettivo della proposta di joint venture è vendere più gelati soddisfacendo e anticipando i bisogni di clienti e consumatori».

I tempi L’operazione potrebbe andare a regime in tempi anche relativamente brevi: «A conclusione dei colloqui, delle consultazioni sindacali e dopo il via libera delle autorità competenti, si darà luogo al nuovo assetto durante il 2016. Ad ognuna delle parti spetterà un uguale ammontare di share della nuova joint venture che opererà in più di 20 paesi, impiegando più di 10.000 persone. La nuova joint venture sarà guidata da Luis Cantarell, attuale Nestlé Executive Vice President Europa, Medio Oriente e Nord Africa e futuro Chairman, e da Ibrahim Najafi quale Ceo. Il board di controllo sarà composto da Nestlé e Pai Partners in egual misura».

Produzione abbandonata «Non sapevamo nulla dell’accordo. Abbiamo appreso – il commento di Michele Greco, segretario generale del Flai Cgil Umbria – tutto dal comunicato stampa della Nestlé di martedì. L’accordo è un segnale di quello che Nestlé sta portando avanti da tempo e cioè una chiusura di alcuni comparti affidandoli a terze aziende e occupandosi solo della parte commerciale tralasciando quasi completamente la produzione. Se risulterà vera la notizia vorrà dire che in Italia resterebbero solo tre stabilimenti Nestlé, quello di Perugia il più grande, e due con circa 100 dipendenti a Benevento e Moretto in Piemonte. La nostra preoccupazione è proprio questa: cosa resterà della produzione di Nestlé in Italia?».

Investimenti «La realtà dei gelati – prosegue Greco – e surgelati è un po’ diversa, ora verrà affidata ad una società, 50% di Nestlé e 50% di R&R, e vedremo come e con quali investimenti. Eskigel resta una realtà importante ma non è un marchio con grandi potenziali commerciali, di quello si occuperà la multinazionale. Parleremo il 12 ottobre con i dirigenti dello stabilimento ternano. Vogliamo però capire se gli investimenti ci sono anche per Perugia e per il comparto dolciario e per il cioccolato».

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