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Home » «Noi via da Cardeto? Pronti a fare causa»

«Noi via da Cardeto? Pronti a fare causa»

di Fabio Toni
12 Giugno 2019
in Apertura 5, Attualità
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Sandro Citarei

Sandro Citarei

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Anche se il cielo non era dei più sereni, si può comunque parlare di ‘fulmine’. Almeno dal punto di vista di Parco Cardeto – la società di scopo nata per realizzare l’intervento di recupero della storia area verde – e del suo patron, Sandro Citarei, dopo che il Comune di Terni ha qualificato la propria intenzione di risolvere il contratto di project financing stipulato nel luglio 2012.

«Sorpreso»

«Sono rimasto molto sorpreso nell’apprendere questa iniziativa dell’amministrazione comunale – afferma l’imprenditore che nel 2012 si era fatto carico della riqualificazione con successiva gestione per almeno 25 anni -, perché mi sarei aspettato almeno un ulteriore incontro con il Comune. Nell’ultimo tavolo ci eravamo impegnati, e da parte mia l’ho fatto, a redigere, ciascuno attraverso i propri legali, i pareri in merito alla correttezza del procedimento nel suo insieme. La stessa Anac, a cui il Comune si era rivolto per capire se tutto fosse in regola, si è sempre espressa con molti condizionali, restituendo di fatto la palla all’ente. Non conosco i pareri acquisiti da palazzo Spada, a cui ho invece inviato i nostri. E questo cambio di rotta, quando la situazione sembrava potessi risolvere in maniera pacifica, posso immaginare dipenda da quei giudizi di carattere legale. Credo sia giusto che il consiglio comunale, la commissione competente, ascolti anche il nostro punto di vista».

«Faccio causa al Comune»

«In tutti questi mesi – afferma Citarei – il dialogo è andato avanti, nella consapevolezza che non convenga a nessuno impelagarsi in diatribe legali infinite. Ma a questo punto, ed io su Cardeto ho speso oltre 2 milioni e 200 mila euro, credo che quella giudiziaria sia l’unica pista percorribile. Fra l’altro il Comune sostiene che, una volta rescisso il contratto, alla società Parco Cardeto non spetti nulla in termini economici, nonostante le ingenti somme spese. Mi sembra veramente una cosa ai limiti della legalità. Basti pensare che per il solo campo da tennis coperto abbiamo sostenuto una spesa di 750 mila euro. L’ente stima che siano state realizzate almeno il 70% delle opere? È una valutazione plausibile, da approfondire, ma che dà il metro di come Parco Cardeto non si sia mai disimpegnata».

I ritardi di Cardeto: «Tanti imprevisti»

In questo senso l’imprenditore si dice «pronto a riprendere i lavori anche domani. I ritardi accumulati nel tempo? Se sapeste quante varianti, quanti imprevisti abbiamo dovuto fronteggiare… A partire dagli alberi che, appena aperto il cantiere, hanno iniziato a cadere come birilli costringendoci ad una spesa di 40 mila euro. Ma anche gli stessi spogliatoi, rifatti ex novo dopo che era stato scoperto che in trenta centimetri di cemento ‘armato’ non c’era il ferro. Lasciamo stare il capitolo ritardi che ne avrei da raccontare. Ora però sentirmi dire che devo ‘buttare via’ tutti i soldi spesi, sulla base di aspetti che sono completamente opinabili, se permettete è qualcosa di inaccettabile. Non vedo motivi di responsabilità da parte nostra mentre altri sembrano aver messo da parte lo spirito da ‘buon padre di famiglia’ che dovrebbe caratterizzare ancora l’azione amministrativa».

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