L’urlo da Norcia: «Aprite i cantieri»

Venerdì la mobilitazione di lavoratori e sindacati per chiedere lo sblocco e la ripartenza del settore: «Sotto al 10% di cantieri avviati per la ricostruzione»

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Un grido d’allarme – non è il primo – per chiedere lo sblocco dei cantieri e la ripartenza di un «settore strategico che vale ancora il 10% del Pil». A lanciarlo sono sono i lavoratori edili con focus in particolar modo sulla ricostruzione post terremoto del 2016: venerdì mattina mobilitazione in piazza con Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.

L’sos

Tutti in piazza San Benedetto per farsi sentire: «Siamo ancora ampiamente – spiegano le organizzazioni sindacali – sotto al 10% di cantieri avviati per la ricostruzione e quindi in fortissimo ritardo se guardiamo ad esempio ai ritmi della ricostruzione post sisma del 1997. Sono ritardi inaccettabili e prevalentemente dovuti ad eccessiva confusione e sovrapposizione di norme e responsabilità nella pubblica amministrazione». Viene messo in chiaro che di questo passo che «per 700 pratiche all’anno lavorate dall’ufficio speciale per la ricostruzione in Umbria, ci vorranno 12 anni solo per la progettazione. Ora serve davvero accelerare nel rispetto del Durc, dei diritti, della legalità e della sicurezza, evitando di passare dalle persone senza casa alle case senza persone, ovvero allo spopolamento che tempi troppo lunghi rendono sempre più grave». In chiusura Fillea, Filca e Feneal puntualizzano che la ricostruzione di qualità «deve partire immediatamente, ma non può fare sconti su diritti, regole e contratti».

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