Meno di 48 ore al voto per il rinnovo del consiglio di amministrazione del consorzio di bonifica ‘Tevere-Nera’. A parlare è il presidente dell’ente consortile Massimo Manni, in sella dal 24 agosto del 2015 e nuovamente candidato nella lista ‘Tuteliamo il territorio’. Con lui abbiamo tracciato un bilancio di quanto fatto finora dall’ente consortile e le prospettive, a brevissimo – ergo, il voto di domenica -, medio e lungo termine per il consorzio che da almeno 15 anni è contestato con regolarità da coloro che ne chiedono l’abolizione. Quest’ultimi, fra le altre cose, sostengono che gli interventi devono essere eseguiti non tramite la tassa pagata dai contribuenti del territorio interessato, ma attraverso la fiscalità generale.
Presidente Manni, qual è il suo bilancio generale di questi cinque anni di lavoro?
«Dal punto di vista degli interventi messi in campo, il bilancio è decisamente positivo. Sono state pensate e realizzate opere importanti per la salvaguardia del territorio, come la messa in sicurezza del fiume Nera per la riduzione del rischio idreologico nell’area industriale e commerciale che va da Maratta a Pescecotto, nel comune di Narni. Tale opera, che intendiamo completare una volta confermati, rappresenta un elemento di sviluppo per tutte le imprese che insistono in quella zona. Più in generale, credo che la logica di intercettare i fondi disponibili per metterli a disposizione del territorio abbia funzionato. In tal modo sono state reperite risorse che, altrimenti, non sarebbero mai giunte qui. E ciò grazie al consorzio ‘Tevere-Nera’, alle sue competenze nei termini operativi diretti, di capacità progettuale e infine nel disporre quei bandi aperti a tutti e che costituiscono un volàno per le attività economiche ed il lavoro. Nel tempo ci siamo aperti molto agli enti, alle istituzioni, ai comuni con cui abbiamo saputo costruire un rapporto costante per la gestione del territorio. Le ultime criticità relative al maltempo ed affrontate tempestivamente, da Avigliano Umbro a Montecastrilli, da Otricoli ad Attigliano, lo stanno a dimostrare».
Da anni si contesta il consorzio e c’è chi ne chiede l’abolizione, tant’è vero che anche in questa tornata elettorale c’è una lista abolizionista pronta a dare battaglia. Qual è la sua riflessione politica sul punto?
«La mia impressione è che ci sia una volontà costante, da parte di alcuni, di mistificare la realtà. Un conto è gestire un consiglio di amministrazione e un altro è fare scelte politiche che spettano, nel caso di specie, al consiglio ed alla giunta regionale. Quando si afferma che gli interventi eseguiti a Terni devono essere pagati attraverso la fiscalità generale, si fa una riflessione politica che non compete al consorzio ed al suo consiglio di amministrazione, chiamato a gestire come un ‘buon padre di famiglia’ le risorse esistenti e gli interventi necessari. Ancora leggo che si vuol ‘conquistare’ il cda per poi dialogare con la Regione. Ma il dialogo, in questi anni, c’è sempre stato, perché il consorzio ‘Tevere-Nera’, nella consapevolezza delle proprie competenze, è un ente riconosciuto e che ha funzioni ben precise. Non certo politiche».
Sul piano operativo, cosa è stato fatto e soprattutto cosa c’è ancora da fare?
«Quando abbiamo preso le redini del consorzio, c’erano soltanto due, tre operai. Oggi, nonostante il blocco delle assunzioni e attraverso modalità come il lavoro interinale, possiamo contare su quindici dipendenti che ci permettono di poter effettuare in maniera puntuale la prevenzione e la gestione del territorio. Sul fronte dei finanziamenti, della programmazione degli interventi, della definizione dei bandi nel rigoroso rispetto del Codice degli appalti, crediamo che sia stata imboccata da tempo la strada giusta. Possiamo anche contare su risorse interne sul piano progettuale, cosa che ci consente di essere reattivi ed anche un punto di riferimento. La prospettiva è quella di fare più progetti possibili, come stiamo facendo, per intercettare finanziamenti e riversarli sul territorio sotto forma di manifestazioni e bandi su cui le imprese, tutte coloro che ne avranno interesse, saranno chiamate a competere».
Cosa è prioritario, oggi, per il territorio di competenza del consorzio?
«La partita più importante da chiudere è quella relativa al percorso del fiume Nera con il completamento dell’asse cruciale per lo sviluppo dell’area industriale Terni-Narni e la messa in sicurezza delle imprese che lì hanno i propri impianti e sedi. Dobbiamo poi implementare l’attività di irrigazione con la creazione di nuovi bacici di raccolta che hanno un duplice scopo: evitare ‘disastri’ legati alle forti piogge, sempre più frequenti e legate ai cambiamenti climatici in atto, e al tempo stesso mettere a disposizione dell’agricoltura maggiori risorse idriche. Oggi il 66% del prodotto agricolo viene realizzato sul 33% dei terreni irrigui. Un’agricoltura senza una corretta gestione dell’acqua, è impensabile. Gestire il territorio è sempre più complesso e difficile, basti pensare che solo nell’ultimo anno abbiamo avuto sei alluvioni. Fenomeni un tempo sporadici, sono oggi la ‘normalità’ e non possiamo non tenerne conto».
Agli elettori che domenica si presenteranno alle urne per decidere il futuro cda, cosa si sente di dire?
«Credo sia giusto che venga riconosciuto il ruolo, l’importanza di un ente che in cinque anni ha svolto appieno la sua funzione, cercando di dare risposte a tutti i territori, nessuno escluso. L’azione comunicativa che abbiamo messo in campo durante la mia presidenza va proprio in questo senso: dialogo con tutti, interscambio continuo e costante con i cittadini-contribuenti, le istituzioni, le imprese. In cinque anni sono stati messi in campo tanti interventi economici ‘di peso’ e credo che il rapporto creato con il territorio abbia modificato, e non di poco, l’immagine stessa del consorzio ‘Tevere-Nera’. In questo senso la continuità, per ciò che è stato fatto e che c’è ancora da fare, sia la scelta più idonea per progredire ancora. Nell’interesse di tutti».