‘Pablito’ Rossi non c’è più: il cuore in Umbria

L’eroe del mondiale di Spagna ’82 si è spento all’età di 64 anni. L’annuncio della moglie, la perugina Federica Cappelletti. Il suo mito resterà per sempre nel cuore degli italiani

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La notizia è piombata sull’Italia nel cuore della notte: Paolo Rossi, l’eroe e il capocannoniere del ‘mundial’ 1982 in Spagna – dove gli azzurri conquistarono il terzo titolo dopo quelli del 1934 e 1938 – è morto. A dare l’annuncio, la seconda moglie – la perugina Federica Cappelletti – con un post su Instagram. Paolo Rossi, malato da tempo, era nato a Prato 64 anni fa ed era ricoverato a Siena.

Eroe Mundial

‘Pablito’, che lascia anche tre figli, è stato un bomber implacabile – in particolare con le maglie del Lanerossi Vicenza, della Juventus, del Perugia e della nazionale, tanto da conquistare anche il Pallone d’Oro – ma soprattutto è stato l’eroe del mondiale in cui fece spiccare il volo all’Italia a suon di gol: 6 contro Brasile (distrutto con una tripletta), Polonia e in finale contro la Germania. Da lì in poi fu mito: insieme a Bearzot e a tutti i suoi compagni di squadra di cui oggi rivediamo appena possibile, con piacere e un po’ di malinconia, le immagini del Sarrià, del Camp Nou e soprattutto del Bernabeu con quell’urlo di Tardelli che è incancellabile al pari dei gol di Rossi, dell’esultanza di Pertini, del «campioni del mondo» di Nando Martellini e di tutto ciò che avverrà dopo.

Nel Perugia dei miracoli

Il suo trasferimento – un prestito biennale ma molto oneroso per l’epoca – dal Vicenza al Perugia, nel 1979 (l’anno successivo a quello dell’imbattibilità), fece scalpore e a suo modo segnò una svolta fra le più importanti della storia del calcio moderno in Italia: l’arrivo degli sponsor sulle maglie. Per finanziare quella spesa, il Perugia presieduto da Franco D’Attoma riuscì, non senza difficoltà e dopo una lunga battaglia, a sdoganare gli sponsor su maglie e divise da allenamento e da gioco, convincendo alla fine la stessa Figc. Il marchio ‘Ponte’ – il pastificio di Ponte San Giovanni – trovò così spazio, dapprima con un escamotage e poi ufficialmente autorizzato, aprendo un’epoca.

LA STORIA DI PAOLO ROSSI (DA IL NOBILE CALCIO)

Dal calcioscommesse alla tripletta al Brasile

Rossi a Perugia non tradì le attese di bomber. Ma rimase ‘impigliato’ – senza mai intascare una lira né dando il proprio consenso a qualsiasi accordo illecito – nella rete del calcioscommesse che rischiò di porre fine alla sua carriera. Invece, se qualcuno lo aveva subito scaricato, altri crederono in lui e lo aiutarono a risalire una difficile china. Pablito, che tale era dal bellissimo e imperfetto mondiale argentino del 1978, ci mise molto del suo, passando dalle polveri agli altari ‘azzurri’ e della Juventus nel giro di un paio d’anni. Diventando per tutti l’eroe mundial, simbolo eterno di un calcio non certo arcaico ma al tempo stesso non troppo moderno: perfetto per la poesia che ispira ogni volta.

«Triste notizia per il mondo dello sport»

«La scomparsa di Paolo Rossi – il commento di Paola Agabiti, assessore regionale allo sport – è una triste notizie per il mondo dello sport e per l’Umbria. Con le sue gesta, in nazionale così come con la maglia del Perugia, Rossi ha scritto pagine indimenticabili. Momenti che resteranno per sempre nella memoria collettiva di una nazione alla quale ha regalato gioia e successi. Alla famiglia e a tutti i suoi cari le più sincere condoglianze».

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