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Home » Parco eolico sul Peglia, progetto abbandonato

Parco eolico sul Peglia, progetto abbandonato

di Marco Torricelli
27 Gennaio 2017
in Attualità, Dal territorio, Economia, Opinioni, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Un parco eolico

Un parco eolico

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di Vittorio Fagioli
del Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena, Comitato tutela Monte Peglia 

Definitivamente archiviati i due progetti di megaeolico al Peglia, la “Montagna” e la “Cavallaccia”. Due progetti mostruosi che avrebbero sventrato la montagna con strade larghe a sufficienza per consentire il transito delle pale fino alla cima. Pale alte 3 volte il duomo di Orvieto, che avrebbero per sempre deturpato lo skyline dal Duomo di Orvieto, dalla basilica di Assisi, da Piazza Italia di Perugia, dalla Chiesa della Consolazione di Todi.

Un impianto che poteva contare su poco vento, presumibilmente insufficiente a garantirne la convenienza economica, senza la presenza degli incentivi governativi.

La storia, lunga, inizia nel luglio del 2012, quando la società Innova Wind di Napoli (capitale sociale 10.000 euro!) presenta alla provincia di Terni la richiesta di autorizzazione per l’installazione sul Monte Peglia di due impianti eolici per un totale di 18 torri alte 150 mt. Il progetto prevede di ricoprire il suolo con ettari di cemento armato, nuove strade da realizzare nei boschi, chilometri di cavidotti e di elettrodotti.

Associazioni e imprenditori privati si sono subito mobilitati per impedire la realizzazione del progetto Mega Eolico sul Peglia. Cittadini e ambientalisti hanno raccolto firme, indetto assemblee, fatto manifestazioni, discusso con le istituzioni, presentato osservazioni contro la procedibilità, allarmato il parlamento europeo, incontrato dirigenti, giornalisti, assessori. E i sindaci, in particolare i sindaci di San Venanzo, Parrano, Orvieto e degli altri comuni da cui si sarebbero viste le torri si sono subito mobilitati contro l’insano progetto. Ricordiamo su tutte la manifestazione nazionale del 13 aprile 2013 che ha visto, oltre alle associazioni locali ed alla adesione delle amministrazioni comunali, la presenza di associazioni nazionali in difesa del paesaggio (Italia Nostra, Amici della Terra, CNP, Lipu, ecc.).

Anche la Regione Umbria si è adoperata per contrastare il progetto: il 10 marzo 2015 viene approvata la delibera n. 263 di ampliamento delle aree contigue dello STINA con il risultato che tutte le 18 pale sono ivi ricomprese, e quindi i progetti non possono essere realizzati.

L’11 luglio 2016 la giunta regionale esprime all’unanimità le due delibere (la n. 794 per il progetto La Cavallaccia e la n. 795 per il progetto La Montagna) nelle quali convalida quanto stabilito dal Comitato di coordinamento, ovvero il parere negativo sui due progetti. Le delibere sono effettive dal 22 luglio 2016. Nel dicembre 2016 scadono i termini entro i quali la ditta proponente poteva presentare ricorso. Il ricorso non è stato presentato. La Regione Umbria archivia così definitivamente i due progetti di megaeolico al Peglia.

E’ una vittoria di cittadini, ambientalisti, associazioni, comuni ed anche della Regione Umbria che si è ben resa conto della larga opposizione popolare ai progetti. Un precedente che ci fa ben sperare verso altri progetti invasivi ancora in itinere avversati dall’intera comunità.

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