Pasqua e Pasquetta, l’Umbria chiude tutto

La Regione fa ordine: lo ha deciso la presidente Tesei. Uniche eccezioni farmacie, parafarmacie ed edicole «se esercitate in locali indipendenti»

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‘Taglia la testa al toro’ la Regione Umbria: tutto chiuso per Pasqua e Pasquetta, ad eccezione di farmacie, parafarmacie ed edicole «qualora quest’ultime siano esercitate in locali indipendenti». Sono queste le uniche eccezioni rispetto all’ordinanza firmata giovedì mattina dalla presidente Donatella Tesei: vista l’emergenza sanitaria per il covid-19, è stata sancita «la chiusura di tutte le attività commerciali, ivi compresi gli esercizi di vicinato, le medie e grandi strutture di vendita ed i centri commerciali, nelle giornate di domenica 12 e lunedì 13 aprile». Diversi sindaci – non tutti, comuque – avevano anticipato la presidente nella decisione: ora palazzo Donini ha fatto ordine uniformando l’intero territorio umbro.

L’ORDINANZA DELLA TESEI

Cgil, Cisl e Uil: «Giusto, ora anche 25 aprile e 1° maggio»

«Bene presidente Tesei, un provvedimento serio, giusto e sopratutto coerente, che abbiamo chiesto con forza e che accogliamo con soddisfazione». Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle rispettive categorie del commercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, commentano così l’ordinanza con la quale la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha stabilito la chiusura di tutti i supermercati, centri commerciali e negozi di vicinato per le giornate Pasqua e Pasquetta. «Si sta andando nella direzione giusta, quella che guarda alla tutela della salute pubblica. Infatti, in questo modo non solo si assicurerà a lavoratrici e lavoratori il giusto riposo dopo settimane di forte stress, ma si ridurranno anche sensibilmente gli spostamenti delle persone, i contatti sociali e quindi i rischi di contagio. Sarebbe stato assurdo – concludono le sigle – tenere le persone a casa e non chiudere i supermercati. Ora però non si arretri su questi provvedimenti e anche nelle prossime settimane si lasci la possibilità a lavoratrici e lavoratori del commercio di vivere con le proprie famiglie le domeniche e le altre giornate di festa come il 25 aprile e il 1° maggio».

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