
C’erano più di 300 studenti, mercoledì, nella sala dell’assemblea legislativa per l’ultima tappa del progetto ‘Sulle orme di Giovanni’. Presente anche la professoressa Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci il 23 maggio del 1992 per mano di Cosa Nostra.
L’iniziativa «Una giornata emozionante – è il commento della presidente Donatella Porzi – in cui i ragazzi hanno presentato i loro lavori e la professoressa Falcone ha offerto la sua preziosissima testimonianza, invitandoli a rimboccarsi le maniche per migliorare la nostra società , sulle orme di Giovanni, grande servitore dello Stato. La cultura della democrazia e della legalità si costruisce anche da giornate come questa, perché come diceva Falcone, la mafia sarà sconfitta solo se cambierà la società . E la società si cambia con l’educazione e la formazione».

Legalità L’iniziativa, organizzata dall’istituto tecnico Volta, ha visto la presentazione dei lavori degli studenti sul tema della legalità . Un video del viaggio a Palermo, una locandina, delle interviste, un’inchiesta, un lavoro sulle ecomafie e ancora tanti altri approfondimenti elaborati dagli studenti con la collaborazione delle insegnanti e della dirigente scolastica Rita Coccia. «Siamo una delle poche scuole – ha detto la dirigente scolastica Rita Coccia – che ha inserito nelle loro competenze e curricula l’educazione alla cittadinanza perché crediamo nello Stato come ci ha creduto Giovanni». Ai ragazzi anche il saluto del presidente della commissione Antimafia Giacomo Leonelli, al quale i ragazzi hanno offerto alcuni loghi, realizzati nel corso delle loro attività .

Umbria non è immune «Gran parte della mia azione amministrativa – ha spiegato la presidente Porzi – è stata legata e dedicata alla costruzione di progetti per la legalità . Le ultime dichiarazioni del Procuratore De Ficchy dimostrano quanto bisogno ci sia di un lavoro in questo senso, volto a strutturare una cultura della legalità sempre più radicata. Anche l’Umbria non è immune – ha continuato la presidente – e noi, amministratori della cosa pubblica, siamo chiamati a passare dalla sensibilizzazione alla creazione della cultura della legalità . Il confronto con i ragazzi dimostra che ci sono tutti gli elementi per la costruzione di una società salda e improntata alla legalità ».

La sorella del giudice «Grazie a Giovanni e grazie ai tanti insegnanti che, con attività e giornate come quella di oggi, mi aiutano ad andare avanti – ha detto la professoressa Falcone – il dolore per aver perso un fratello eccezionale era tanto e, accanto a questo, ho dovuto provare lo scoraggiamento della cittadina italiana che vedeva l’impossibilità di raggiungere un’Italia migliore. In quel momento mi fu di conforto ricordare le parole di Giovanni che diceva sempre che la mafia sarebbe stata vinta solo se la società sarebbe stata cambiata. E solo l’educazione può creare una società diversa». La professoressa Falcone ha proseguito ricordando che Giovanni era cresciuto con il culto della democrazia e ha cercato in tutti i modi di proteggerla. «La mafia e la criminalità – ha detto la Falcone – sono il pericolo più grande per la democrazia. Voi – rivolgendosi agli alunni – siete il futuro e dovrete essere il baluardo contro questi pericoli. Abbiamo la possibilità di migliorare, non possiamo permetterci di piangere».