2800 mq per un nuovo hub agroalimentare

Perugia, caccia al gestore unico che dovrà corrispondere al comune 176mila euro l’anno. Largo ai prodotti tipici e a km zero, eventi e cultura locale

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Dopo anni di lavori, progetti mai realizzati, sogni rimasti dentro a un cassetto e ritardi accumulati, è finalmente uscito il bando pubblico per il futuro gestore del Mercato coperto.

Il bando

Lo ha annunciato sulla propria pagina Facebook direttamente l’assessore Michele Fioroni che, negli anni, ha seguito e impresso un’accelerata a tutta la pratica ‘Mercato coperto’. «Secondo quanto previsto dal disciplinare di gara – spiega l’assessore – al futuro soggetto gestore verrà chiesto di realizzare un luogo in linea con quanto accade nelle principali capitali e città europee, ma che non rinuncia a delle peculiarità, con l’obiettivo di creare un vero e proprio modello Perugia di concepire il mercato coperto, una struttura sempre più al centro del concetto di città contemporanea».

Il cuore della città

L’inaugurazione nel 1930

«Non potevamo non essere ambiziosi e così, partendo dalle migliori esperienze che abbiamo studiato in Italia e all’estero, siamo arrivati a pensare al nostro modello di Mercato Coperto, che unisce l’anima di Perugia come grande meta del turismo enogastronomico alla sua nuova visione di città guida nella rivoluzione digitale che sta investendo il nostro paese e la sua economia. Così abbiamo pensato ad un luogo che sia al servizio dei cittadini e dei turisti, dove si possano vivere esperienze autentiche ed intense, all’insegna del gusto e della socialità, ma che allo stesso tempo diventi luogo dove fare impresa e generare innovazione nei settori che sono alla base della nostra economia. Ci auguriamo che le migliori energie che il nostro territorio è in grado di offrire sappiano cogliere e far propria la sfida e che i cittadini di Perugia possano riappropriarsi di un luogo che gli sta nel cuore per farne il cuore della vita di questa città, proprio come in queste foto scattate in occasione della sua apertura nel lontano 1930».

I criteri

La durata della concessione sarà di nove anni a decorrere dall’ottenimento dell’agibilità, rinnovabile per un ulteriore periodo di nove anni purché il concessionario sia in regola con il pagamento del canone e con gli altri obblighi contrattuali. Dunque non sarà automatico, e il criterio di aggiudicazione – si legge nel bando – prediligerà l’offerta economica più vantaggiosa. C’è tempo fino al 29 marzo 2019 per presentare i plichi e potranno farlo sia istituzioni pubbliche che imprenditori individuali, società, cooperative, associazioni che intendano rispettare gli indirizzi formulati dalla giunta e che intendano completare e gestire l’immobile oggetto della concessione.

Il disciplinare

La vista dall’interno

Per accaparrarsi la gestione del Mercato coperto, volta alla realizzazione di un hub agroalimentare dedicato alla produzione, al commercio e alla somministrazione e consumo di prodotti agroalimentari, il concessionario dovrà contribuire a riqualificare il tessuto economico e sociale del centro storico mediante l’incentivazione e la valorizzazione di prodotti locali e servizi innovativi. Al suo interno, dunque, dovranno essere organizzate attività formative, creative, espositive e divulgative della cultura artigianale e delle eccellenze enogastronomiche. Oltre 2.800 metri quadrati suddivisi tra il piano terra, i due piani primo e secondo e la terrazza che il gestore dovrà coordinare e mettere a frutto. Per presentare l’offerta, infatti, in sede di gara sarà necessario presentare un progetto definitivo in cui siano indicati i lavori di completamento della struttura e quelli di allestimento, con tanto di progetto esecutivo e opere da predisporre secondo uno specifico cronoprogramma. Sarà poi necessario gestire a propria cura e spese gli spazi dati in concessione oltre che quelli comuni.

Gli interventi

«Ogni intervento a carico del concessionario, anche ulteriore rispetto a quelli sopra specificati, dovrà essere autorizzato dall’amministrazione quale proprietario dell’immobile, fatto salvo l’obbligo di dotarsi di tutti gli atti autorizzativi sotto il profilo urbanistico-edilizioA garanzia dell’esecuzione deg. li interventi predetti il concessionario dovrà stipulare apposita polizza fidejussoria pari al valore delle opere di completamento che saranno realizzate dal concessionario. È a completo carico del concessionario l’arredamento degli spazi». Sarà possibile anche sub-concedere porzioni dell’immobile nel rispetto dei limiti del disciplinare di gara.

Vincoli a carico del concessionario

Gli operatori di piazza del Circo

Il nuovo gestore dovrà provvedere alla pulizia, alla custodia e alla sorveglianza degli spazi ad uso pubblico, per 365 giorni l’anno, provvedere alla manutenzione, alla pulizia e alla gestione dell’area verde adiacente al Mercato Coperto e prospiciente gli Arconi di via della Rupe, organizzare 12 eventi l’anno di natura culturale, di promozione socio-economica, di educazione al gusto, di animazione teatrale e musicale e piccoli intrattenimenti come esibizioni di band, spettacoli di danza, dj-set, esibizioni di attori e cantanti, sfilate, escluso il ballo, tutti gratuiti e aperti alla fruizione di tutta la cittadinanza. Il programma di tali eventi dovrà essere previamente comunicato all’amministrazione e successivamente oggetto di report annuale. L’Amministrazione, qualora il concessionario non provveda ad eseguire gli obblighi di servizio trasferiti, invierà una formale messa in mora, fissando un termine non superiore a 5 giorni per il relativo adempimento. Trascorsi i termini previsti, in caso di inerzia del concessionario l’amministrazione provvederà autonomamente imputando al medesimo concessionario gli oneri sostenuti.

Selezione dei produttori

La gestione dovrà inoltre rispettare le seguenti prescrizioni: nell’assegnazione degli spazi e selezione di operatori/attività, il concessionario dovrà riservare, a pena di esclusione, almeno 500 mq complessivi alle seguenti particolari categorie: produttori agricoli iscritti al registro imprese che esercitano la vendita diretta al dettaglio dei prodotti agricoli, prodotti da filiera corta, a chilometri zero e di qualità, pubblici esercizi prevalentemente operanti nella somministrazione di prodotti agroalimentari tradizionali inseriti negli elenchi regionali o comunque classificati e riconosciuti come DOP, IGP, DOCG e IGT della Regione Umbria. In caso di non assegnazione, detti spazi non potranno avere altro utilizzo. Il concessionario dovrà poi obbligatoriamente prevedere, a pena di esclusione, la presenza nell’immobile di attività di ristorazione,  formazione, co-working, accelerazione e incubazione. La superficie di vendita alimentare complessiva non potrà superare 1500 mq.

Canone per il Comune

Il canone annuo, a base d’asta, è fissato in 176 mila euro annui minimo, che sarà ridotto del 30% per i primi tre anni «al fine di sostenere la fase di start-up durante il quale il gestore dovrà individuare e selezionare le attività e i servizi da insediare nell’immobile». Nei primi nove anni di gestione «dal canone annuo si procederà a scomputare in quota-parte l’onere sostenuto e riconosciuto al concessionario per gli interventi di completamento assentiti, eseguiti, debitamente rendicontati e ritenuti riconoscibili in quanto destinati ad aumentare stabilmente il valore dell’immobile; la somma annua scomputabile non potrà comunque superare il 90% del canone annuo come sopra definito».

Le prime critiche

I box in piazza del Circo

A criticare l’operato del comune e, soprattutto, dell’assessore Fioroni che ha annunciato via social l’uscita del bando è stato il gruppo Pd in comune che, in una nota, scrive: «L’assessore Fioroni, che da sempre si dichiara un esperto progettista, dovrebbe sapere quanto è importante la tempistica nella preparazione di un progetto in risposta ad un bando complesso ed articolato. Costringere i soggetti interessati, a causa delle festività natalizie, a rinunciare a 20 giorni di tempo per poter lavorare sulla proposta va in direzione opposta rispetto al principio della partecipazione, all’obbligo di mettere tutti nelle condizioni di rispondere all’avviso, e rischia di complicare se non di impedire ad alcuni operatori di presentare un progetto valido e di qualità, che andrebbe a valorizzare quello che attualmente è un ‘non luogo’, come piazza della Rupe».

I ritardi

«Nonostante il ritardo con cui questo bando esce – proseguono dall’opposizione – nello stesso ci sono molti punti poco chiari e che fanno insorgere dubbi legittimi sulla reale concretezza del avviso pubblico. In primis, non si specifica quale sarà la sorte degli ex operatori della struttura, che dopo essere stati trasferiti e allocati in piazza del Circo (con gravi perdite economiche visto la poca affluenza di clienti e lo scarso appeal dato dal degrado e dalla bruttura strutturale), non hanno ricevuto alcuna garanzia di riappropriarsi degli spazi che hanno da sempre utilizzato. Il sindaco Romizi e l’assessore Fioroni non possono pensare di non dare loro risposte chiare e nette, attraverso i canali ufficiali dell’ente e non delegando tutto alla facile piattaforma dei social network, dopo le tante promesse fatte di un rapido rientro negli spazi del Mercato Coperto. Anche questa volta, come già successo con Ikea, la giunta si sottrae al dibattito chiudendosi nelle stanze di palazzo dei Priori per decidere il destino della città, non interloquendo con i cittadini, con le forze sociali, con i rappresentanti del mondo imprenditoriale e del commercio, con gli operatori culturali e neanche con il proprio consiglio comunale. Attendiamo che l’amministrazione di centro destra a stretto giro porti una informativa esauriente su questo tema, che non può non essere condiviso con la città tutta, per spiegare le condizioni e i termini del bando e per ascoltare le esigenze e le segnalazioni di tutti».   

 

 

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