di Giovanni Cardarello
Si è svolto nel pomeriggio di martedì 10 giugno a Perugia, nella sala dei Notari del palazzo dei Priori, il ‘consiglio grande’ sulla recente manovra fiscale della Regione Umbria. Il ‘consiglio grande’ è uno strumento previsto, e disciplinato, dagli articoli 22 dello statuto e 30 del regolamento consiliare. Si tratta, in sostanza, di un consiglio comunale destinato alla partecipazione dei cittadini e che si riunisce su temi di particolare rilevanza per la vita cittadina. L’assise viene convocata ogni qual volta il presidente del consiglio, sentito il sindaco e la conferenza dei presidenti dei gruppi, lo ritenga opportuno o quando lo richieda il sindaco stesso o (come in questo caso) almeno un quinto dei consiglieri.
Il ‘consiglio grande’ si differenzia dal ‘consiglio aperto’, dove si iscrivono solo rappresentanti di enti, associazioni e fondazioni che si occupano della materia oggetto della convocazione. Complessivamente sono stati circa 30 gli interventi: gli iscritti a parlare si erano prenotati con un’apposita piattaforma o direttamente in aula. In molti casi è emersa la necessità della manovra vista la gravità dei conti della sanità ed il conseguente rischio di commissariamento. In particolare, hanno sottolineato questa condizione Mario Tosti (coordinamento Pd), Paolo Sartoretti (Perugia per la sanità pubblica), Sveva Stancati (Sinistra Italiana) e Fabrizio Fratini (Spi-Cgil).
Favorevoli anche Marco Geri che, ha parlato di «manovra fiscale necessaria e dunque non politica, ma forse non sufficiente per perseguire l’obiettivo di una sanità efficace rispetto ai bisogni dei cittadini», così come Michele Saraceni (Unione degli studenti) e Roberto Ciccone (ex assessore). Sempre in senso favorevole si sono espressi: Valentina Vignaroli (presidente associazione Anima Perugia) e Simone Pampanelli (Cgil Perugia). Altri interventi si sono concentrati sulla difficile situazione del commercio (Annalisa Bindocci operatrice commerciale) mentre forte preoccupazione sulla sanità è stata espressa da Alessandro Petruzzi (Federconsumatori).
Mario Amico, operatore sanitario, ha sottolineato che «bisogna ridisegnare il sistema a partire dal piano sanitario regionale per trattenere i pazienti e dare un contributo al bilancio. Al contempo è necessario pensare anche alla qualità delle prestazioni erogate». Per Riccardo Pegiati (responsabile Ugl salute per l’Umbria) «sono colpiti dalla manovra soprattutto i lavoratori dipendenti e pensionati con reddito superiore a 28 mila euro annui, quindi il ceto medio». Paolo Pauselli (segretario regionale Forum associazioni familiari Umbria) ha detto che «le famiglie umbre temono di trovarsi in difficoltà». Ovviamente non sono mancanti interventi di grande contrarietà alla manovra stessa come Leonardo Caponi (Partito Comunista), Vincenzo Aquino (associazione famiglie numerose), Luca Stemperini (presidente di Azione universitaria Perugia) e Lorenzo Mattioni (Lega). Durante il dibattito è intervenuto il vice presidente della Regione Umbria ed assessore al bilancio Tommaso Bori per spiegare che «la manovra fiscale adottata è stata correttiva del bilancio dell’ente, necessaria per compensare le gravissime mancanze della precedente giunta che hanno determinato effetti negativi in sanità come mobilità passiva, liste di attesa lunghissime».
Molto netta la nota dei consiglieri di centrodestra a palazzo dei Priori: «Il consiglio comunale aperto di oggi, richiesto dalle opposizioni per affrontare pubblicamente il tema dell’aumento delle tasse regionali e della pressione fiscale, si è trasformato in un momento di verità politica». «Da un lato – sottolineano i consiglieri di opposizione – i cittadini, i lavoratori e le famiglie hanno finalmente avuto la possibilità di esprimere il proprio disagio rispetto a una manovra che sta colpendo duramente soprattutto la classe media. Dall’altro, è emerso in modo lampante il vero volto della sinistra perugina, che ha scelto di sostenere con convinzione una manovra immotivata e profondamente iniqua». E ancora: «Durante il dibattito, abbiamo assistito con sconcerto agli interventi di rappresentanti di associazioni, sindacati e forze politiche – tra cui Cgil, Pd, Sinistra Italiana, AVS e civiche di centrosinistra – che hanno giustificato e persino difeso con entusiasmo una manovra fiscale profondamente sbilanciata, sostenuta tra l’altro da dati dimostratisi non veritieri».
«Questa manovra – scrivono ancora i consiglieri di centrodestra – colpisce in modo sproporzionato la popolazione, in particolare quella fascia intermedia che tiene in piedi il Paese: lavoratori dipendenti, famiglie, liberi professionisti e imprese. Chi dovrebbe difendere il lavoro e la giustizia sociale ha invece scelto di schierarsi con chi impone nuovi carichi fiscali proprio alle fasce produttive della nostra società. È allucinante dover constatare la sinistra esulti per l’aumento delle tasse. Una presa di posizione ideologica e miope, che smentisce anni di retorica sul sostegno al ‘popolo’ e dimostra quanto certi partiti e sigle siano ormai scollegati dalla vita reale delle persone».
«Durante il consiglio – conclude la nota – sono emersi interventi fondamentali: l’allarme lanciato dalle famiglie numerose, che si sentono abbandonate da un sistema che le ignora, e le denunce puntuali dell’Ugl, che non solo ha evidenziato le criticità della manovra, ma ha anche portato proposte costruttive e alternative concrete per evitare che il peso fiscale ricada sempre sugli stessi. Abbiamo chiesto e ottenuto questo consiglio comunale aperto perché riteniamo che anche i cittadini di Perugia debbano avere voce su una manovra regionale che li riguarda direttamente. Le tasse regionali incidono sulla vita quotidiana dei perugini, e abbiamo voluto offrire loro un’opportunità concreta di partecipazione democratica, che troppo spesso viene negata o ritardata».