Perugia: incontro con il ministro per ‘spingere’ il nodo

L’assessore Melasecche: «Tanti vantaggi che contrastano con l’ignavia che ha dominato per anni»

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di L.M.

La Regione Umbria si è a lungo battuta per risolvere il problema del traffico in Umbria, problema che – in parte – sembra aver trovato una soluzione, alla luce di quello che è stato l’incontro tra la presidente Donatella Tesei, l’assessore Enrico Melasecche e il ministro Enrico Giovannini, il tutto alla stregua dei numerosi confronti con i vertici del ministero delle infrastrutture e dei trasporti e di Anas. Dall’incontro è emersa la volontà di portare a compimento il ‘nodo’ che, a Perugia, parte da Madonna Del Piano fino all’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’.

La roadmap

Il progetto si fonda su quattro principi: il primo stralcio Collestrada – Madonna Del Piano, progetto definitivo pronto entro giugno, in fase di finanziamento; il raddoppio e razionalizzazione delle rampe dello svincolo di Ponte San Giovanni, progetto quasi pronto e finanziato; il secondo stralcio del Piano – ospedale Silvestrini, revisione progettuale da affrontare quanto prima con inserimento del Governo nel Def; ospedale Silvestrini – Corciano, tratto conclusivo di completamento con progetto definitivo da rivedere.

«Ecco perché il ‘nodo’ va realizzato»

Sul punto, l’assessore Melasecche spiega che «con la presidente Tesei, che mi ha sempre sostenuto in questo sforzo quasi titanico, ho da oltre un anno sollecitato gli stessi vertici di Anas a prendere in considerazione l’analisi dei flussi di traffico non solo del primo stralcio del ‘nodo’, il cosidetto ‘nodino’, ma anche il traffico che si inoltra nelle gallerie, avendo in modo chiaro ed inequivocabile sempre ribadito che la Regione dell’Umbria intendeva realizzare l’intera opera fino a Corciano per liberare il capoluogo dalla morsa del traffico, dall’inquinamento ambientale ed acustico, soprattutto per evitare, come è accaduto più volte, che un qualsiasi incidente nelle gallerie tagliasse la città in due, certificando l’ignavia di chi avrebbe dovuto non da oggi affrontare questo grave problema in modo serio e pragmatico».

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