di M.Lilla
Le parole chiave sono più o meno le stesse: Cultura e futuro. Così come i concetti e la visione alla fine però, è sempre una questione di soldi, o meglio, un milione di euro ‘cash’ nelle tesoreria di Palazzo dei Priori, un ‘unicum‘ di questi tempi a detta della consigliera Vezzosi.
TERNI E SPOLETO IN LIZZA PER LE ‘CAPITALI’ ITALIANE
Premio di consolazione Il milione in questione è quello che resta della sconfitta nella corsa alla capitale europea della cultura, mentre Matera vinceva il ministero donava alle perdenti il titolo di Capitali italiane della cultura per il 2015 con un assegno di un milione di euro: una sorta di premio di consolazione. I soldi sono arrivati nelle casse del comune il nove di luglio e il 29 attraverso una Detreminazione di Giunta l’amministrazione informava che i fondi, divisi in due parti (200mila da spendere nel 2015 e 800mila per il resto), era già stati destinati a differenti usi per venti voci di spesa, «orientando altresì – come scrive la Giunta – la visione verso la necessità primaria di rendere maggiormente conosciute, evidenti e trasmissibili le radici storico-culturali della società e del territorio locale».
Occasione persa Per il Pd comunale la cosa non va proprio e si scaglia contro finalità e modi di indirizzo del milione: «È un’occasione persa – ripete in conferenza stampa il consigliere Bori – bisognava riprendere i valori e le vie indicate in quel dossier di candidatura che tanto è stato apprezzato e premiato, assegnandoci la Capitale italiana cultura 2015, a oggi invece il tutto è stato modificato da una determina interna della Giunta che ha eliminato la partecipazione cittadina e degli operatori culturali».
Mancata concertazione Per i consiglieri Pd il valore del dossier 2019 è inattaccabile anche se alla fine si parla di un dossier perdente e forse non sostenibile con un solo milione. Restano invece i dubbi legati ad alcune destinazioni che sembrano più delle «fatture insolute di precedenti progetti culturali, come la mostra della collezione Panza, presentata come lo slancio di Perugia verso il mondo dell’arte contemporanea, o meglio, – spcifica Bori – di attrezzatura per un privato al teatro Pavone, o addirittura di mostre già belle e finite». I consiglieri dem però non si fermano alla polemica e con un’ordine del giorno provano a fare una proposta concreta.
Dialogo e bandi «Avremmo voluto almeno partecipare – sottolineano i consiglieri dem – aprire un dialogo chiaro e trasparente, coinvolgere la collettività e di chi opera nella cultura. Vorremmo che si erogassero i fondi attraverso un bando pubblico, senza elargirli unilateralmente e a propria discrezionalità. Bisogna rispettare quel metodo e quei valori che hanno consentito a Perugia di entrare tra le finaliste per il titolo di Capitale Europea della Cultura».
Palla alla maggioranza Stiamo certi che la questione non finirà qui, si aspetta solo la risposta di Palazzo dei Priori che potrebbe aprire a nuovi scenari. Senza dimenticare però, che la stessa giunta nel caldo di questo luglio, in soli 20 giorni e venti ‘idee’ di spesa, è riuscita a piazzare senza batter ciglio un milione di euro. Grande efficenza dimostrata? Con la speranza di poter smentire almeno la consigliera Vezzosi: che certi bonifici possano arrivare più spesso.