Orti sociali dietrofront: ora un regolamento

Comincia male la fase due in Umbria: al primo accenno si sono create code e assembramenti. Da qui il frettoloso contrordine della Provincia di Perugia: «Ma presto ci sarà un regolamento»

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di P.C.

Non appena si è provato ad aprire si è dovuto fare subito marcia indietro. E non è un bel segnale. Al di là del caso specifico, la questione degli orti sociali rischia di diventare rappresentativa dei rischi che si correranno a partire dal 4 maggio, quando dovrebbe esserci la riapertura, progressiva, delle attività.

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Code verso gli orti

Il dato di fatto è che non appena si è sparsa la voce della riapertura a centinaia si sono fiondati verso campi coltivati lontano dalla propria abitazione, provocando anche code. In totale sono 340 gli orti sociali disseminati nel perugino. E considerando quante persone li curano in associazione fra loro è semplice fare due conti e capire quanta gente si è potuta muovere nella giornata di venerdì. Per questo motivo c’è stato il clamoroso dietrofront e, infine, il provvedimento della provincia di Perugia, che ha richiuso gli orti con effetto immediato.

Il provvedimento

«Tenuto conto del colloquio con il prefetto di Perugia avvenuto in data 24 aprile 2202 – aveva scritto Bacchetta – nel quale si è convenuto circa l’opportunità di ristabilire le limitazioni all’accesso, data la possibilità del verificarsi di assembramenti, si ordina la chiusura degli ‘Orti dei Pensionati’ di Parco Santa Margherita e di Ponte della Pietra dal giorno 24 aprile fino a data da destinarsi». Nessun compromesso. Nemmeno le uscite a scaglioni, come pure era stato proposto. Una decisione che ha destato parecchio malumore.

Il provvedimento

«La riapertura degli orti dei pensionati di Parco Santa Margherita e di Ponte della Pietra in data 23 aprile 2020 ha determinato situazioni di rischio e pericolo in base a segnalazioni e a notizie di stampa che ci hanno costretto al provvedimento di chiusura», ha spiegato il presidente della Provincia di Perugia Luciano Bacchetta, specificando che la decisione è esclusivamente dell’organo politico della provincia, «con la speranza che sia la più breve possibile dopo la predisposizione di un disciplinare sul corretto utilizzo degli orti che ne permetta la fruizione in sicurezza, al quale stiamo lavorando».

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