Perugia: «Vigili urbani, incolumità a rischio»

La denuncia arriva dalla Cgil: sotto accusa una delibera comunale

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di Rosaria Parrilla

È ormai guerra aperta tra Rsu e amministrazione comunale. A Palazzo dei Priori si respira un’aria pesante. Questa volta a far venire i maldipancia è il regolamento che disciplina la polizia municipale. Sindacato sul piede di guerra e denuncia la superficialità con cui l’amministrazione comunale prenderebbe le decisioni il personale, sottolineando la gravità di alcuni atteggiamenti.

La modifica del regolamento secondo le accuse della Cgil sarebbero state apportate senza aver chiesto il parere del datore di lavoro committente Becchetti, che, venuto a conoscenza dei fatti solo nella giornata di venerdì, si è assunto l’impegno di inviare una comunicazione urgente a tutto il Comune, in particolare al sindaco Andrea Romizi e al comandante Nicoletta Caponi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la delibera comunale considerata illegittima dal sindacato, in quanto sarebbe in contrasto con la legge regionale del 2005, articolo 9 comma 3, che assicura un margine di sicurezza agli operatori: «I servizi di vigilanza esterna devono essere svolti da almeno due unità». La delibera incriminata invece, per servizi di vigilanza esterna intende solo quelli di pattuglia in auto o moto, per rilievo di sinistri, controlli di polizia stradale finalizzati alla verifica dei documenti o delle norme di comportamento per trattamenti sanitari obbligatori e per i controlli notturni, mentre, per tutti gli altri, anche relativi alla sicurezza, potrebbero essere disposti con un unico operatore.

A rischio la sicurezza dei vigili Una decisione inaccettabile per la Rsu. A inizio settimana si è tenuto un incontro sul settore. Un confronto però che ha avuto seguito solo venerdì, perché, ecco l’ennesima denuncia, Becchetti non sarebbe neanche stato convocato al tavolo. E sorpresa del sindacato: «non solo Becchetti era all’oscuro di tutto – chiosa Federico Armati Cgil -, ma scopriamo che i dispositivi di protezione individuale del personale della vigilanza vengono acquistati senza il suo coinvolgimento».

La parola alla Cgil «A prescindere dalle competenze che spettano ai Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) – evidenzia Armati -, era necessario avere un contraddittorio con Becchetti, che però non ha potuto darci una valutazione non essendo a conoscenza dei fatti». Il sindacato aziendale ricorda, inoltre, l’illegittimità della delibera, in quanto solo la Regione può intervenire in materia: «Non è possibile che la giunta decida di creare delle ‘fantomatiche’ interpretazioni su un disposto di legge chiaro – sottolinea Armati -. L’amministrazione continua a sottovalutare il lavoro dei propri dipendenti e questo ne è l’ennesimo esempio. Riteniamo necessaria, e non più prorogabile, a prescindere delle valutazioni di Becchetti, una presa di posizione forte sulle problematiche della vigilanza perché a rischio sono gli stessi operatori». Lo scontro è appena iniziato.

Twitter @Ros812007

 

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