Riceviamo e pubblichiamo una nota di Francesco Mazzilli in merito all’atto di indirizzo della Lega su ‘Piazza delle mamme e dei papà’
di Francesco Mazzilli

Ho accolto con interesse, ma al contempo con preoccupazione, la notizia dell’atto d’indirizzo a firma di tre consiglieri del Comune di Terni in quota Lega, il capogruppo Federico Brizi, Federico Cini e Marco Cozza, in cui si prevede l’intitolazione di un luogo di aggregazione pubblica, da chiamarsi ‘Piazza delle mamme e dei Papà’, come misura simbolica per la valorizzazione dell’istituzione famigliare. Per dare forza a questa proposta si è preso ad esempio il caso di piazza Solferino che, a detta di chi ha compilato e firmato l’atto, sarebbe stata rinominata ‘Piazza delle Bambine e dei Bambini’.
LA POLEMICA SULL’ATTO DI INDIRIZZO
In quanto figlio di Walter Mazzilli, storico ed esperto di toponomastica di Terni, deceduto alcuni anni fa, ho tristemente constatato che la sua eredità di studio e di ricerca sembra non essere conosciuta da chi amministra la città che lui ha amato e ha contribuito a migliorare. La piazza alla quale fanno menzione i consiglieri comunali ha cambiato nome molte volte nel corso dei secoli, mio padre lo ha documentato nel suo libro ‘Da Piazza Maggiore alla Rotonda dell’Obelisco. Le vie e le piazze di Terni’, edito nel 2009 grazie al contributo della fondazione Carit.
Tuttavia la denominazione ‘Piazza dei Bambini e delle Bambine’ attribuita a ‘Piazza Solferino’ non corrisponde a un atto di alcuna giunta comunale, ma è un‘attribuzione impropria, comunemente diffusa, a seguito dell’installazione della famosa Balena concepita dall’architetto Carlo Aymonino. Vorrei citare queste parole che mio padre scrisse nel periodico Ingenium n°42 nel 1999: ‘La toponomastica è una scienza rigorosa che, se utilizzata con intelligenza, apre piacevoli e interessanti percorsi per comprendere la storia dei luoghi in cui viviamo. […] Ridare il loro nome ai luoghi, vuol dire posizionarli dentro il fluire della storia e al contempo restituire un senso alla nostra presenza’.
Con queste parole invito il consiglio comunale, al di là degli schieramenti e delle ideologie, a ripensare alla storia di Terni e al significato che diamo alla memoria collettiva seguendo un rigore logico, scientifico e che sia indice di una riscoperta delle comuni identità di ambito, storico, geografico, antropologico, senza cedere alla lusinga di motivazioni legate a un facile consenso, ma che risultano di dubbia efficacia.