«Polizia in casa no, ma siate responsabili»

Il punto del presidente del Consiglio Conte alla luce del nuoco Dpcm: «Feste per cerimonie consentite, ma con 30 persone al massimo. Scuola abbastanza bene, criticità altrove»

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«A notte tarda abbiamo firmato il nuovo Dpcm che introduce le nuove misure restrittive, misure che ci consentiranno di affrontare questa nuova fase della pandemia. La curva epidemiologica sta risalendo in tutta Europa, alcuni Paesi versano in situazioni molto critiche. L’Italia è in una condizione migliore ma non ci possiamo permettere nessuna distrazione, non possiamo abbassare il livello di attenzione e concentrazione. Queste nuove misure comporteranno dei sacrifici ulteriori, ma siamo convinti che rispettandole potremo adeguatamente affrontare questa nuova fase. Il nostro obiettivo è molto chiaro: dobbiamo evitare di far ripiombare il nostro Paese in un lockdown generalizzato».

IL DPCM DEL 13 OTTOBRE 2020 – TESTO E ALLEGATI

«Polizia in casa, no. Ma siate responsabili»

A parlare, martedì pomeriggio, è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, poche ore dopo aver firmato il decreto che, dopo i mesi del lockdown, impone tutta una serie di misure più stringenti per il contenimento del Covid-19. «La vita sociale ed economica – ha detto Conte – ha ripreso a correre, gli indici economici sono molto positivi, sta crescendo la produzione industriale stiamo recupereranno terreno. Per preservare il tessuto produttivo e la nostra economia e tutelare al contempo la salute, dobbiamo predisporci a rispettare le regole. C’è l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, a meno che non ci si ritrovi in condizioni di isolamento continuo. Dobbiamo anche migliorare i comportamenti più corretti nelle abitazioni private. Stiamo assistendo ad un innalzamento della curva del contagio soprattutto per dinamiche che si sviluppano in ambito familiare e amicale. Indossare le mascherine se ci si avvicina a personale fragili, vulnerabili, se si ricevono ospiti, persone non conviventi, è doveroso. Vi invitiamo a limitare il numero di ospiti, non superiore a sei. Vi invitiamo a non svolgere feste e party nelle abitazioni private: sono tutte situazioni di pericolo insidiose che possono farci sfuggire la situazione di mano. Dobbiamo assolutamente evitarle, ovviamente non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni, la sfera di vita privata la vogliamo tutelare, ma tutti dobbiamo predisporci ad assumere comportamenti prudenti per gestire questa fase».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Cerimonie consentite, anche con feste. Ma 30 persone al massimo»

«Bar, pizzerie, ristoranti, gelaterie e pasticcerie – ha aggiunto il presidente del Consiglio – dovranno chiudere alle ore 24 e dalle 21 si potrà solo consumare ai tavoli, dentro o fuori che siano, e non si potrà sostare davanti ai locali. Dobbiamo evitare assolutamente assembramenti. Resteranno chiuse le discoteche, il Governo non le ha mai aperte. Nei locali pubblici non saranno più consentiti festeggiamenti a meno che non siano collegati a cerimonie civili e religiose, penso a battesimi e matrimoni, ma con un limite di 30 persone. Anche qui ci rendiamo conto dei sacrifici sia per i privati che per gli operatori economici, ma dobbiamo assumere atteggiamenti più prudenti. Non saranno consentite le gite scolastiche, d’istruzione e didattiche, le rinviamo a tempi migliori. Non saranno più consentite partite di calcetto o basket, lo sport di contatto a livello amatoriale, mentre invece proseguirà lo sport di contatto tra società professionistiche e dilettantistiche che rispetteranno i protocolli e le linee guida».

«Scuola abbastanza bene, relazioni familiari molto meno»

«Abbiamo lavorato in un intenso confronto con i presidenti Regioni e gli enti locali – ha proseguito Conte -. C’è un clima di grande collaborazione che si è ristabilito, dobbiamo proseguire così. Chiediamo lo sforzo a tutti gli italiani: continuare con un atteggiamento di responsabilità e prudente. La nostra linea d’azione è sempre la stessa, monitorare costantemente la curva, studiare tutti i dati con esperti. Misure più restrittive sarebbero inadeguate e sproporzionate e c’è il rischio che non siano rispettate. Abbiamo fatto un patto: ci impegnamo a non adottare misure più severe di quelle necessarie a prevenire e tenere sotto controllo la curva del contagio. Nell’ambito della scuola le cose stanno andando abbastanza bene; invece l’evoluzione peggiore è segnata nell’ambito delle relazioni familiari e amicali. Vogliamo scongiurare un lockdown generalizzato. Abbiamo un sistema di monitoraggio che ci dovrebbe consentire nel caso peggiore di intervenire in modo mirato, anche geograficamente localizzato. Quindi dobbiamo rispettare le regole e muoverci in modo fiducioso».

«Si intravede la luce»

«Le ricerche nel campo del vaccino e delle terapie stanno andando molto avanti, quindi se continueremo ad essere responsabili, nelle prossime settimane ragionevolmente inizieremo ad incrociare le prime risultanze positive per quanto riguarda la ricerca scientifica, quindi con una prospettiva che ci rincuorerà, ci consentirà di vedere il portone in fondo al tunnel con la luce piena. Per la scuola abbiamo fatto tanti sacrifici in termini di risorse e di impegno per consentire ai nostri ragazzi e ragazze di poter tornare a scuola in condizioni di sicurezza. La scuola è un asset privilegiato, da tutelare e continueremo a farlo. Dobbiamo stare anche attenti a cosa ruota intorno alla scuola, prima e dopo. Nelle abitazioni private, faremo di tutto per proseguire nella direzione. Non ci sono e non c’erano i presupposti per tornare ad una didattica a distanza. Sul trasporto la situazione è critica, al di là dei tanti sforzi. Chiaro che è quasi inevitabile che ci siano momenti in cui si verificano affollamenti: continueremo a monitorare la situazione e a investire perché possano farlo in condizioni di sicurezza».

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