Protesta a Terni dopo il Dpcm: le reazioni

Il sindaco invita all’unità e polemizza con il Governo. La Cgil: «Serve responsabilità». De Luca (M5s): «La rabbia va rispettata ma combattere le disuguaglianze spetta a tutti»

Condividi questo articolo su

«I sacrifici necessari di questa fase non devono ricadere sulle già difficili condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e sugli anziani». Oltre 800 persone sono scese in piaza domenica sera a Terni per protestare – in maniera pacifica – contro le misure dell’ultimo Dpcm firmato nella notte tra sabato e domenica dal premier Giuseppe Conte. Arrivano, come era inevitabile e forse sperato, le reazioni dal mondo politico e non solo.

LA PROTESTA DI DOMENICA SERA CON FOTO E VIDEO

Leonardo Latini

Latini invita all’unità e polemizza

Il riferimento diretto alla manifestazione non c’è, ma è evidentemente implicito nella presa di posizione del sindaco di Terni, Leonardo Latini: «Sono perfettamente consapevole della situazione che si sta configurando in queste settimane a causa della nuova ondata della pandemia. Una situazione d’emergenza su due fronti – afferma il primo cittadino -, quello della salute pubblica e quello economico. Avverto in primo luogo il dovere di mantenere coesa la nostra comunità cittadina in questa fase di grande difficoltà. Comprendo le ragioni di chiunque stia vivendo situazioni di grave disagio economico a causa delle conseguenze dell’epidemia, ma anche di provvedimenti governativi come l’ultimo Dpcm che è stato adottato ignorando le proposte degli enti locali e che crea disparità sociale perché colpisce in maniera pesantissima, in particolare, alcune categorie di lavoratori. Non si possono adottare misure così forti nei confronti di alcuni senza prevedere un immediato ristoro finanziario, senza un adeguato e immediato intervento economico che ammortizzi il sacrificio di queste categorie e dia loro una prospettiva. Una decisione che va a vanificare gli sforzi economici messi in campo per garantire la prosecuzione in sicurezza delle attività senza che sia comprensibile fino in fondo su quali basi questa sia stata presa. In questo senso – continua il sindaco Latini – sono personalmente disponibile ad ascoltare le ragioni di tutti coloro che si trovano in difficoltà ed essere portavoce delle loro legittime rivendicazioni nelle sedi istituzionali. Come Comune valuteremo le proposte da adottare per cercare di attenuare gli effetti negativi e drammatici della pandemia a livello economico, ma mi trovo costretto a ricordare che, purtroppo, non è mai stata presa in considerazione una nostra formale richiesta avanzata al Governo nello scorso mese di marzo, affinché venissero sospese le conseguenze normative del dissesto finanziario dell’ente che non ci permettono di intervenire sulla fiscalità locale, prevedendo misure di sostegno, riduzioni ed esenzioni dai tributi. Richiesta che torneremo a reiterare con forza anche alla luce degli evidenti disagi sociali che stanno montando a fronte dei provvedimenti che il Governo ha assunto. Allo stesso tempo – conclude Leonardo Latini – ho l’obbligo di invitare tutti i nostri concittadini al massimo della prudenza nel rispetto delle regole di prevenzione perché l’emergenza sanitaria esiste ed è grave. Per questo continueremo a collaborare con istituzioni e forze dell’ordine che sempre saranno vicine ai cittadini, confidando che il senso di responsabilità di tutti ci aiuti a superare anche questa crisi».

Cgil Terni: «Fase critica, serve responsabilità»

La Cgil di Terni ritiene che «questo momento straordinario e difficile deve essere affrontato con il massimo della responsabilità e con la piena consapevolezza che stiamo attraversando un’emergenza sanitaria di cui nessuno ha memoria. In questo momento ci sono scelte complicate da compiere che devono rispondere ad un’unica priorità: quella della tutela al diritto fondamentale della salute per tutti i cittadini. Ribadiamo, come più volte detto, che i sacrifici necessari di questa fase non devono ricadere sulle già difficili condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e sugli anziani, e per queste ragioni abbiamo già chiesto impegni precisi al Governo». L’emergenza sanitaria sta da mesi generando anche «un’emergenza economica e sociale che va affrontata, oltre che con responsabilità, con strumenti straordinari, immediatamente fruibili, che Governo e Istituzioni hanno l’obbligo di prevedere in questo particolare periodo storico. Oggi essendo in gioco la vita delle persone dobbiamo tutti impegnarci per evitare il dilagare del virus impedendo che l’emergenza si diffonda e si arrivi a saturazione della ricettività ospedaliera, rischio che già si sta correndo, non potendo garantire a tutti il diritto di cura. Per queste ragioni continuiamo a denunciare e criticare la Regione Umbria che, in questi mesi, non ha affrontato l’emergenza sanitaria come avrebbe dovuto e oggi tutti rischiamo di pagarne le conseguenze». La Cgil di Terni non condivide «le politiche regionali che si stanno mettendo in atto tutte tese ad indebolire la sanità pubblica, ridurre presidi territoriali e tagliare servizi, a discapito dei cittadini e del principio universale di tutela alla salute. É necessario supportare, con atteggiamenti quotidiani responsabili, le lavoratrici e i lavoratori che operano in sanità insieme a tutti gli altri dei ‘servizi essenziali’ che stanno facendo uno sforzo straordinario garantendo universalità dei diritti, beni e servizi. Crediamo che il lavoro vada difeso tutto, compreso quello autonomo. Poco utili sono distingui e separazioni. Mai come oggi occorre unità e solidarietà perché soltanto insieme e non da soli, potremo salvaguardare gli interessi generali della comunità. Come Cgil proseguiremo, nel rispetto delle direttive contenute nel Dpcm, ad esercitare il nostro ruolo contrattuale di tutela collettiva ed individuale di tutte le lavoratrici e lavoratori ritenendo, in questa fase, immaturo alimentare il malcontento delle persone per semplici speculazioni politiche».

Thomas De Luca

Thomas De Luca (M5s): «La rabbia va rispettata, ma combattere le disuguaglianze spetta a tutti»

«La rabbia va rispettata. Ma se il dissenso, il conflitto e la sofferenza vanno prioritariamente considerati, chiunque abbia un ruolo pubblico (istituzionale e non) deve sentire tutto il peso della responsabilità delle proprie azioni. E lavorare per aggregare una comunità che quando c’è di mezzo la vita stessa delle persone, si aiuta, si protegge, coopera», scrive il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Thomas De Luca. «Quando lo Stato chiede a qualcuno di farsi carico nella sfera individuale del bene collettivo deve tutelare, garantire, dare risposte. ‘Se mi chiudi, mi paghi’ questo deve essere, né più né meno. Anche le istituzioni locali, quindi, dovrebbero contribuire per quanto nelle loro competenze e possibilità a combattere le nuove disuguaglianze che malgrado tutto ed inevitabilmente il Covid sta portando nelle nostre società. Centinaia di persone ieri a corso Tacito a Terni, oggi e domani in altri centri storici dell’Umbria, rischiano però di aggravare esponenzialmente il problema. Gettare benzina sul fuoco e diventare la causa di un’ulteriore esplosione del contagio nel mese di novembre non può essere un atteggiamento per chi ha la responsabilità di guidare una comunità. È necessario far capire a chi manifesta di non ripetere più situazioni come quelle accadute poche ore fa a Terni. Le strutture sanitarie umbre sono sature. Le responsabilità le conosciamo benissimo, ma non è questo il giorno di discuterne. L’afflusso in massa di persone sintomatiche negli ospedali avrebbe come unica conseguenza il collasso generalizzato del sistema sanitario: gli ammalati, non solo di Covid ma soprattutto di tutte le altre patologie urgenti e non, potrebbero non trovare più cure sufficienti, un impatto devastante. Le terapie intensive sono già piene ed iniziano ad ammalarsi anche gli operatori sanitari». Manifestare «è un diritto anche in maniera conflittuale, dura, intensa, persino con azioni dirette e di disobbedienza civile. Ma non con assembramenti in piazza. Chi oggi nelle istituzioni soffia sul fuoco della protesta antepone ancora una volta i diktat di partito al bene collettivo. Chi pensa che con fini e mezzi eversivi si possa cavalcare la rabbia a proprio favore non ha ancora ben chiara la catastrofe verso cui ci stiamo dirigendo. Se oggi a manifestare c’è chi rischia di perdere i mezzi di sussistenza domani potrebbe esserci chi vedrà chiudere le porte degli ospedali ai propri cari che necessitano di cure».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli