Questione tribunali in Umbria e Media Valle del Tevere. L’intervento

L’ex segretario del Comune di Todi, Alfonso Gentili, riepiloga i passaggi succedutisi negli anni e dice la sua

Condividi questo articolo su

di Alfonso Gentili
già segretario generale del Comune di Todi

Nei primi decenni del 2000 con la legge 14 settembre 2011, n. 148 (Governo Berlusconi IV di centrodestra-Guardasigilli Palma) all’art. 1 è stata conferita al Governo la delega per la riorganizzazione entro 12 mesi della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (c.d. geografia giudiziaria) al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza dettandone i principi e criteri direttivi e facendo salvi i tribunali ordinari esistenti nei circondari dei comuni capoluogo di Provincia. Il decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155 (Governo Monti-governo tecnico con l’appoggio esterno di PdL, PD, UdC, FLI, PSI, PLI, PRI e altri-Guardasigilli Severino) attuativo della delega ha quindi soppresso, con efficacia dal 14 settembre 2013, i Tribunali ordinari, le Sezioni distaccate e le Procure della Repubblica indicate nella tab. A allegata allo stesso decreto e cioè ben 31 sedi di Tribunali e Procure (oltre la metà di quelli non nei capoluoghi provinciali) e tutte le 220 Sezioni distaccate dei Tribunali civili e penali italiani, disegnando appunto una nuova geografia giudiziaria nel Paese. Dei n. 165 Tribunali e relative Procure esistenti (di cui n. 110 con sede nei comuni capoluogo di Provincia e con permanenza garantita dalla legge delega) lo schema di decreto legislativo ne prevedeva la soppressione di 37, ridotti poi a 31.

In particolare, per quanto riguarda il distretto regionale della Corte d’appello di Perugia, fu sancita la soppressione nel circondario di Orvieto (con Sindaco Concina) del Tribunale civile e penale e della Procura della Repubblica e nel circondario di Perugia (con Sindaco Boccali) di tutte le cinque Sezioni territoriali (o distaccate) di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio e Todi. Quest’ultima comprendeva dal febbraio ’98 (con Sindaco Nulli Pero) gli storici 5 comuni (Collazzone, Fratta Todina, Massa Martana, Montecastello di Vibio e Todi) dell’ex Pretura di Todi e dal giugno ’99 (con Sindaca Marini) ben 7 comuni della Media Valle del Tevere (si erano aggiunti anche Marsciano e Deruta).

Con lo stesso d.lgs. 155 sono stati anche disposti l’accorpamento del territorio dell’ex Tribunale di Orvieto a quello del Tribunale di Terni portandolo ad un circondario di oltre 228 mila abitanti odierni nonché stranamente lo scorporo dal circondario del Tribunale di Perugia dei sette comuni dell’ex Sezione distaccata di Todi (con Sindaco Rossini) aggregandoli irrazionalmente al circondario del Tribunale di Spoleto (con Sindaco Benedetti) e che sommati agli altri sette comuni della ex Sezione distaccata di Foligno (con Sindaco Mismetti I) scorporati anch’essi dal circondario di Perugia, hanno portato il circondario del medio-piccolo tribunale di Spoleto da appena oltre 75 mila abitanti odierni a quasi 209 mila. Lo schema di decreto delegato governativo prevedeva inizialmente l’accorpamento al Tribunale di Terni dei comuni della Sezione distaccata di Todi unitamente a quelli del Tribunale di Orvieto e l’accorpamento al circondario del Tribunale di Spoleto dei comuni della sola Sezione distaccata di Foligno. Il parere espresso sullo schema di d.lgs. nell’agosto ’12 dalla Commissione Giustizia della Camera (Presidente Buongiorno) conteneva, tra le altre, la condizione che la Sezione distaccata di Todi «geograficamente deve essere accorpata a Perugia data la breve distanza e la facilità di comunicazione lungo la direttrice nordsud (E45)» ma in sede di approvazione definitiva in CdM invece prevalse irragionevolmente la soluzione di accorpamento al Tribunale di Spoleto, cioè la peggiore in assoluto per Todi e la Media Valle del Tevere.

Il successivo Governo Letta (di grande coalizione PD-PdL/NCD e altri-Guardasigilli Cancellieri) durato solo 10 mesi, adottò preliminarmente nel settembre ’13 uno schema di d.lgs. integrativo e correttivo del decreto delegato 155 e lo inviò al Parlamento per i prescritti pareri. La Commissione Giustizia della Camera (Presidente Ferranti) nel dicembre ’13 espresse un parere favorevole condizionato ad alcune modifiche tra cui quella «di accorpare a Perugia anziché a Spoleto il comune di Todi e tutti i comuni della Media Valle del Tevere». Il testo del decreto proposto e inviato in CdM per l’approvazione definitiva dalla Ministra della Giustizia Cancellieri era accompagnato da una relazione illustrativa che accoglieva le istanze di luglio ’13 del Sindaco di Todi Rossini e di quelli degli altri comuni della ex Sezione distaccata di Todi, tranne stranamente Collazzone (Sindaco Bennicelli I) e invece con l’aggiunta di San Venanzo (Sindaca Valentini II), tutte volte all’accorpamento dei loro territori al circondario del Tribunale di Perugia e quindi accoglieva anche il parere condizionato della Commissione giustizia. Invece nel testo uscito dal CdM tale proposta di correzione è stata inspiegabilmente stralciata (si seppe ufficiosamente per una presa di posizione contraria di un semplice Ministro senza portafoglio) nonostante la proposta di correzione motivata e relazionata dalla Guardasigilli che di fatto apparve come sfiduciata dal Capo del Governo. La sconcertante notizia fu poi confermata dalla lettura in G.U. del testo del d.lgs. 19 febbraio 2014, n. 14 recante disposizioni integrative e correttive delle norme dei due decreti 155 e 156 (relativo agli uffici dei Giudici di Pace) del ’12 ed emanato tre giorni prima della cessazione (22 febbraio ’14) del travagliato Governo Letta, tra l’altro a fronte di una delega legislativa al Governo per le disposizioni integrative e correttive che scadeva ben 7 mesi dopo.

A dieci anni di distanza la questione delle sedi degli uffici giudiziari è tornata d’attualità in quanto varie Regioni italiane hanno esercitato il loro potere di iniziativa legislativa statale previsto dall’art. 121, secondo comma, della Costituzione, in base al quale il Consiglio regionale «può fare proposte di legge alle Camere». Infatti vari Consigli regionali hanno presentato disegni di legge (ddl) con il medesimo oggetto ‘Modifiche al decreto legislativo 7 settembre 2012, n. 155, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell’art. 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148’. Si tratta dei ddl dei Consigli regionali di Abruzzo, Lombardia, Toscana, Calabria, Campania, Umbria (ora DDL S. 710- XIX Legislatura) e Puglia, oltre quelli di Castello (M5S) e altri, Fina (PD), Mara Bizzotto (Lega) e altri, Rapani (FdI) per un totale di 11 ddl. Le proposte di legge prevedono il ripristino da parte del Ministero della Giustizia della funzione giudiziaria nelle rispettive sedi dei Tribunali ordinari e delle Procure della Repubblica soppressi dal d.lgs. 155/’12 in base a convenzioni con le regioni richiedenti per gli oneri di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di custodia e vigilanza a carico delle regioni richiedenti o degli enti locali previa intesa con la Regione. I ddl sono attualmente all’esame della 2^ Commissione permanente Giustizia del Senato (Presidente Buongiorno) in sede referente nelle varie sedute dei mesi di giugno, luglio e 3 agosto ’23 in esame congiunto e con un Comitato ristretto che risulta aver elaborato una prima bozza di testo unificato che dovrà essere ulteriormente precisato in relazione alle osservazioni inviate da alcuni Gruppi. Dopo la pausa estiva la Commissione proporrà all’Ufficio di Presidenza lo svolgimento di una serie di audizioni sia di rappresentanti politici e tecnici del Ministero per acquisire informazioni sulla situazione della geografia giudiziaria e sugli effetti della riforma del 2012 sull’efficienza dell’attuale organizzazione giudiziaria sia degli enti territoriali che hanno richiesto il ripristino di alcune sedi soppresse.

In particolare l’Assemblea legislativa della Regione Umbria con deliberazione n. 313 del 16 maggio 2023 ha approvato all’unanimità la proposta di legge alle Camere (atto n. 1649) d’iniziativa dei consiglieri Pastorelli (Lega Umbria) e Nicchi (gruppo misto – ex Lega) sulle modifiche al decreto legislativo 155/’12 presentata nel febbraio ’23. La proposta di legge statale della Regione Umbria, approvata in 1^ Commissione consiliare nel marzo ’23 e fondata sul principio di giustizia di prossimità di cui all’art. 10 del Trattato di Maastricht sull’Unione Europea (TUE) del ’92 come modificato dal Trattato di Lisbona del ’07, appare attenta e sensibile (e giustamente) ai pesanti spostamenti degli operatori e cittadini dell’Orvietano fino a Terni ma non si è fatta carico (forse anche per una mancata segnalazione dell’allora Consigliera regionale di Todi e degli attuali Sindaci dei comuni della Media Valle del Tevere) degli altrettanto gravosi spostamenti di quelli della MVT derivanti dall’irrazionale accorpamento nel 2012 al Tribunale di Spoleto che li costringe tuttora a dover addirittura superare la catena dei Monti Martani per arrivare alla lontana e scomoda Spoleto o in alternativa fare in superstrada il giro dell’Umbria.

L’obiettivo dell’iniziativa legislativa dell’Assemblea Umbra avrebbe dovuto riguardare, in una visione generale, oltre alla condivisibile proposta di ripristino dello storico (pur se piccolo) Tribunale di Orvieto, anche la necessaria proposta di rettifica del territorio di competenza del Tribunale di Spoleto per scorporare dallo stesso tutti i comuni della Media Valle del Tevere, compresi Marsciano e Deruta, e riaggregarli al loro naturale circondario del Tribunale di Perugia. La proposta di legge statale già approvata dalla Regione inoltre non affronta l’argomento delle ex 5 Sezioni distaccate del solo Tribunale di Perugia (e quando giudica in composizione monocratica) soppresse per legge nel ’12 ma in realtà, essendo state allora soppresse tutte le 220 Sezioni distaccate dei Tribunali civili e penali dell’intero territorio italiano, la questione della loro riattivazione ha una rilevanza di carattere nazionale che per avere concrete possibilità di riuscita dovrebbe essere posta a livello non di una o di qualche Regione ma piuttosto dell’intero territorio italiano mediante apposite iniziative legislative del Governo o dei membri delle Camere.

Per la città di Todi e i comuni della MVT però, ove non venissero prima riaggregati al Tribunale di Perugia, potrebbe sussistere anche il rischio di non riuscire ad ottenere l’attivazione di una nuova Sezione distaccata se ancora ricompresi in un tribunale non di capoluogo provinciale o quello di doversela ora (diversamente dal ’98) contendere con la terza città dell’Umbria. Inoltre si deve far notare che senza lo scorporo dei comuni della MVT il circondario del Tribunale di Spoleto si troverebbe ad avere impropriamente un numero di utenti (quasi 209 mila) addirittura maggiore di quello (175 mila) del capoluogo della Provincia di Terni dopo lo scorporo del circondario del Tribunale di Orvieto deliberato dalla Regione. Occorrerebbe pertanto, su istanza ben motivata dei Sindaci dei comuni di Todi e della MVT dietro mandato dei rispettivi Consigli, un’ulteriore proposta di legge statale di modifica del d.lgs. 155/’12 dell’Assemblea legislativa umbra per la sempre indispensabile rettifica dei circondari dei Tribunali di Spoleto e Perugia da inviare, a quel punto, alla Camera dei Deputati e che potrà avere corso anche come uno degli emendamenti che la Camera formulerà al testo di legge che sarà stato approvato dal Senato o, in mancanza della proposta regionale, almeno una specifica proposta di emendamento da parte di uno o più Deputati umbri.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli