di Giovanni Cardarello
Smaltita l’analisi del voto delle europee e delle amministrative di giugno, la politica umbra si prepara alla pausa estiva. Ma sarà una pausa attiva, molto attiva, visto che con ogni probabilità già dopo il 20 agosto prenderà il via la corsa che porta all’elezione del presidente e del consiglio della Regione Umbria.
Una tornata elettorale che già si annuncia caldissima e fortemente politicizzata, nonostante il voto sia solo amministrativo. A certificare questo stato di cose, la volontà della maggioranza che sostiene il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di accorpare in un unico giorno l’Umbria, che va a scadenza naturale, e la Liguria, che anticipa di un anno il voto a causa delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente in carica Giovanni Toti.
E sempre il voto in Liguria potrebbe giocare, di rimbalzo, un ruolo nella scelta dei candidati per la guida dell’Umbria. Ad oggi, infatti, la partita, sarà un nuovo ‘Eva contro Eva’ come per il Comune di Perugia: in altre parole la presidente uscente Donatella Tesei contro il sindaco di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti.
Ma attenzione alla partita a scacchi delle coalizioni, perché possono giocare un ruolo sostanziale. Se infatti in Liguria il candidato presidente dovesse essere il leghista Reixi, capace di beffare sulla corsa interna Bonsignore, Campomenosi, Cuocolo e Delfino, difficilmente Fratelli d’Italia e Forza Italia potrebbero accettare ‘a cuor leggero’ una corsa della Tesei. Corsa che, chiariamo, ad oggi non è messa in discussione da nessuno. Nemmeno da Romizi e Agabiti che per molti esponenti del centrodestra sono meglio ‘carrozzati’ per vincere la contesa elettorale. Meglio ancora se in ticket.
Ed è per questo motivo che Stefania Proietti non scioglie la riserva sulla propria candidatura e buca un avvenimento politico di rilievo come l’avvio ufficiale della raccolta firme per il referendum contro la legge sull’autonomia differenziata. Un evento dove era presente la leader del Partito Democratico Elly Schlein, con tutti i leader locali del ‘campo largo’ schierati. Un evento dove veniva certificata la bontà del progetto politico nato a Perugia con Vittoria Ferdinandi e che si vuole replicare in Regione.
Ma se la Proietti dovesse proporsi nella versione moderna del ‘gran rifiuto’, chi potrebbe prendere il suo posto? I nomi in ballo sono due. Uno che vorrebbe, ma verosimilmente non può, una che non potrebbe ma che verosimilmente deve. Il primo è il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, che in queste ore ha incassato la nomina a presidente dell’Auri. Una nomina che lo pone in vetta ad un ente di secondo livello con vista su tutti i Comuni della regione. Pertanto una nomina di grande visibilità e foriera di alleanze. Al tempo stesso una nomina che i più maliziosi hanno letto come un ‘premio’ per uscire dalla lista dei papabili, con la certezza di essere preso in considerazione per un seggio alle prossime elezioni politiche.
Il secondo è il nome forte del Partito Democratico, la vice presidente della Camera Anna Ascani, già vice presidente del Pd, vice ministro dell’istruzione nel governo Conte e sottosegretario allo sviluppo economico nel governo Draghi. Un nome pesante, di partito, ma ben vista dagli alleati.
Soprattutto dopo la discesa in campo di Bandecchi e Fiore. Due candidature che, verosimilmente e con ‘pesi’ e modalità diverse, potrebbero togliere qualche consenso alla compagine di centrodestra che guida la Regione e il Paese. Che cosa accadrà davvero lo scopriremo nelle prossime settimane. Ma il tempo stringe, fra quattro mesi si vota, fra tre mesi vanno presentate le liste. Le scelte vanno fatte adesso.