Come ormai è prassi, l’annuncio è stato dato con un cinguettio. Il tweet del ministro dei beni cultutrali, Dario Franceschini, non lasciava dubbi: il consiglio del ministri, scriveva Franceschini «impugna il Programma Strategico Territoriale dell’Umbria: non può essere sovraordinato al futuro piano paesaggistico».
La decisione Il governo avrebbe deciso per l’impugnazione dinanzi alla Corte costituzionale della legge numero 1 del 2015 della Regione Umbria «perché in contrasto con il codice dei beni culturali». Secondo l’analisi dei tecnici del ministero, la legge umbra anteporrebbe il piano regionale di sviluppo strategico al piano paesaggistico, che deve invece costituire la disciplina superiore e prevalente nella definizione delle invarianti strutturali di tutela paesaggistica.
Il ministero La legge regionale, poi, non disciplinerebbe adeguatamente la fase essenziale del recepimento del piano paesaggistico negli strumenti urbanistici comunali, non assicurando la necessaria partecipazione, in questa fase, degli uffici ministeriali. E non chiarirebbe nemmeno bene il rapporto tra accordo con il ministero – necessario secondo il codice, per i beni paesaggistici – e approvazione del piano in sede di consiglio regionale.
La conferma Il comunicato della presidenza del consiglio, poi, fuga tutti i dubbi: «Il consiglio dei ministri – vi si legge – ha esaminato diciannove leggi delle Regioni e delle Province autonome: per le seguenti regionali si è deliberata l’impugnativa». E, tra le altre, c’è la: «Legge Regione Umbria n. 1 del 21/01/2015, ‘Testo unico governo del territorio e materie correlate’, in quanto varie disposizioni in materia di governo del territorio si pongono in contrasto con i principi fondamentali della normativa statale nelle materie ‘governo del territorio’, ‘produzione dell’energia’ e ‘protezione civile’ di cui all’articolo 117, terzo comma, invadendo altresì la competenza riservata allo Stato dall’articolo 117, secondo comma, lettera e), s), l) e m), in materia di ‘tutela della concorrenza’, di ‘tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali’, di ‘ordinamento civile e penale’ e di ‘livelli essenziali delle prestazioni’».
Borletti Buitoni durissima Il paesaggio umbro, commenta il sottosegretario ai beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, «è salvo grazie all’impugnazione oggi da parte del consiglio dei ministri del piano di sviluppo della Regione. Crescita e economia possono, anzi devono essere compatibili con la tutela del paesaggio. Questo è il vero cambio di verso dopo decenni di dissennata distruzione del territorio a danno di tutti i cittadini», che poi rincara la dose: Le istituzioni siano pronte a confrontarsi senza però voler disconoscere il ruolo del Mibact nell’esercitare il proprio compito di tutela del
patrimonio collettivo».