Regione Umbria, territorio e ‘testo unico’

Quello che si persegue è «la riduzione degli oneri amministrativi delle imprese e il contenimento degli adempimenti degli enti locali»

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Giovedì entra in vigore il ‘testo unico’ per il governo del territorio e la giunta regionale esulta: «Giunge così a conclusione un procedimento di semplificazione e di stimolo per un settore che ha sofferto in questi anni di una forte contrazione di commesse».

I contributi Nella stesura del testo unico, si ricorda, «sono state impegnate le istituzioni regionali e locali, gli ordini e collegi professionali, le associazioni di categoria. La giunta regionale ha tenuto conto delle osservazioni pervenute attraverso l’ampia partecipazione promossa e, in particolare, ha valutato e sostanzialmente recepito il parere del Consiglio delle autonomie locali».

Il riordino Il testo unico si compone di 273 articoli suddivisi in 9 titoli, «compresa un’ampia clausola valutativa che consentirà di monitorare puntualmente l’efficacia dell’azione di riordino e semplificazione. La legge riordina le norme in materia edilizia ed urbanistica e sarà accompagnata nei prossimi giorni dal conseguente riordino di tutte le norme regolamentari».

L’obiettivo Quello che si persegue è «la riduzione degli oneri amministrativi delle imprese e il contenimento degli adempimenti degli enti locali, con la diminuzione di procedimenti amministrativi sostituiti dalle certificazioni e con l’assegnazione di tempi certi all’azione della burocrazia umbra visto che il testo unico ha consentito l’abrogazione di ben 25 disposizioni normative».

Competenze distinte Nell’azione di semplificazione «si evita la riproposizione della logica dei Piani a cascata, distinguendo puntualmente le competenze di ognuno: la Regione con il Programma strategico territoriale con funzioni programmatiche, il Piano paesaggistico regionale quale strumento unico di tutela, valorizzazione e corretto inserimento paesaggistico sul territorio delle opere dell’uomo; il Piano territoriale di coordinamento provinciale con funzioni di coordinamento della pianificazione locale e i Comuni con il Piano regolatore generale, quale strumento che prenderà atto delle invarianze stabilite dai piani sovraordinati e dai piani di settore, ma che avrà ampi poteri di disegnare, realizzare e riqualificare la città esistente e quella futura».

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