Riequilibrio: «Terni succube di Perugia»

Francesco Ferranti (FI) punta il dito contro gli esponenti del Pd locale: «Si fanno dettare la linea e antepongono gli interessi personali»

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di Francesco Maria Ferranti
Capogruppo Forza Italia – Comune di Terni

In questi anni diversi esponenti del Pd ternano hanno dimostrato di essere incapaci di tutelare gli interessi di Terni e dei cittadini su molte questioni di carattere amministrativo e politico. Sempre di più si assiste ad una depredazione di risorse e opportunità patita da Terni a favore di Perugia e anche di altre città umbre, come Foligno, nell’ultimo decennio.

Francesco Ferranti

L’elenco dei casi è lungo e parte dall’università e da un sanità in crisi che vede le eccellenze ternane trasferite a Perugia. C’è poi l’ipotesi di spostare il dipartimento dell’Arpa unicamente a Perugia, quando le criticità ambientali sono prevalentemente nella Conca. Un’altra nota dolente sono gli investimenti sulle infrastrutture che negli ultimi 15 anni hanno riguardato solo Foligno e Gubbio e mai Terni che ne avrebbe bisogno, anche per la presenza di diverse multinazionali sul territorio. E ancora, la questione della sede legale della Usl Umbria 2 che ad oggi non è ufficialmente collacata a Terni. Infine i fondi, oltre un milione di euro, investiti dalla Regione per portare a Perugia la cosiddetta ‘alta velocità’, lasciando a bocca asciutta Terni e i ternani.

Di fronte a questo stato di cose, i ‘capi corrente’ del Pd eletti a Terni restano silenti e genuflessi, forse perché impegnati a fare carriera anteponendo gli interessi personali a quelli del territorio da dove provengono. In questo scenario gli stessi rappresentanti in Regione del Pd ternano, anziché impegnarsi ventre a terra nel presentare proposte virtuose per questa città in crisi, si fanno dettare la linea politica da Perugia e dal Pd regionale. Anziché preoccuparsi di una città in crisi economica, lavorativa e politica, continuano ad occuparsi solo delle proprie posizioni e della spartizione di qualche posto in giunta o alla guida di una partecipata o ad elemosinare una pacca sulla spalla dalla presidente della Regione.

Ovvio che una città che vede in scena questi attori, incapaci di pensare al bene di Terni, finisca nel dissesto e nel degrado più profondo senza un teatro e senza speranze o progetti per un domani migliore. Ma quel dissesto ha responsabilità che vanno ricercate – in parti uguali – anche negli stessi ‘capi corrente’ del Pd ternano, nonostante c’è già chi fra di loro si affretti a prendere le distanze dal fallimento del Comune. Ma io e il mio partito sremo sempre pronti a richiamarli alle proprie responsabilità.

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