Una lettera al capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Stefano Carmine De Michele, e al provveditore Toscana-Umbria, Gloria Manzelli, per riepilogare il caos che lunedì pomeriggio ha segnato il carcere di Terni – dove è scoppiata una violenta protesta di diversi detenuti – e chiedere lo sfollamento urgente della sezione H ‘Media Sicurezza’ teatro dei fatti. A scriverla sono gli esponenti sindacali del Sappe (Romina Raggi), Sippe-Sinappe (Francesco Petrelli) e Fns Cisl (Riccardo Laureti), in rappresentanza della polizia Penitenziaria.
Nella missiva i sindacati parlano di «vera e propria rivolta» da parte dei detenuti, in merito alla quale «sono state già trasmesse dalla direzione tutte le relazioni corredate da certificazioni e documentazione fotografica. Per futili motivi – osservano le sigle – i poliziotti sono stati ostaggio dei detenuti per diverse ore. E ‘ostaggi’ non è un modo di dire, visto che è servita più di un’ora per liberare il poliziotto addetto alla vigilanza della sezione, chiusosi per fortuna nel box agenti ma non al sicuro visto che il detenuto che ha iniziato la rivolta stava sfondando i vetri».
«Per liberare il collega – prosegue la lettera – una decina di poliziotti hanno riportato contusioni, certificati dalla locale infermeria ed un vice sovrintendente ha riportato un taglio in testa con una prognosi del pronto soccorso ternano di dieci giorni. Solo dopo l’arrivo del P.O.R e del G.I.R, unitamente al personale del quadro permanente di Terni, sono potuti salire in sezione. Nel frattempo però altri detenuti erano riusciti a forzare il cancello che divide la sezione dalla rotonda e a devastare box agenti, lanciando i detriti lungo le scale di accesso e allagato le stesse per impedire al personale di salire».
I danneggiamenti – elencano i sindacati – «hanno riguardato gli ambienti esterni delle camere detentive, iniziando dal sistema di video sorveglianza. Non esistono più impianti elettrici, strappate via anche le plafoniere e lasciano tutta la sezione al buio; distrutto l’impianto antincendio compresi gli idranti distrutti dopo averli utilizzati per allagare rotonda e scale; svuotato gli estintori, rotto l’impianto degli ascensori, del riscaldamento, staccando i termosifoni e lanciandoli per le scale, provocando anche la rottura dei gradini; rotte tutte le finestre delle salette oltre ai vetri del box agenti; distrutto il quadro comandi dei cancelli delle camere detentive; lanciati per le scale anche schermi di sorveglianza e pc ed avendo perfino il tempo di lasciare messaggi scritti come ‘andate a fanculo sbirri’ oltre a messaggi di insulti verso il comandante del reparto».
Secondo Sappe, Sippe-Sinappe e Fns Cisl, al momento «non possono essere garantite le normali misure di ordine e sicurezza, né vi è garanzia delle condizioni di lavoro per l’addetto alla vigilanza della sezione stessa. Si chiede pertanto l’intervento urgente dei superiori uffici per uno sfollamento che, a nostro avviso, per la gravità dei fatti, doveva avvenire nella nottata seguente e si rammenta che il signor provveditore dal momento dell’insediamento lo scorso 1° agosto, non ha mai fatto visita ad un istituto umbro, ha causato il sovraffollamento di tutti e quattro gli istituti di detenuti psichiatrici e di trasferiti per ordine e sicurezza. Terni in particolare – aggiungono le sigle – di cui ricordiamo la capienza di 420 detenuti, ad oggi è a circa 600 unità di cui 90 assegnati per ordine e sicurezza e circa 130 psichiatrici».