Da Norcia l’appello a Crimi: «Muovetevi»

Video – La protesta a San Pellegrino: «Il sistema così non va, abbiamo ancora le macerie». Lettera struggente dei residenti. E lui: «Se così non va, cambiamo il sistema lo cambiamo».

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Il sottosegretario Vito Crimi è stato martedì in Umbria visitando i due capoluoghi – Perugia e Terni – e le zone terremotate, in particolare San Pellegrino di Norcia. 

IL SOTTOSEGRETARIO A TERNI – E IN PREFETTURA A PERUGIA

Crimi minaccia: «Se entro fine anno non vedo miglioramenti…»

«Stiamo introducendo norme per semplificare l’iter della ricostruzione – annuncia il sottosegretario Vito Crimi – ma se entro il 31 dicembre di quest’anno non dovessimo avere uno slancio concreto nella ricostruzione, allora azzereremo tutto: per adesso lavoriamo sulla legge esistente migliorandola con nuove deroghe che consentiranno ai comuni una maggiore autonomia, ma anche maggiori responsabilità».

La lettera: «Ricostruzione, questa sconosciuta»

«Per noi, ‘ricostruzione’ è parola astratta, sconosciuta – recita la lettera degli abitanti di San Pellegrino a Vito Crimi, letta con la voce rotta dal pianto dalla signora Marina – auspichiamo risposte concrete alle problematiche, esigendo di essere coinvolti direttamente, con incontri periodici (al massimo trimestrali) in qualunque decisione ci riguardi. Ricordiamo che dal 24 agosto 2016 – ha scandito Marina – in questo paese non si può nascere e non si può star male, non si può vivere, né lavorare, non si può progettare il futuro e purtroppo nemmeno morire, visto che il cimitero non è agibile». Poi la richiesta di controlli sanitari nelle Sae, per verificare l’eventuale pericolosità per la salute umana delle muffe presenti in alcune di esse, e di interventi per rimettere a posto quelle che hanno dei problemi. «Ad oggi – insiste Marina – nessun proprietario delle aree dove sono state installate le casette ha ricevuto alcun indennizzo, ciò ha comportato, comporta e comporterà un grave danno economico». Infine, l’auspicio: «Serve una scossa, non sismica, ma un segnale tangibile che ci possa far sperare in un futuro migliore, anche perché a due anni e mezzo dal primo terremoto abbiamo diritto di sapere con chiarezza di che morte dobbiamo morire».

Marini: «Snellire le procedure»

«Al governo e al parlamento abbiamo chiesto alcune modifiche che servano ad aiutare i cittadini, i professionisti e le imprese già impegnate in Umbria nell’opera di ricostruzione a snellire e velocizzare il procedimento autorizzativo. Ci aspettiamo che accolgano gli emendamenti che in tal senso abbiamo avanzato come presidenti delle quattro Regioni colpite dagli eventi sismici. È quanto ci aspettiamo se si vuole davvero aiutare la ricostruzione»: lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha accompagnato in questi due giorni di visita in Umbria il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Vito Crimi.

I parlamentari del Pd: «Non siamo stati invitati»

«Ma che concezione proprietaria delle istituzioni hanno il sottosegretario Crimi e i parlamentari di 5 stelle? Questo signore viene in Umbria a discutere dei problemi della ricostruzione, di cui pare si occupi per delega di Governo e agli incontri non vengono invitati i parlamentari, tranne gli amici di 5 Stelle – così i parlamentari umbri del Pd Walter Verini, Anna Ascani, Leonardo Grimani e Nadia Ginetti – il parlamento, in questi anni, si è occupato dell’emergenza e della ricostruzione dopo più terremoti devastanti e dalle gravissime conseguenze. Lo abbiamo fatto sempre votando leggi e finanziamenti con spirito unitario, in collaborazione con le regioni, i comuni, le comunità. Quando i rappresentanti dei governi a guida Pd sono venuti in Umbria tutti i parlamentari sono stati, ovviamente, sempre coinvolti. La ricostruzione deve vedere un quotidiano impegno corale. Per Crimi e i suoi amici umbri non è così: in parlamento si respingono le proposte per semplificare e rendere più efficace la ricostruzione. Nei tour si fanno promesse insieme ai parlamentari amici, escludendo gli altri. Ma la ricostruzione non è cosa loro».

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