I dati li ha forniti l’assessorato alla Sanità della Regione Umbria e si riferiscono alla mobilità passiva dei pazienti umbri.Nel triennio 2014-2016 si è registrato un costante aumento di spesa: da oltre 86 milioni del 2014 a quasi 93 milioni del 2016.
I numeri Nel 2014 la mobilità attiva ha inciso per 108.430.570 euro e quella passiva per 86.776.290 euro, con un saldo di 21.654.279 euro. Nel 2015 la mobilità attiva ha inciso per 107.875.178 euro e quella passiva per 89.197.518 euro, con un saldo di 18.677.660 euro. Nel 2016 la mobilità attiva ha inciso per 106.132.274,15 euro e quella passiva per 92.721.014, euro, con un saldo di 13.411.259 euro.

«Report da brividi» Secondo il presidente del gruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi, si tratta di «un report da brividi di cui anche nel Pd si iniziano a rendere conto. La sanità umbra perde colpi sempre più evidenti mentre, sempre nella città dell’acciaio, si utilizzerebbero le macchine di servizio della Asl per recarsi a votare per i congressi del PD. Dall’informativa ricevuta dall’assessorato, emerge infatti un inesorabile trend di fuga dei pazienti, soprattutto negli ultimi due anni, dalle nostre strutture sanitarie verso altre regioni. Negli ultimi tre anni (2014–2015–2016) c’è stato un costante aumento di mobilità passiva
(persone che vanno a curarsi fuori regione) e una diminuzione di mobilità attiva (persone che vengono a curarsi in regione). Il saldo in un solo anno (2016 rispetto al 2015) è peggiorato di altri 5 milioni di euro».
«La gente non si fida» Per Nevi, «questo semplice ma significativo dato è la cartina di tornasole che le guerre interne al PD, che hanno avuto il fulcro proprio in questo settore, stanno portando problemi gravi e la gente dell’Umbria non si fida più e se ne va a curarsi fuori. E pensare -conclude – che uno degli obiettivi che la Giunta si era prefissata di raggiungere in questa legislatura era proprio la diminuzione della mobilità passiva. Altro obiettivo mancato, e anche la sanità cade sotto i colpi del malgoverno PD dell’Umbria».