Sanitopoli, 45 indagati. Ipotesi associativa per 9

La procura di Perugia ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Prossimo step le richieste di rinvio a giudizio

Condividi questo articolo su

di F.T.

La procura della Repubblica di Perugia ha chiuso le indagini della maxi inchiesta ‘Sanitopoli’, deflagrata poco più di un anno fa – era il 12 aprile del 2019 – con 4 arresti e 35 indagati iniziali. Indagati che, con la conclusione del lavoro portato avanti dai pm Paolo Abbritti e Mario Formisano, sono diventati 45.

«Associazione per delinquere»

Di questi, 9 sono accusati di associazione per delinquere perchè – ciascuno nel proprio ruolo – «si associavano tra loro al fine di commettere una serie di deitti contro la pubblica amministrazione, nella specie abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale, finalizzati alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici banditi dall’azienda ospedaliera di Perugia e/o dalla Usl Umbria 1 per garantire la vittoria o il posizionamento ‘utile’ in graduatoria dei candidati, preventivamente determinati dagli stessi associati». L’ipotesi associativa riguarda l’ex presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’ex assessore regionale alla sanità Luca Barberini, l’ex sottosegretario al ministero dell’Interno Gianpiero Bocci, l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia Emilio Duca, l’ex direttore amministrativo della stessa azienda Maurizio Valorosi, l’ex direttore sanitario Diamante Pacchiarini, la responsabile dell’ufficio personale dell’azienda ospedaliera di Perugia Maria Cristina Conte, la dirigente coordinatrice dell’ufficio acquisti e appalti Rosa Maria Franconi, il responsabile dell’ufficio coordinamento attività amministratrive e dell’ufficio sperimentazioni cliniche dell’ospedale di Perugia, Antonio Tamagnini. I fatti vengono circostanziati dagli inquirenti fra l’inizio del 2018 e il 13 aprile del 2019.

Concorso infermieri Usl 1: «Favoriti in 174»

La contestazione di abuso d’ufficio relativa ad un concorso per infermiere a tempo determinato indetto dalla Usl 1 nell’agosto del 2017 e la cui graduatoria era stata approvata il 24 aprile 2018, oltre a Barberini, Duca, Pacchiarini e Valorosi, accomuna anche Domenico Barzotti (segretario della commissione), Patrizia Borghesi (presidente della commissione), Gabriella Carnio (componente della commissione), Andrea Sborzacchi (componente commissione) e Andrea Casciari (ex direttore generale Usl Umbria 1). Per l’accusa ben 174 candidati sarebbero stati favoriti, 67 dei quali inseriti nei primi 309 posti in graduatoria, tali da garantire l’inserimento lavorativo senza necessità di ‘scorrimento’. Per lo stesso concorso vengono accusati di ‘rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio’ Barberini e Carnio, di ‘falsità ideologica e materiale’ Barberini, Carnio, Duca e Valorosi, Barzotti, Borghesi, Casciari, Pacchiarini e Sborzacchi.

Il concorso per due posti da geriatra in ospedale

Altro concorso finito sotto la lente degli investigatori perugini era quello bandito nel maggio del 2017 dall’azienda ospedaliera di Perugia per due posti da dirigente medico di geriatria. In questo caso l’abuso d’ufficio, oltre a Barberini, Duca e Valorosi, riguarda anche Maurizio Dottorini (presidente commissione esaminatrice), Patrizia Mecocci (docente università di Perugia) e Alvaro Mirabassi (ex vice presidente del consiglio comunale di Perugia). L’ipotesi di ‘rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio’, per lo stesso concorso, riguarda invece Mirabassi, Barberini, Dottorini, Mecocci e Alessandro Sdoga (già esponente del Pd di Perugia e marito di una candidata ritenuta favorita dagli inquirenti). La ‘falsità ideologica e materiale’ riguarda invece Barberini, Dottorini, Duca, Mecocci e Valorosi.

Primario rianimazione ospedale Perugia

Per la selezione del primario della struttura complessa di anestesia e rianimazione dell’azienda ospedaliera di Perugia, indetta nell’aprile del 2015 e conclusa nel maggio del 2018, oltre a Barberini, Duca, Pacchiarini, Tamagnini e Valorosi, risultano indagati Fabio Gori (colui che aveva vinto il concorso), Paolo Leonardi (dipendente Aosp Perugia).

Concorsi per ‘categorie protette’

Il nome di Catiuscia Marini compare, per la prima volta nell’avviso di conclusione delle indagini, in merito alla selezione di quattro assistenti amministrativi rientranti nelle ‘categorie protette’ per l’ospedale perugino, indetto nell’agosto 2017 e con assunzioni realizzatesi nel giugno 2018. L’ex presidente della Regione risulta indagata ai già citati Barberini, Bocci, Duca, Franconi, Tamagnini, Valorosi ed a Tiziana Ceccucci (madre di una candidata), Moreno Conti (zio di una candidata), Marco Cotone (segretario Uil Fpl Umbria). Altro concorso indetto nell’agosto del 2017 e ‘contestato’ dagli inquirenti – anche se i favoritismi non si sarebbero concretizzati nell’esito finale – è quello per due assistenti tecnici contabili, categoria persone con disabilità, per il quale risultano indagati Marini, Bocci, Duca, Valorosi e Roberto Ambrogi (presidente commissione esaminatrice). Altro concorso deliberato nell’agosto del 2017 dall’ospedale perugino era quello per un posto da ‘coadiutore amministrativo’ che, sempre secondo gli inquirenti, non si sarebbe concluso come gli indagati volevano, per motivi indipendenti dalla loro volontà. Qui le persone coinvolte sono Bocci, Conte, Duca, Valorosi e la concorrente Elisabetta Ceccarelli.

Altri concorsi ospedale Perugia

Otto posti da dirigente medico di anestesia nell’ospedale di Perugia, con concorso indetto nel novembre del 2016 e assunzioni scattate nel luglio del 2018: anche questo concorso, per la procura di Perugia, era stato alterato. Qui, oltre a Duca, Tamagnini e Gori, risultano indagati Vito Aldo Peduto (direttore anestesia e rianimazione II Perugia), Simonetta Tesoro (dirigente medico anestesia e rianimazione II Perugia), Eleonora Capini (candidata) e la presidente di commissione Bolli. Altro concorso contestato è quello per tre posti da collaboratore professionale contabile dell’ospedale di Perugia, indetto nel giugno del 2016 e la cui graduatoria era stata approvata due anni dopo. Qui i coinvolti, oltre a Duca e Ambrogi, sono l’ex direttore regionale della sanità Walter Orlandi e la candidata Silvia Pierotti e il padre di quest’ultima, Mario. Sempre per l’ospedale perugino, altro concorso contestato è quello per cinque posti da dirigente sanitario biologo, con coinvolgimento – dopo gli stralci – della sola Conte per ‘falso’.

La ‘maxillo facciale’

Il concorso per due posti da dirigente medico nella chirurgia maxillo facciale dell’ospedale di Perugia, bandito nel luglio del 2017 e con graduatoria approvata nell’agosto 2018, vede indagati per abuso d’ufficio Duca, Valorosi ed anche il presidente della commissione Massimo Lenti, il direttore del reparto in questione Antonio Tullio e il medico Mauro Faleburle. In questo caso sarebbero stati comunicati i contenuti della prova scritta ai due candidati individuati come vincitori della procedura.

«Non si presenti al concorso»

Ultimo avviso contestato sull’ospedale perugina è quello per la mobilità esterna volontaria per la copertura, a tempo indeterminato, di un posto di collaboratore professionale sanitario – logopedista. In particolare vengono contestate le pressioni verso una delle concorrenti, affinché non si presentasse alla prova, con la promessa di tenerla in considerazione per una successiva selezione. Qui gli indagati, oltre a Duca, sono Carnio e il primario dell’otorinolaringoiatria Giampiero Ricci.

Dirigente in Regione

In seno alla Regione, uno dei concorsi finiti sotto la lente è quello di dirigente presso la direzione salute/welfare della Regione Umbria, la cui graduatoria era stata approvata nell’aprile del 2018. Qui, oltre a Duca, risultano indagati i componenti della commissione Riccardo Brugnetta, Amato Carloni e Giuseppina Fontana, oltre alla vincitrice della selezione Milena Tomassini.

L’accanimento

Tornando al ‘Santa Maria della Misericordia’, l’accanimento – per gli inquirenti – contro l’ex primario di pediatria Susanna Esposito (sanzionata dalla stessa azienda ospedaliera), è costato l’accusa di abuso d’ufficio a Duca, Pacchiarini, Valorosi e Serena Zenzeri (componente dell’ufficio per le sanzioni disciplinari del nosocomio).

Le ‘soffiate’

L’ex generale dell’Arma dei carabinieri Pasquale Coreno, nel luglio del 218 avrebbe cercato di aiutare alcuni degli indagati – Duca, Valorosi e Pacchiarini – rivelando che erano incorso delle intercettazioni ambientali nei loro uffici e suggerendo alcune modalità di comunicazione per aggirare ‘l’orecchio’ degli investigatori. Da qui la contestazione di ‘favoreggiamento personale’. Sempre in tema di ‘soffiate’, ci sono anche quelle che l’ex sottosegretario Bocci avrebbe condiviso con Duca e Valorosi, relative ad alcuni contenuti dell’indagine e che avevano portato lo stesso Duca a decidere di ‘bonificare’ da cimici e strumenti di registrazione video il proprio ufficio. Filone questo che vede indagato anche Fabio Madonnini. Altri ‘spifferi’ richiesti da Duca e di cui lo stesso avrebbe beneficiato, hanno portato alla contestazione di ‘favoreggiamento’ nei confronti di due finanzieri: Potito D’Errico e Domenico Francesco Oreste Ricci.

Appendice

Nella lunga ed articolata indagine su pezzi della sanità umbra, emerge anche un’ipotesi estorsiva addebitata a Bando Fanelli, amministratore di una società informatica, che avrebbe minacciato Duca di acquistare il suo software, altrimenti avrebbe scatenato un ‘putiferio’ rivelando di aver dovuto sborsare denaro per avere un colloquio con un politico a cui presentare il prodotto per il suo eventuale utilizzo in una delle due Usl regionali.

Le difese, i prossimi passi

Ora tutti gli indagati hanno tempo venti giorni per poter presentare memorie, svolgere indagini difensivem essere sentiti dagli inquirenti o produrre documenti a proprio discarico. Prossimo step saranno le richieste di rinvio a giudizio da parte della procura di Perugia e tutti i coinvolti si dicono convinti – attraverso i propri legali – di poter chiarire la propria posizione prima di quel passaggio. Fra gli avvocati difensori figurano: David Brunelli, Maria Mezzasoma, Manlio Morcella, Roberto Spoldi, Franco Libori, Nicodemo Gentile, Antonio Cozza, Manuela Prudani, Lorenzo Filippetti, Edoardo Maglio, Roberto Bianchi, Marco Brusco, Nicola Pepe, Vincenzo Bochicchio, Valeria Passeri, Francesco Crisi, Paolo Rossi, Flavio Grassini, Francesco Maria Falcinelli, Chiara Peparello, Luca Gentili, Claudio Lombardi, Alessandro Diddi, Massimiliano Sirchi, Nicola Di Mario, Delfo Berretti, Riccardo Leonardi, Barbara Mischianti, David Zaganelli, Emilio Bagianti, Fernando Mucci, Chiara Casaglia, Diego Ruggeri, Marco Brambatti, Fulvio Carlo Maiorca, Barbara Di Nicola, Giuseppe Montone, Ilario Taddei, Giuseppe Valentino, Maria Bruna Pesci, Giovanni Spina, Vincenzo Perrone, Pasquale Perticaro.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli