Sardine Umbria: «Cittadinanza a Patrick Zaki»

Appello del movimento agli amministratori locali umbri per lo studente egiziano arrestato nel suo paese natale

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Una lettera aperta per il conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki: ad inviarla le Sardine dell’Umbria agli amministratori locali della regione.

di 6000 Sardine Umbria

Con la presente lettera aperta, il movimento delle 6000 Sardine dell’Umbria intende richiamare la vostra cortese attenzione, nonché quella della società civile, dell’opinione pubblica e dei cittadini tutti, sul caso di Patrick Zaki. Com’è tristemente noto, Patrick Zaki, studente egiziano iscritto ad un master presso l’università degli studi di Bologna, è stato arrestato nel suo paese natale ove pendeva un mandato d’arresto (senza che gli fosse stato notificato) con l’accusa di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e turbamento della stabilità delle istituzioni. La colpa di Patick sarebbe quella di aver pubblicato dei post non graditi al regime egiziano che gli sono valsi l’accusa di ‘propaganda sovversiva’.

Recluso quindi per motivi politici nel carcere di Mansura, come tanti altri giovani non allineati con il partito di governo, Patrick sarebbe stato picchiato, spogliato, torturato con scosse elettriche e minacciato di stupro; da quello che è dato sapere, inoltre, sarebbe stato interrogato sul suo lavoro, sul motivo della sua permanenza in Italia e sui suoi rapporti con la famiglia Regeni. I numerosi appelli lanciati in questi mesi dagli attivisti e dalle associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani sono stati vani, come pure senza particolari risultati appare l’intervento delle istituzioni italiane ed internazionali. Anzi, è proprio notizia di alcuni giorni fa di come le autorità egiziane abbiano prorogato la detenzione preventiva di ulteriori 45 giorni e si ha fondato motivo di ritenere che possa prolungarsi ulteriormente. Più, sono giunte notizie allarmanti circa le condizioni igienico-sanitarie riguardanti la prigione in cui Patrick è recluso, ove risulta che un prigioniero sia morto a causa del coronavirus.

Per tutti questi motivi, il gruppo umbro delle 6000 Sardine ritiene doveroso richiamare la vostra cortese attenzione su questo tema, che, prima di essere un caso diplomatico, rappresenta una gravissima violazione dei diritti fondamentali dell’uomo che non può e non deve vederci indifferenti. Come cittadini italiani che si riconoscono nei principi della Costituzione, riteniamo che ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’, come cittadini del mondo ci riconosciamo nei diritti tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), secondo cui ‘Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti’ (art. 3) e ‘Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione’ (art. 10), oltre a credere fortemente nei valori consacrati nella Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948.

È necessario, pertanto, che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, dia il suo contributo e si mobiliti politicamente e mediaticamente per la sua immediata liberazione. Lo dobbiamo a Patrick, al suo corpo, alla sua vita, ai suoi sogni, e alle sue speranze. Lo dobbiamo anche a Giulio Regeni, affinché il suo martirio non sia stato vano. E lo dobbiamo, infine, alla nostra tradizione, alla nostra coscienza di italiani e di umbri, ai valori di accoglienza e di rispetto per la vita su cui è basata la nostra civiltà. È con questo spirito che chiediamo a tutti i sindaci dei comuni dell’Umbria, a tutti i consigli comunali, ai consiglieri e alle consigliere, a prescindere dal proprio colore politico, di impegnarsi, ciascuno secondo le rispettive prerogative, affinché sia attivato, nella maniera più celere possibile, il procedimento necessario ai fini del conferimento della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, come peraltro già fatto a Milano, Napoli e Bologna, il cui consiglio comunale ha riconosciuto nella sua figura ‘Quei valori di libertà di studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipazione pubblica propri di questo territorio e delle istituzioni che lo rappresentano’.

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