Scuola, la protesta degli studenti: «Pronti a non tornare in aula»

Terni – La proposta di una classe del ‘Tacito’ in vista del ritorno in presenza. «Non ci sentiamo sicuri, trasporti sono un rischio»

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di F.L.

Conto alla rovescia per la ripresa delle lezioni in presenza anche nelle scuole superiori, fissata in Umbria per lunedì 25 gennaio. Ma non mancano i mugugni e i timori, in vista di questa data, legati al possibile rischio contagio. Tanto che tra gli studenti, a Terni, c’è chi sta organizzando una mobilitazione «per una scuola più sicura e mezzi più sicuri». L’idea è quella di disertare le lezioni in presenza.

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Rebus trasporti

È il caso della 3°A del liceo classico ‘Tacito’, che ha diffuso una lettera indirizzata agli altri studenti per proporre di stare a casa e continuare a seguire le lezioni online. «Care studentesse e cari studenti – scrive la classe -, ci sentiamo veramente sicuri a rientrare tra le mura scolastiche in queste condizioni? Le decisioni prese finora hanno davvero dato esiti concreti? La scuola in presenza non è solo quattro mura e banchi distanziati, non è solo il tempo che passiamo tra le mura dell’edificio scolastico, ma anche tutto ciò che succede prima e dopo. La scuola in presenza coinvolge necessariamente anche i trasporti e tutte le complicazioni che ne conseguono, per quanto questo argomento sia stato al centro di numerosi dibattiti non sono stati apportati, almeno nella nostra regione, effettivi cambiamenti che ci avrebbero permesso di recarci a scuola in tutta sicurezza. Sarebbe necessaria un maggiore coordinamento tra istituti scolastici e aziende di trasporto che possano mettere a disposizione, per questo periodo straordinario, ulteriori mezzi alternativi».

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Il doppio turno

Secondo i liceali del ‘Tacito’, inoltre, «uno degli aspetti più ignorato è quello della continuità didattica: non riteniamo sensato – dicono – rientrare a scuola, sfidando la situazione sanitaria attuale, senza la certezza del domani. La divisione in fasce orarie degli ingressi (dalle 8 alle 13 e dalle 10 alle 15, ndr), proposta avanzata senza tener conto delle effettive conseguenze – continuano gli studenti -, è per noi l’ennesima dimostrazione della poca rilevanza data ai bisogni degli studenti e dei professori: basti pensare agli stessi trasporti ancora una volta non coordinati agli orari proposti, oltre allo sconvolgimento delle poche attività extrascolastiche pomeridiane che questa situazione ci ha lasciato. Non vogliamo sentirci costretti a scegliere tra istruzione e salute; ci chiediamo perché sia stato scelto proprio questo momento, quando i contagi sono ancora molto alti anche in Umbria, per tornare a scuola».

Lezioni online ‘promosse’

La didattica digitale integrata – dicono ancora i ragazzi – «almeno nella nostra piccola realtà, ha sempre funzionato: noi studenti siamo disposti a continuare a stare dietro gli schermi un altro po’, aspettando che la scuola torni un posto sicuro, perché noi studenti siamo i primi a voler tornarci, perché per noi è questa la scuola, ma esigiamo farlo in sicurezza. Non vediamo l’urgenza di riaprire – proseguono – mettendo a rischio le nostre condizioni, continuando ad essere in balia di proposte che spesso ci vengono comunicate il giorno prima e che, nel migliore dei casi, non ci consentono altro che qualche sporadica settimana di scuola in presenza, che non cambierà nulla. Cosa possiamo fare? Il modo più sicuro per farci ascoltare è continuare a rimanere a casa, anche nei giorni che dovrebbero essere in presenza nelle nostre scuole. Il nostro obbiettivo è rientrare a scuola il prima possibile, senza temere per la nostra salute e per quella dei nostri cari. Abbiamo intenzione di non presentarci nei giorni scolastici in presenza – concludono – ma piuttosto di invitare i professori a farci lezione in Ddi, qualora le condizioni miglioreranno saremo più che pronti al ritorno a scuola».

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