Se Terni va a Perugia con il cappello in mano

Al Comune non tornano i conti, ma pure i cittadini ci hanno messo del loro

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di Walter Patalocco

Caro Marino – è stato più o meno il discorso – nessuno ti tocca, però adesso è ora che fai il sindaco, ripari le strade, curi il verde, rendi efficienti i servizi ai cittadini. E’ l’avvertimento che il presidente del consiglio e segretario del Pd ha mandato al sindaco di Roma.

Perché il cittadino dal Comune vuole soprattutto questo. E al sindaco chiede di risolvere le questioni pratiche contro cui sbatte tutti i giorni – per esempio – e questo il sindaco di Terni lo sa.

Proprio la settimana scorsa, quando è intervenuto al meeting Uil ad un dibattito sulla sicurezza, l’ha sottolineata questa cosa. “Se ci sono le buche sulle strade, se i giardini sono in stato di cattiva manutenzione la gente sente la città lontana. Il problema però è: come fare se i soldi non ci sono?”.

E’ proprio questo il fatto. I soldi non ci sono. Tanto che siamo arrivati al punto in cui la necessità è tale che non ci si cura più nemmeno della forma (o della dignità) e si va col cappello in mano alla Regione per chiedere un anticipo di un milione di euro perché sennò il bilancio 2015 non si chiude.

Un milione non è una bazzecola, ma al confronto delle cifre che si fanno per definire il ‘buco’ del Comune sarebbe un po’ come una bella pezza calda. A meno che non ci si decida ad interventi strutturali che cambino l’andazzo. Che risponderà Catiuscia Marini? Farà la Merkel e chiederà che si facciano prima i compiti a casa?

Di sicuro ai ternani toccherà di stringere la cinghia. D’altra parte lo si sa fin da quando si fece la scelta di percorrere quella strada chiamata – un po’ pomposamente, a conti fatti – federalismo.

Addizionali e tassazione locale avrebbero, in caso di buona amministrazione, permesso ad una città di migliorare di più e più in fretta. In caso contrario, però, il peso sarebbe ricaduto sugli abitanti. E così i ternani dovranno aspettarsi addizionali più pesanti, ad avere una gamma variegata di buche sulla strada, con tanti saluti anche alla sicurezza.

E i servizi? Un posto in un asilo nido è già raro, ma ci sono i privati e le cooperative; per la manutenzione del verde pubblico si va a caccia di sponsor e se non si trovano tanti saluti; il traffico è quello che è; per la sicurezza ci si impegna, ricorrendo alle telecamere che costano e che rubano un pezzetto di libertà a tutti. Un pezzetto di libertà in meno ce l’hanno le famiglie cui mancano servizi come gli asili; un altro pezzetto se ne va perché la disponibilità economica diminuisce anche per le addizionali, e avanti così.

Col risultato che la città è percepita sempre più lontana. Però questo il sindaco lo sa. Lontana al punto che non la si ama e non la si rispetta. Invece sarebbe utile che ogni cittadino prendesse coscienza, tanto per dire, che non serve danneggiare strutture che sono di tutti e non , come troppi credono, di nessuno; che conviene essere un po’ più civili, ad esempio gettando i rifiuti nei cestini e non in mezzo alle siepi; che una raccolta differenziata fatta seriamente, evitando di lasciare sacchetti in giro per il centro a dispetto di ogni norma e regolamento che nessuno, d’altra parte, sembra voler far rispettare; che inveire contro Palazzo Spada o cadere nelle grinfie di certi tribuni raffazzonati, serve solo a scaricarsi la coscienza.

Rendersi conto tutti, insomma, che certi comportamenti oltreché aderenti al senso civico, sarebbero segno d’intelligenza se non altro perché economicamente vantaggiosi. Allora sì che Terni sarebbe davvero una ‘smart city’, altro che chiacchiere!

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