Sisma: «Riattiviamo l’ospedale di Norcia»

Terni, dei soggetti privati hanno intenzione di donare alla Usl Umbria2 una cifra che va dai 30 ai 50 mila euro. Giovedì un primo incontro con il direttore generale Imolo Fiaschini

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di Fra.Tor.

Quello di giovedì è stato un primo incontro, uno scambio di idee e di progetti preliminari. Adriana, è una signora di Norcia che a seguito del terremoto che lo scorso anno ha colpito l’Italia centrale ha perso la propria casa e al momento è ospite a Terni da alcuni parenti. Chiedendo aiuto alla Unmil – nella persona del presidente Gianfranco Colasanti – ha voluto incontrare il direttore generale della Usl Umbria 2 Imolo Fiaschini, per proporre, a nome di altri soggetti privati, una donazione.

La donazione L’incontro si è svolto in forma privata, giovedì mattina, nell’ufficio del direttore generale che, a margine dell’incontro, ha fornito alcuni dettagli. «Quello di oggi – ha spiegato Fiaschini – è stato solo un primo incontro con la signora Adriana che ha avuto modo di spiegarmi l’idea. È ancora da definire quale figura giuridica avrà il gruppo di soggetti privati che ha intenzione di fare alla Usl2 questa donazione, ma al momento l’ottima notizia è che queste persone hanno una somma tra i 30 e i 50 mila euro che, non appena definita la personalità giuridica, verrà messa a disposizione della residua struttura dell’ospedale di Norcia».

L’ospedale di Norcia La signora Adriana, per molti anni, ha lavorato nella struttura ospedaliera di Norcia, «nella stanza che occupa ora il dottor Lanzi – ha sottolineato – c’ero io e anche per questo motivo ho pensato subito all’ospedale per la donazione. Parte della struttura è stata molto danneggiata dal terremoto, ma un’ala che era di nuova costruzione ha retto ai colpi e abbiamo pensato di cercare di ripristinare, almeno lì, un minimo di servizi». Fiaschini ha sottolineato di essere «estremamente felice per questo tipo di intervento che ovviamente concorderemo insieme ai benefattori, come previsto dal regolamento e dalla normativa delle donazioni».

LA SIGNORA ADRIANA: «IL TERREMOTO? HO PENSATO FOSSE ARRIVATA LA FINE» – IL VIDEO

Il terremoto Questo primo incontro con la direzione dell’azienda sanitaria è avvenuto proprio nel giorno dell’anniversario della prima scossa di terremoto – 24 agosto 2016 – che ha colpito il centro Italia e quindi anche i territori di Norcia. La signora Adriana ha raccontato a umbriaOn come ha vissuto quei terribili momenti. «Il 24 agosto, dopo la prima scossa delle 3,36 mi sono alzata, come si può immaginare con molta fretta, mi sono vestita e ho cercato di prendere le scale con molta cautela perché so che le scale in quei momenti sono le più pericolose, e sono andata in strada dove ad attendermi c’era mio nipote». Quella prima scossa «fu terribile – ricorda Adriana – ma dopo alcuni giorni, rientrati in casa per le verifiche, fortunatamente abbiamo potuto appurare che l’abitazione non aveva subito danni strutturali. Per un po’ di tempo e per stare tranquilla ho dormito nella roulotte che un mio nipote ha in un terreno poco distante da Norcia, ho provato a rientrare in casa ma sono stata ‘accolta’ da nuove scosse di terremoto e sono, quindi, tornata in roulotte».

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I danni Poi, la paura. «La mattina dl 30 ottobre, mentre a dormire ero ancora in roulotte, ho deciso di andare a lavarmi in casa mia, per avere un po’ più di comodità. Giusto il tempo di andare in bagno per farmi una doccia che il terremoto – quella fu una delle scosse più forti, di magnitudo 6.5 alle 7,40, con epicentro proprio a Norcia; ndr – è tornato a farci ‘visita’. Mi sono aggrappata alla finestra del bagno, ma la forte scossa mi sbatteva a destra e a sinistra, e ho pensato ‘ecco è la fine’». Adriana, passata la scossa, con molta fatica è uscita di casa, «ma quel terremoto è stato una catastrofe perché dalla mia casa si è completamente staccata la parete del soggiorno».

In attesa L’appartamento della signora Adriana da quel momento, ovviamente, non era più agibile. «Da quel giorno con mia sorella e mia cognata, ci siamo trasferite a Terni e siamo ospiti da alcuni nostri partenti. Siamo ancora in attesa di una di una ‘casetta’ – le Sae (Soluzioni abitative di emergenza) – che ci hanno assicurato di darci nei prossimi giorni».

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