Società delle fucine, preoccupano ordini e investimenti: «Servono certezze»

Terni, rsu a confronto con Ast: timori sulla situazione della società nel contesto della vendita

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Mentre stanno per scadere i 60 giorni (stimati) della ‘fase 1’ della procedura di vendita dell’acciaieria – risale infatti al 14 aprile l’annuncio dell’avvio -, in attesa di aggiornamenti è la situazione della Società delle fucine, divisione di Ast, a suscitare le preoccupazioni delle rsu di stabilimento, soprattutto nel contesto della cessione. Giovedì delegati di fabbrica e azienda si sono incontrati – su richiesta dei primi – proprio per discutere nel merito di volumi produttivi, acquisizioni ordini e strategia commerciale di Sdf.

Le questioni

Gli ordinativi, per il mese di maggio, si sono attestati a 356 tonnellate, a 550 tonnellate a giugno, per una previsione per il 2021 di 7 mila 500 tonnellate totali. «Rimane il fatto – sottolineano le rsu – che la visibilità di ordini ad oggi rimane troppo ridotta». I delegati giudicano le risposte aziendali «parzialmente esaustive in quanto ad oggi – dicono – non ci sono stati forniti né budget produttivo né strategia di politica commerciale atta a garantire ordinativi in maniera stabile». Inoltre, riferiscono sempre le rsu, «attualmente non è previsto alcun investimento per gli impianti ma solo una politica di riduzione dei costi che passa tramite una revisione dei processi e delle modalità operative che secondo la direzione aziendale garantiscono una maggiore marginalità economica sul prodotto finito». Le perplessità palesate sul tavolo ed è stata inoltre ribadita dalle rsu la necessità «di avere certezze su investimenti che
garantiscano un’innovazione di prodotto e di processo, un adeguato livello manutentivo e l’efficienza degli impianti anche in termini di sicurezza e di
natura ambientale».

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