Solidarietà anonima ma non troppo a Terni

E’ quella che abbatte i pregiudizi: lettere con mascherine ai vicini di casa. ‘Sospetti’ su una famiglia cinese: «Qui l’oscurantismo non è di casa»

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di Alice Tombesi

La solidarietà non conosce differenze di lingua o luogo di nascita, è uno strumento democratico. Un gesto come quello avvenuto in un quartiere dell’area nord di Terni rientra nella categoria di ‘azioni solidali’ condotte in questo periodo così diverso e difficile. È stata, molto probabilmente, una famiglia cinese a far recapitare ai suoi vicini delle buste fatte a mano contenenti un bene assai prezioso oggigiorno: le mascherine. ‘Molto probabilmente’ perché l’autore o gli autori del gesto sono voluti rimanere anonimi, scrivendo semplicemente ‘andrà tutto bene’ fuori dalla busta.

«Bollati come ‘untori’»

Il consigliere comunale Thomas De Luca (M5s) sulla sua pagina facebook ha voluto elogiare l’atto scrivendo: «Oggi questo piccolo grande gesto ci sta insegnando che la famiglia umana è legata da un destino comune e che la fratellanza, l’umanesimo e la solidarietà non hanno nulla a che vedere con l’oscurantismo e l’ignoranza che pervade alcune parti della nostra società». Parole che trovano fondamento in quello che, a molti della comunità cinese residente a Terni, era capitato non appena il virus aveva cominciato a diffondersi: «All’inizio dell’emergenza del coronavirus venivano trattati come gli ‘untori’ – spiega de Luca -, i ‘musi gialli’ da cui stare alla larga mentre il contagio arrivava dalla Germania. Per qualcuno non dovevano mandare i propri figli a scuola senza uno straccio di motivazione medico-scientifica, per altri dovevano rimanere fuori dai ristoranti come recitato da alcuni cartelli».

L’oscurantismo c’è

Parole come ‘oscurantismo’ o ‘ignoranza’ sembrano non appartenere alla nostra comunità dove tutto (o quasi) è alla portata della conoscenza di tutti. Eppure non sono mai state così attuali come oggi, quando il coronavirus ha fatto emergere retaggi di razzismo e bigottismo. Tra le tante parole che dovremmo utilizzare, una fra tutte calza a pennello: compassione. Perché, come ricorda il consigliere, il significato di questa parola è proprio «la capacità di immedesimarsi nelle sofferenze degli altri e agire di conseguenza».

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