di Fabio Toni
Due anni e otto mesi di reclusione, pena sospesa: questa la condanna inflitta dal gup Federica Fortunati ad un 63enne di Terni con le modalità del rito abbreviato. L’uomo era accusato di violenza sessuale su una bambina di Spoleto che all’epoca dei fatti – era la fine del 2011 – aveva soltanto 8 anni.
Accuse In base alla ricostruzione dell’accusa, l’uomo avrebbe ripetutamente approfittato della piccola – con baci sulla bocca e palpeggiamenti nelle parti intime – durante le sue visite a casa di una famiglia di Spoleto, con cui al tempo era legato da un rapporto di amicizia.
La denuncia La vicenda giudiziaria aveva preso le mosse dalle parole della bimba che aveva raccontato ai genitori degli strani comportamenti dell’uomo, di baci che andavano ben oltre il semplice affetto e degli abusi, subiti fra le mura di casa. Descrizioni riferite anche alla psicologa che l’aveva ascoltata durante l’incidente probatorio disposto dal gip in fase di indagine e che aveva valutato come «credibili» i racconti della piccola.
Guerra di periti Conclusioni contestate dalla difesa dell’uomo che aveva chiesto di accedere al rito abbreviato, condizionato all’escussione della moglie del 63nne e di un’altra psicologa, perito di parte, che aveva messo in discussione i metodi utilizzati dal collega in fase di incidente probatorio.
La sentenza Martedì, di fronte al gup Fortunati, il pm Patrizia Mattei ha chiesto una condanna a cinque anni e tre mesi di reclusione. Nella sua sentenza di condanna il giudice ha accolto buona parte dei rilievi mossi dai legali difensori dell’uomo – gli avvocato Manlio Morcella, Daniela Cecchetti e Francesca Carcascio – riconoscendo l’equivalenza fra attenuanti generiche e aggravanti, la minore entità del fatto in relazione alle conseguenze subite dalla piccola e evitando di contestare l’aggravante di aver abusato della condizione di inferiorità psico-fisica della vittima. Da qui la condanna, con rito abbreviato, a due anni e otto mesi.
Il giudice non ha disposto provvisionali in favore dei familiari della bimba, costituitisi parte civile attraverso gli avvocati Alessandra Santarelli e Domenico Mariani, che dovranno far valere le proprie ragioni in sede civile. Non è escluso che la sentenza venga impugnata in appello dai legali dell’uomo.