Spoleto, San Carlo «modello da imitare»

Inaugurato sabato il polo unico dei servizi socio-sanitari per tutto il territorio comunale della città

Condividi questo articolo su

Risale all’anno Mille, il complesso San Carlo di Spoleto. Una struttura architettonica di enorme pregio che, sin dalla sua edificazione, ha quasi sempre avuto una funzione dedicata alla cura degli infermi. Nato come lebbrosario, è divenuto successivamente ‘hospitium’ per malati e poveri, brefotrofio, fino ad essere stato sede di scuola superiore, per poi rimanere inutilizzato per diversi anni.

L’inaugurazione Da oggi ospita il polo unico dei servizi socio-sanitari per tutto il territorio comunale della città di Spoleto. Qui, infatti, sono ospitati gli uffici del distretto sanitario, i dipartimenti di igiene pubblica e veterinaria, il Centro di salute mentale, neuropsichiatria infantile, servizio sociale, centro unico di prenotazione, specialistica ambulatoriale e tutti gli altri servizi che fanno capo al distretto della Usl.

I fondi Il costo complessivo dell’intervento di recupero del San Carlo è stato di oltre 4 milioni di euro, ai quali si aggiungono i finanziamenti concessi anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e dalla Fondazione Micheli. «Oggi è davvero una giornata di festa – ha detto la presidente della Regione, Catiuscia Marini, intervenuta alla cerimonia di inaugurazione, insieme al sindaco della città, Fabrizio Cardarelli ed al direttore generale della Usl 2, Sandro Fratini – perché inauguriamo uno dei centri per la medicina del territorio più belli, moderni ed efficienti. Qui è stato realizzato l’intervento più significativo, in termini di impegno economico, di tutta la legislatura, per ciò che riguarda le strutture del servizio socio-sanitario territoriale».

Polo unico La presidente Marini ha anche sottolineato come il polo unico San Carlo,«per come è stato impostato nella sua funzione di centro unico per la medicina ed i servizi sanitari e sociali territoriali, rappresenta l’anticipazione di quanto sarà definito nel nuovo Piano regionale socio-sanitario, in adempimento delle linee definite dal Patto per la salute».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli